Tiro a volo, l’argento olimpico di Chiara Cainero. Su Libero del 7 agosto 2013, il titolo europeo incinta di 5 mesi: “E con altre due mamme il titolo per nazioni”. Una è Diana Bacosi, l’oro di Rio

Per celebrare il nuovo podio olimpico di Chiara Cainero (nella foto), l’argento, pubblichiamo l’intervista uscita su Libero il 7 agosto 2013, quando era in gravidanza e vinse l’Europeo, anche a squadre. Con altre due mamme, una era Diana Bacosi, l’oro olimpico di Rio

Vanni Zagnoli

E’ l’Europeo delle mamme volanti. A Suhl, in Germania, l’Italia si aggiudica due ori nello skeet: con Chiara Cainero, incinta di 5 mesi, e a squadre. La poliziotta umbra Katiuscia Spada, 31 anni, ha una figlia di 10 mesi, Ginevra, comanda la qualificazione del tiro a volo con 70 piattelli su 75, assieme a Cainero, Ozyaman (Turchia), Panagiota (Cipro), Wenzel (Germania) e Bartekova (Slovacchia). La semifinale è su 16, Cainero e Ozyaman ne abbattono 15 e si giocano l’oro, vinto dalla friulana. Il trio azzurro è completato da Diana Bacosi, 30enne perugina, caporal maggiore e madre di Mattia, 4 anni: conquistano il titolo per nazioni con 206 su 225, primato del mondo con la nuova gittata, davanti a Gran Bretagna (205) e Slovacchia (202).

Chiara, vinse l’oro olimpico a Pechino 2008, ma a Londra finì quinta.

“Questo doppio titolo europeo – racconta la guardia forestale, 35 anni – ha un sapore speciale, per la gravidanza. L’ho desiderata fortemente, in gara dà consapevolezza e forza diverse. Mio figlio Edoardo nascerà a gennaio, già con l’oro al collo, mentre sparavo lo sentivo muoversi, spero abbia capito che disputavo la finale. Neanche nel sogno più bello avrei sperato una cosa del genere, vinciamo in due”.

Adesso nella finale a 6 si azzerano i punteggi, inoltre aumenta la velocità di uscita dei piattelli.

“Vengono sparati due metri più in là, balisticamente è diverso: dobbiamo persino cambiare le cartucce, è più spettacolare ma occorre ricaricarsi psicologicamente, decidono sangue freddo e determinazione. Il tiro è fatto di automatismi, sui campi esteri neanche ci fanno provare lo schema di finale”.

Eppure un mese fa si era imposta a Granada, in una prova di coppa del mondo.

“L’Andalusia mi porta fortuna, là mi ero aggiudicata la coppa di cristallo nel 2006 e l’europeo l’anno successivo”.

Katiuscia Spada programmò la gravidanza quando si rese conto che a Londra sarebbe andata solo Cainero, visto che l’Italia aveva appena un posto. Lei ha rimandato al dopo Olimpiade, d’accordo con il marito Filippo La Martina, 38enne di Enna.

“Viviamo a Cavalicco, frazione di Tavagnacco, paese noto per la squadra di calcio femminile. Siamo sposati dal 2004, gli dedico questi ori, mi ha dato l’aiuto decisivo”.

Cinque anni fa, il titolo di Pechino le fece puntare a un altro quadriennio olimpico?

“Sì. Da novembre cercavamo il bimbo, ho scoperto di essere incinta in aprile, al rientro dalla vittoria in coppa negli Emirati Arabi”.

La ginecologa le ha permesso di continuare?

“Non c’è alcuna controindicazione. Ho ridimensionato l’allenamento, cammino, anzichè correre. Nei primi 2 mesi accusavo nausea e stanchezza, ora doso le forze, non sparo tutti i giorni, solo 2-3 volte la settimana”.

A Londra la malese Nur Taibi sparò nella carabina 10 metri all’8° mese di gravidanza, batterà il suo record?

“Ho chiesto al ct Andrea Benelli di fare anche i Mondiali, tra un mese a Lima, ma dice che il Perù è troppo lontano. Comunque ringrazio tutti quanti mi hanno trattata da atleta prima che da donna. Salterò anche le finali di coppa del mondo a Dubai, in ottobre. Mi erano capitate compagne di pedana anche al 7° mese, la nostra disciplina lo permette, a differenza ad esempio della maratona”.

Il ct Benelli, oro ad Atene 2004 e reduce da 3 stagioni con Cipro, temeva per la sua tenuta?

“Sino a luglio, era tra i pochi a sapere della gravidanza: “Non preoccuparti, punto su di te”, diceva. In gara sparo la mattina, al pomeriggio riposo in albergo, mi siedo fra una pedana di tiro e l’altra”.

Quando tornerà?

“Vorrei riprendere a giugno, sicuramente sarò al mondiale di Spagna, nel settembre 2014, sempre a Granada. Tante mamme ricominciano subito, la voglia c’è, anche di inseguire la quarta Olimpiade. L’americana Kimberly Rhode è arrivata a 5, con 3 ori, ha partorito in aprile e resta inarrivabile”.

 

 

Related Posts

Leave a reply