Puzzolo. Il fairplay unico di Delio Rossi, a cena con Donadoni per il passaggio di consegne. Zagnoli: “Di Francesco e Malesani si erano ignorati, al Sassuolo. In genere accade proprio così, come raccontava l’amico Pea”

Delio Rossi non è più l'allenatore del Bologna
Delio Rossi non è più l’allenatore del Bologna

Hanno fatto una cosa intelligente,  professionale,  giusta e quindi hanno stupito tutti, perché, sia sa , la normalità non appartiene al mondo del calcio.

Forse la cosa fa ancora più effetto perché poi il Bologna ha vinto 3-0 e quindi magari si dà più importanza di quello che merita ad un sano gesto di convivenza civile , un gesto di fair  play,  che dovrebbe costituire normalità fra colleghi.

Donadoni aveva già dichiarato che non avrebbe stravolto nulla,  che sarebbe ripartito dalle basi certe già esistenti,  e ad essere sincero,  a me sembrava una sciocchezza,  perché quali possono essere le basi certe di una squadra che perde 8 partite su 10?  Io pensavo che andasse stravolto tutto,  che dovesse rigirare la squadra come un calzino e rispolverare giocatori esperti ma di curriculum che erano stati misteriosamente accantonati.

Nel calcio però chi vince ha ragione e quindi ha fatto bene Donadoni e avrei sbagliato tutto io.

Volevo parlare però  di questo bel gesto  fatto dai due tecnici che hanno fatto una cosa normale,  che dovrebbe avvenire per qualsiasi avvicendamento in ruoli strategici e in qualsiasi azienda,  ma che nel calcio, chissà perché non avviene mai.

Come ricordato da Zagnoli,  Malesani ignoro’ Di Francesco,  o viceversa,  sta di fatto che non si scambiarono nemmeno un saluto, Castori si è limitato ad un sms di cortesia per Sannino, perché gli allenatori esonerati la vivono male, si sentono usurpati, vedono i colleghi che li sostituiscono come avvoltoi che si sono calati su di loro per nutrirsi delle loro pene.

Le società , cioè le aziende che pagano i compensi e che continuano a pagarli anche dopo l’esonero,  dovrebbero pretendere che questo passaggio di consegne avvenisse sempre , obbligare i tesserati, inserirlo come norma contrattuale, fare in modo che diventasse un normale avvicendamento e che ci fosse piena e totale collaborazione fra chi esce e chi subentra.

Fra l’altro non viene sostituito solo un professionista,  ma nove volte su dieci,  tutto lo staff  che fa capo al tecnico,  quindi secondo,  preparatore atletico,  preparatore portieri, il tattico e altre figure sempre più numerose,  e sarebbe normale che tutti questi professionisti nello scambiarsi i compiti interagissero fra di loro,  confrontandosi e portando fattiva collaborazione all’azienda che alla fine è quella che  ti paga.

Speriamo che questo bell’esempio sia solo il primo di gesti dovuti e che gli allenatori se ne facciano una ragione, e capiscano che  esistono solo due categorie di allenatori: quelli che sono stati esonerati e quelli che verranno esonerati.

testo autoredatto da Vanni Puzzolo

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