Il Messaggero, la primavera. L’8° scudetto della Roma arriva ai rigori, il contatto fra Di Livio e Lirola aveva complicato la partita giallorossa. Traversa di Zappa per la Juve sull’1-0. Era da convalidare il 2-1 di Spinozzi per la Roma, ai supplementari

Vanni Zagnoli

Reggio Emilia

L’8° scudetto primavera della Roma arriva ai calci di rigore, per la 3^ volta di fila la finale si decide dal dischetto. L’eroe è Crisanto, come in semifinale, con l’Inter. Aveva parato il tiro di Baldini, ieri sera si è ripetuto sull’argentino Vadalà e poi su Favilli. Serve la sequenza a oltranza perché al 5° penalty Marchizza si emoziona e calcia direttamente sul fondo. Il verdetto è giusto perchè la Roma è stata sostanzialmente superiore, al di là della freddezza dagli 11 metri. Fabio Grosso voleva abbinare il torneo di Viareggio allo scudetto, per festeggiare il decennale del titolo mondiale, può essere soddisfatto perché anche i bianconeri hanno reso la finale memorabile. Esultano il responsabile del settore giovanile Bruno Conti e Alberto De Rossi: “Con i giovani credo di saperci fare – racconta il tecnico alla 12^ stagione alla primavera -, l’obiettivo è sempre far crescere talenti e proiettarli alla prima squadra”.

L’inizio è giallorosso, con Romagna a chiudere su Di Livio e il portiere Audero abile sulla conclusione di Ponce. La Juve riesce a estraniare dal gioco D’Urso, autore di due assist in semifinale e prova a imporre il gioco, trovando un vantaggio episodico. Di Livio spinge Lirola, il rigore non è così netto e anche lo juventino Blanco Moreno l’aveva rischiato. L’arbitro Amoruso lo concede e il cipriota Kastanos lo realizza al 36’. Sulla sinistra, Zappa ha accelerazioni degne di Grosso, da fuori con la traversa, prima dell’intervallo.

Il pareggio arriva al 2’ del secondo tempo, da sinistra l’angolo di Vasco, Marchizza non arriva, Ponce si aiuta con un braccio per il controllo e infila Audero. Siamo ai limiti, Amoruso opta per l’involontarietà e può avere ragione. L’1-1 spaventa i vincitori del torneo di Viareggio, Macek è meno efficace del solito, davanti alla difesa e il destro di Ndoj esalta la reattività di Audero. Grosso ripete i cambi di semifinale con il Torino, levando Toure, ammonito, per Didiba, e a inizio supplementare Pozzebon per Vadalà.

Lirola prevale nel confronto con D’Urso, che poi resisterà anche a un colpo, e da lontano impegna Crisanto e poi crossa spaventando la Roma, salvata da un fallo di mano juventino in area. L’ultimo tratto dei tempi regolamentari è a prevalenza juventina, l’avvio dei supplementari è di nuovo capitolino. Anocic si conferma specialista dei cross,  Spinozzi non è in fuorigioco e segna in due tempi, il guardalinee sbaglia a far annullare. Aumenta la percentuale di errori, subentra la stanchezza e Lorenzo Di Livio dopo uno sprazzo brillante inizia il secondo supplementare calciando un curva un assist perfetto di Anocic. Ancora Zappa ha la palla per consegnare la coppa alla Juve, Crisanto è attento.

La sequenza dei rigori tieni incollati agli spalti i tifosi della Roma, in leggera prevalenza, al Mapei. Lirola e Ponce segnano, Vadalà se lo fa parare. Vasco realizza, come Cassata e Spinozzi, come Kastanos e

Capradossi. Di Massimo realizza per la Juve, Marchizza calcia fuori e in maniera netta. Zappa e Bordin segnano, Favilli esalta Crisanto, mentre Grossi realizza. E’ festa giallorossi, con cori da prima squadra e decine di romani a spasso per la città del primo tricolore, a festeggiare. I baby giallorossi giocheranno di nuovo la Youth league, senza preliminare, il loro giro di campo con la coppa non finisce mai, vanno sotto la curva e festeggiano. Come uno scudetto vero. Solo il Torino ne ha vinti di più, 9 contro 8. E De Rossi resterà per affiancare i granata nel libro d’oro del campionato giovanile.

In copertina, lo juventino Macek contrastato da Machin

 

A cura di Giangabriele Perre

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