Oggi. Dorothea Wierer, lady biathlon che ha detto no a Playboy. “La mia fortuna? una famiglia fantastica”. “La rivalità di Lisa Vittozzi, la gestione dell’ansia, il ristorante di famiglia”

Una prima stesura dell’intervista alla campionessa di biathlon, uscita sul settimanale Oggi dell’11 aprile

Dorothea è davvero tutta d’oro. Con la sua erre arrotata, ha steso le avversarie nella coppa del mondo di biathlon, è stata la prima volta per l’Italia, maschi compresi, in questa disciplina tipicamente nordica, che abbina sci di fondo al tiro a segno da 50 metri, con la carabina, a terra o in piedi. 

Dorothea Wierer (sport.virgilio.it)

Doro, ma come sarebbe la sua vita senza quegli occhi azzurrissimi?

“(ride) Gli occhi chiari sono una combinazione perfetta con le neve, fanno un po’ più effetto, diventano occhi di ghiaccio”.

Cosa non le piace, del suo corpo così definito?

“Ho troppi muscoli, non è tanto femminile, serve però per il biathlon. Vorrei essere un chilo in meno: non seguo diete, possiamo permetterci anche tantissimi dolci, amo il cioccolato, ne consumo ogni giorno. Ci alleniamo 800 ore, più le 200 nel tiro, ci segue uno staff di 10 persone”. 

In gara è la più truccata?

“Prima di partire metto il mascara, l’highliner è tatuato, così quando nevica non cola, ogni tanto uso la cipria, per un tocco di colore, anche perchè durante l’inverno non vediamo mai il sole”.

E’ la sua stagione migliore, eppure guadagna appena 250mila euro…

“Di premi. Con gli sponsor raggiungerei i 400mila, vanno però levate le tasse. Non siamo nel calcio, comunque questo mondo mi gratifica”.

Farà mai la modella?

“No (sorride), sono uno e 60”.

Perchè nel 2015 rifiutò di posare nuda per l’edizione russa di Playboy? 

“Non mi sentirei a mio agio, un po’ di privacy, please. Indossare l’intimo è tutt’altra cosa, neanche parlammo di cifre”.

Come ha svoltato dopo aver mancato le medaglie olimpiche individuali?

“Non ero così delusa, erano più i giornalisti ad aspettare i podi. Gareggiamo spesso in condizioni al limite, non ero al 100%. Cresco anche con le delusioni”.

Si rilassa ancora con l’uncinetto?

“Ormai non più. Seguo le serie tv, su Netflix. Amo gli aperitivi con gli amici, peccato sia a casa solo 70 giorni l’anno”.

E adora le scarpe con i tacchi a spillo…

“Ne ho più paia che da ginnastica, le metto solo a casa perchè quando giro il mondo per le gare non stanno nelle valigie, abbiamo solo 20 chili di bagagli”.

E’ di Rasun-Anterselva, paese altoatesino di tremila abitanti, sede di una tappa di coppa.

“E lì abita ancora la mia famiglia. Mi hanno trasmesso la passione del biathlon i fratelli: Robert è del 1984, Richard del ’91, erano molto forti, potevano diventare campioni ma avevano altro per la testa: Richard è bravissimo con il legno, ne ricava chitarre. Anche le sorelle vengono dal mio sport: Caroline (34 anni, ndr) lavora al rifugio Rudi, a Sesto, in Alta Pusteria, Magdalena ha 18 anni è bravina ma è spesso ammalata”.

Lei ne ha 29, sino a quando proseguirà?

“Disputerò i mondiali dell’anno prossimo, ad Anterselva. Le olimpiadi del 2022 di Pechino sono lontane, ci sono critiche da sopportare, continuassi non è certo per arrivare decima…”.

Com’è nato l’amore per Stefano Corradini, 40 anni, responsabile del comitato federsci del Trentino?

“L’ho conosciuto a 18 anni, in una caserma delle Fiamme Gialle, a Predazzo. E’ istruttore di tiro, ci faceva i corsi, fu un rapporto molto formale. Per anni ci siamo persi di vista, nel 2012 il nuovo incontro e l’inizio della convivenza, a Cavalese, in Val di fiamme”.

Siete sposati da 4 anni, si immagina mamma e campionessa?

“Non contemporaneamente. Sarei troppo spesso via, non potrei dedicarmi al bambino”.

La qualità principale del marito?

“E’ molto paziente, trova le parole giuste, io sono troppo diretta e non va sempre bene, Stefano mi calma. Viene a una gara l’anno perchè lavora in finanza e allena nello sci di fondo”.

Da ragazzina le partivano parolacce?

“Ogni tanto, proprio per impulsività, quando litigavo con i fratelli”.

Com’è il suo uomo dei sogni?

“Mio marito (ride). Amo chi ti guarda negli occhi, così inquadro la persona onesta, aperta o sicura di sè”.

Altri fidanzati nella sua vita?

“Non dico quanti ma anch’io ho avuto una vita turbolenta, quando ero più giovane”.

Le sono mai capitati stalker?

“Un supertifoso. Mi faceva un po’ paura, dove ero io veniva anche lui, è durata qualche mese e poi è sparito, addirittura l’hanno cercato su Chi l’ha visto: non so che fine abbia fatto”.

La vacanza dei sogni?

“Alle Maldive, magari nel 2020, dopo i mondiali”.

La cosa più bella della sua vita?

“Mi sento fortunata, felice. Non tutti hanno una famiglia così fantastica e numerosa. Abbiamo il ristorante Marcopolo, a Brunico: da ragazza ci lavoravo anch’io”.

Papà Alfred, 58 anni, è lo chef, mamma Irmgard, 62, cameriera. Non avesse praticato il biathlon, che professione avrebbe scelto?

“Mi piace organizzare, avrei fatto management”.

Non la stilista?

“Beh, Sportful mi ha offerto di disegnare la mia linea da sci di fondo, è piaciuta tanto. Amo combinare i colori, essere fashion anche in pista. Seguo la stilista Elisabetta Franchi, elegante e un po’ sexy, in Italia abbiamo il top del top. Le biathlete russe ci invidiano perchè abbiamo qualcosa in più: moda e musica, cultura e cibo”. 

Al dopo carriera ha pensato?

“Vorrei rimanere nelle Fiamme Gialle e nello sport, posso dare qualche buon imput”.

Qual è la sua sportiva preferita?

“Lindsay Vonn. E’ la più forte perchè sa reggere anche tanti eventi fuori dallo sci”.

Quale pazzia vorrebbe fare?

“Godermi la vita, averla più regolare. Dormo poco, in stagione capita anche solo 4 ore, sino alla scorsa annata succedeva anche di prendere le gocce di zolpidem, per addormentarmi. Non sono dopanti, dobbiamo stare super attenti”.

Perchè adesso è più tranquilla?

“Sono io la mia mental coach… Controllo meglio ansia e stress ma fatico a spegnere il cervello, quando mi metto a letto ho sempre mille pensieri”.

Cosa le ha trasmesso la rivalità con Lisa Vittozzi, di Sappada, seconda in coppa del mondo?

“Spinge entrambe a sfidarci, anche in allenamento, è stimolante”.

Diventerà la sportiva più popolare d’Italia?

“No, perchè il biathlon è di nicchia”.

Dorothea, ma è la più bella?

“Lì dipende dai gusti. C’è chi ama le bionde, chi le alte…”.

Vanni Zagnoli

Da “Oggi” del 11/04/19

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