Nuoto sincronizzato, la medaglia di Giorgio Minisini, fra tanti fisicati e donne. E’ come il pattinaggio artistico di coppia

Manila Flamini e Giorgio Minisini
Manila Flamini e Giorgio Minisini

di Vanni Zagnoli, dedicato a Silvia Gilioli

Avevo contattato Giorgio Minisini per ipotizzare intervista, aspettavo l’occasione per raccoglierlo. Ero in Albania, nessuna redazione mi ha dato l’ok, ci sono rimasto male.

Dormo pochissimo, ho visto ora in replica Giorgio. Altro che effeminato, Giorgio dà un calcio ai luoghi comuni.

Altro che dubbi sulla identità, Giorgio è un buon atleta, magari meno fisicato di altri.

Il sincronizzato ricorda semplicemente il pattinaggio artistico di coppia.

Vengono in mente Maurizio Margaglio e Barbara Fusar Poli, detta la tigresse, dalla tv francese, durante le olimpiadi di Torino 2006: mia moglie e io eravamo alle isole Mauritius, pioveva e io stavo attaccato alla tv, per non perdere neanche una medaglia.

Non ho rivisto, solo intuito, solo captato Minisini con Manlia Flamini. Ma posso immaginare. Si ancheggia, ci si guarda, si occheggia. In acqua come nella vita, come sul ghiaccio.

Non vado a leggere nulla, non riesco, vado a sensazione.

Giorgio è un bell’atleta, un grande atleta, la novità, un calcio ai luoghi comuni.

Largo alla dignità, altrochè dubbi sulla sessualità, un calcio alla facile ironia, di cui io stesso sono bersaglio.

E’ un grande.

Anzi, devo stare attento, perchè è un attimo scivolare su discorsi pericolosi, che mi possono costare la carriera.

Giorgio è una persona umile, molto allenata.

Manila ha un bellissimo nome, mi ricorda una canzone di Ivano Fossati, Manila23.

Ha i capelli raccolti dietro, fermati, come tutte le syncronettes.

Nel 2008, a Il Giornale, redazione di Milano, Andrea Bianchini, oggi alla redazione politica, ripeteva sempre Adelizzi-Lapi. Come un’ossessione. Le aveva interviste, sono state primattrici di uno sport non così popolare, in Italia.

“Bea”, sei la nostra dea. E vinse la medaglia mondiale a Roma. Ho i brividi, a ripensarci. Lo sport, la vita, il giornalismo sono musicalità. “Bea, sei la nostra dea”, suona benissimo. Come Manila. E non è la capitale delle isole Filippine, ma una donna sicura di sè, in acqua come nella vita.

Lo sport è poesia, spesso, elegia. Me lo insegna Darwin Pastorin.

E’ un mix fra ostentazione di fisicismo e misticismo. E’ persino invidia da parte di chi, come me, ha la pancia, non si muove dal letto o dal divano, mentre scrive, o mia moglie Silvia, davanti al computer al suo lavoro. Invidia nei confronti dell’atletismo.

Vent’anni fa, Darwin intervistava la Juve che vinse tutto, era innamorato di Paulo Sousa, oggi allenatore della Fiorentina. “Leggo Paulo Coelho”.

Io no, neanche mia moglie. Ma leggo Darwin, guardo Minisini. E chissà cosa legge Minisini, sono certo che sia un nuotatore che pensa, intelligente, garbato.

E a tutti dico. Orgogliso di presentarmi agli atleti, al telefono, per ipotizzare interviste.

Orgoglioso di emozionarmi e di trasmettere emozioni.

Ma poi chissà cosa leggono Minisini e Manila, chissà se hanno una storia. So che non stanno insieme, nella vita.

Mi fanno ricordare Hotarek e Breton e tanti pattinatori, del passato e del presente.

E grazie a Lucio che mi fa sentire un po’ Darwin e un po’ Coelho, un po’ Paulo Sousa e molto Minisini.

Guardo lui e Manila e mi chiedo, vorrei danzare come loro con mia moglie Silvia. Ma appunto non abbiamo i mezzi fisici, lei magari potrebbe anche, io no, mai. Perchè sono scoordinato, sgraziato. In fondo anche con le parole. Perchè nei pezzi voglio piazzare tutto e di tutto, tutto quello che affiora, emozionale ed emozionante.

Mica tutti possiamo essere Darwin o Coelho o Sousa o Minisini.

Io sono un atleta imbattibile, di tastiera e tv, di associazioni mentali, di mentalismo, di ansia e depressione, di ipertensione e commozione, di arrabbiature e perdoni, di pensieri in libertà e stupidi. Di banalità e prevedibilità, di attacchi e parate, di risposte in corridoio come nel tennis.

Viva Giorgio e viva Manila.

Manila 23. E gloria a Ivano Fossati.

Maledetti gli ecuadoregni che mi hanno rubato computer e telefono, di Giorgio ho solo la mail. Volevo salutarlo, parlargli in privato. Ci sentiremo quando torna in Italia, magari intanto piglia un’altra medaglia.

Mi ha commosso. Come Fossati. Eccola, Manila23, dedicata al nuoto sincronizzato azzurro. Ci sono medaglie che passano e medaglie storiche. Questa sarà presto dimenticata, per noi sarà indimenticabile.

Ah, mia moglie nuota, io no. Ecco perchè invidio i “pesci” come Giorgio e Manila. Manila23… Spero 23 medaglie internazionali…

 

 

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