Il Messaggero, basket. Il primo trofeo per Torino, era finita in C1, nel 2007. Le tre semifinali con Meo Sacchetti e Morandotti, Galbiati vincente al debutto in panchina a 33 anni. Decidono l’ex fidanzato di Maria Sharapova e Garrett, Brescia avanti per 36′

I festeggiamenti a fine gara (tuttosport.com)

E’ la prima coppa Italia di Torino, con un 33enne in panchina, Paolo Galbiati, ex Milano e già vice dell’Auxilium. Meno di due settimane fa ha sostituito Charlie Recalcati, dimissionario dopo una vittoria e 5 sconfitte larghe. Galbiati ha perso la gara chiave di Eurocup e poi si è aggiudicato il tris di partite più importanti nella storia dell’Auxilium. Con Venezia campione d’Italia, al supplementare con Cremona e ieri la finale con Brescia, pure debuttante per 69-67.
I lombardi conducono a lungo, dal parziale di 0-9 firmato Brian Sacchetti, per il 11-20 che fa gongolare papà Meo. “Ha sempre avuto il tiro – commenta il ct -, spesso non lo usa”. Una tripla è persino accompagnata dal libero supplettivo. Torino ha uno sprazzo con Garrett, comunque impreciso, si gode anche la conclusione pesante di Mazzola, prezioso con 6 rimbalzi all’intervallo. Dove Brescia arriva con 3 punti in più, in una gara dal punteggio bassissimo, con 59 in tutto segnati. La Germani mantiene l’inerzia dalla sua, con talento e organizzazione. Luca Vitali è il trascinatore, 7 assist in un tempo e penetrazioni alla ripresa. La Fiat arriva alla parità a quota 36, Landry la rimanda indietro con due triple, più quella di Michele Vitali, il fratello di Luca. Sul +8 sorride la presidentessa Graziella Bragaglio, pregusta il trofeo più importante per una donna nel nostro basket, non soffierà il primato alla reggiana Licia Ferrarini, che sollevò la Supercoppa, due anni fa. Vujacic segna ma poi commette un antisportivo, la Fiat però resta lì, con Boungou Colo, appena arrivato con Vander Blue, e lo stesso sloveno, ex Lakers. E’ il momento del francocongolese, tre triple in sequenza, in un match spettacolare. Il dannarsi dei gialloblù non porta però la parità, Brescia riallunga. Serve un capolavoro per rovesciarla, a 4’ dalla fine la tripla da 8 metri, fuori ritmo, di Peppe Poeta, porta al vantaggio torinese. Difeso da un rimbalzo di Mazzola, che poi spezza minuti in cui non si segna, concludendo un’azione infinita. E’ la conferma che gli italiani in serie A ci sono, basta farli giocare.
In tribuna si festeggia già, sul 64-61 a -2’ dalla fine. Hunt sbaglia 4 liberi in sequenza, è il segnale della pressione insopportabile per chi non è abituato a vincere, come la Leonessa. Landry da 3 però impatta, Garrett da 8 metri replica, idem Luca Vitali, che aveva segnato solo dalla lunetta. Sul 67 pari Landry sbaglia ma Brescia cattura il rimbalzo, senza trasformare. E’ allora Vujacic in contropiede a realizzare il canestro chiave. Restano 2’40, Moss sbaglia, vince Torino, senza overtime.
Il potenziale era chiaro anche con Luca Banchi, campione d’Italia con Siena e a Milano, era quinto e venne indotto alle dimissioni per le ingerenze di Francesco Forni, figlio di Antonio, presidente notaio. Peppe Poeta conta di tornare in nazionale, dopo 5 anni: “Avevamo battuto il Bayern di 20, vinto a Venezia e superato Milano. Non incidono solo i due nuovi”. Uno, Vander Blue, è premiato come mvp, Mazzola come rimbalzista, mentre miglior difensore è Moss, bandiera di Brescia.
“Siamo rimasti calmi – dice Sasa Vujacic, ex fidanzato di Maria Sharapova -, anche di fronte all’uscita dall’Europa. Noi stessi siamo il nostro più grande pericolo, basta giocare di squadra”.
“La partita meno equilibrata era in teoria la più scontata – sottolinea Meo Sacchetti -, ma a favore di Milano. Cantù merita un plauso particolare, per quell’impresa”.
Questa è la settimana della nazionale, senza Aradori, Crosariol e neppure Alessandro Gentile, che nel quarto con Brescia riporta una lesione di primo grado ai flessori della coscia destra, tornerà fra un mese. “Per l’Italia – chiosa Sacchetti – bisognerebbe venire a giocare scalzi, con lo spirito di chi va a Fatima, ci sta peraltro qualche defezione per guai fisici”.
Oggi il raduno a Treviso, venerdì alle 20.15 al PalaVerde la gara con l‘Olanda, lunedì 26 a Cluj-Napoca c’è la Romania, due gare da vincere e anche senza soffrire.
Vanni Zagnoli

da “Il Messaggero”

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