Tuttosport, basket. Achille Polonara racconta la prima finale e i compagni: “Cinciarini è il nostro leader, con Kaukenas. Noi giovani ci confidiamo con il capitano. E Mussini è come mio fratello”.

La versione integrale del pezzo uscito oggi su Tuttosport, su Achille Polonara che passa in rassegna anche i compagni.

Soprattutto, qui c’è la parte di racconto del fratello maggiore Valerio, tagliata sul quotidiano torinese.

Achille Polonara è l'italiano più continuo della serie A
Achille Polonara è l’italiano più continuo della serie A

VANNI ZAGNOLI

REGGIO EMILIA.

Per continuità di rendimento, Achille Polonara è il lungo italiano migliore del campionato, con prestazioni spesso da Nba. Anche domenica sera, con la solita doppia doppia, rimbalzi e punti.

A 23 anni, sarà la certezza di Reggio per chissà quante stagioni. Ha personalità, basta vedere come esulta dopo le prodezze da tre: guarda la tribuna e poi rientra in difesa.

Ecco, difesa è stata la parola chiave per il successo dei biancorossi in gara1. “Abbiamo tenuto a 63 punti – racconta – una squadra che di media ne fa oltre 80.

Se Sassari ha fatto una partita in tono minore, è anche merito nostro. Giocando così aggressivi, per loro sarà dura anche con il rientro di Lawal. I sardi peraltro non sono questi, con Milano avevano giocato su altri livelli. Ora dobbiamo mantenere questa carica”.

Giocando ogni due giorni, l’adrenalina è tale che Polonara fatica a dormire. “Alla vigilia della prima finale non ho chiuso occhio e anche domenica notte mi sono addormentato tardissimo, guardando la finale Nba”.

Polonara passa in rassegna tutti i compagni. “Cinciarini è il nostro leader, insieme a Kaukenas. Quando abbiamo un problema ci confidiamo con lui, perchè con Rimas, Drake Diener e Lavrinovic ha più esperienza. E così per una scelta può consigliare me, Cervi, Pini e Della Valle”.

Il quale Amedeo esce dalla panchina e gioca anche per la squadra, come domenica. “E’ una scoperta di questo campionato, arrivò nell’aprile di un anno fa ma la scorsa stagione non aveva giocato. Si è affermato dopo due anni difficili, in cui non ha trovato tanto spazio, al college americano. Ha la faccia tosta giusta”.

A 38 anni, Rimantas Kaukenas viaggia sulle orme di Mike Mitchell, il giocatore più amato nella storia della Reggiana, che abbandonò a 41 anni, mentre la morte a 55 l’ha consacrato a mito della città del primo tricolore. “Ha più esperienza di tutti e dà una mano a noi giovani”.

Anche al 22enne lettone Silins, partito sottotono, con Brindisi. “Ma adesso è pure al top, cattura rimbalzi e segna da tre”.

Come il 35enne Darjus Lavrinovic, il centro più efficace della serie A, al netto dei problemi fisici. “I suoi movimenti sottocanestro sono da manuale del basket”.

Poi c’è l’ultimo arrivato, Chikoko, dello Zimbabwe. “Dà grinta e presenza difensiva”.

Riccardo Cervi si è ritrovato dopo una semifinale in cui faticava, contro una Venezia senza centro di ruolo. “E’ l’anima dello spogliatoio, anche dopo le sconfitte. Quando tutti sono tristi, al rientro tiene alto l’umore con una battuta”.

Nelle tre partite saltate da Lavrinovic, Giovanni Pini ha mostrato di poter fare anche il titolare, in serie A. “E’ un combattente, non si tira mai indietro, neanche in allenamento. Nasce a Carpi ma è cresciuto in biancorosso, come Cervi. Appena arrivato da Varese, parlavo spesso con entrambi. Mi hanno aiutato a inserirmi nel gruppo”.

Da gara-5 con Venezia, Federico Mussini segue le finali in stampelle. “Musso è come un fratello minore, gli voglio un bene incredibile. Vuole che lo vada a prendere per un allenamento, oppure per andare a cena insieme. Peccato per questo infortunio alla caviglia”.

Diener potrebbe rientrare in gara-6. “Sono stato suo compagno a Teramo, tecnicamente non era così forte, con il passare degli anni migliora sempre. Lo merita perchè dà il 100%, lo aspettiamo”.

Manca un anno all’Olimpiade, Polonara spera di esserci con l’Italia, assente a 5 delle ultime 7 edizioni. “Il nostro gruppo meritava già di essere presente al mondiale del 2014. In estate, agli Europei faremo di tutto per qualificarci”.

Da tifoso juventino, l’allenatore Massimiliano Menetti lo paragona a Llorente: “E’ la nostra torre”.
L’ala di Ancona dedica il successo di domenica ai genitori, Domenico e Daniela, e al fratello Valerio, cestista professionista a Pescara, in serie B. “Sono più grande di Achille di 7 anni – spiega al PalaBigi, dov’è sempre presente, per i playoff -, mi ha sempre visto come un modello da emulare, ma lui è arrivato a livelli più elevati. Fece le giovanili a Teramo e poi è sbocciato a Varese. Si dedica molto al basket, migliora i difetti, senza accontentarsi. E in futuro potrei diventare il suo procuratore”.

Achille Polonara è il grande sportivo di Ancona città, potrebbe diventare popolare quanto le olimpioniche jesine di scherma, Valentina Vezzali e Giovanna Trillini. Fidanzato con una modella, Giulia, ha l’hobby del cinema e gioca a burraco. “Speriamo arrivi in Nba”, auspica il fratello.

Sul braccio, Achi ha tatuata proprio una frase di Michael Jordan. “Il talento vince le partite, l’intelligenza e il gioco di squadra vincono i campionati». E’ così che Reggio intende battere Sassari.

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