Volley, il racconto emozionale di Germania-Italia 3-2. Blengini più morbido di Messina. Sull’1-2 era vinta, Giani la gira dimenandosi. E’ grande anche da allenatore: la semifinale di due anni fa

Perchè Sabbi non gioca mai?

di Vanni Zagnoli
C’è equilibrio, e dunque spettacolo, nel prime time del volley, su Rai1. La serata è storica per l’italiano medio, Germania-Italia ha sempre un fascino, anche a pallavolo, ma in fondo è un semplice primo turno degli Europeo, con eliminazione solo dell’ultima, di 4, probabilmente, la Slovacchia, sconfitta 3-1 nel derby con la Cechia.
Gli azzurri senza metà sestetto argento a Rio impattano benino, rimontano il primo set, sul quarto sembrano tranquilli eppure si arrestano, fra errori e cali psicologici.
Si perde anche la classe del 21enne Giannelli (con il francese Toniutti sarebbe il miglior regista al mondo), con Daniele Mazzone centrale, accanto a Piano, e non a Buto Buti, chiamato così, da anni, da Andrea Lucchetta. Il capitano sta in panca, si alza l’esordiente Spirito, per il 20-19 tedesco. Antonov aveva messo un buon punto, in banda, ma sbaglia la ricezione del break. Vettori non è Zaytsev, il romano Sabbi viene da una stagione notevolmente migliore, ma a Molfetta, e allora neanche entra. Il Vetto passa da Modena a Trento, Piano a Milano. Condividono una webradio e nell’ultima ora andranno nel pallone.
Piano va anche il ct Blengini, nello stimolare l’Italia. Aveva postato il video del timeout offensivo di Ettore Messina, verso Datome e Melli. Fa esordire anche Botto, in ricezione, il muro di Giannelli, a tre, tiene l’Italia lì, con la terza opposizione su Grozer. Fromm è puntuale, come il 36enne schiacciatore figlio di ungherese, ripescato, dopo le mirabilie del bronzo mondiale 2014, sempre in Polonia. Non tornano occasioni di parità per l’Italia, che perde il primo set a 22, con l’ace di Hirsch, ex Latina, a sorprendere Colaci.
Nel secondo funziona il servizio azzurro, con il 4-6 di Lanza. Concentrazione e continuità difettano, una pipe del martello di Trento entra a fatica. Blengini è più bravo di Giani, può fare poco quando Kaliberda, ex Piacenza, mura Vettori. Quattro anni fa, con Berruto, Luca, il Vetto, fu il primattore mondiale del volley, con il bronzo in World league e l’argento europeo, poi ha pagato la riesplosione di Zaytsev. Antonov è timido, Jiri Kovar meriterebbe una nuova chances.
Il ritmo scende, fra timeout e battute sbagliate. Il pubblico di Stettino si annoia, aspettando le fasi chiave del secondo parziale, neanche l’ingresso del secondo libero Fabio Balaso è utile. Si scende sul 10-8, con la sensazione precisa di lasciare il primo posto ai tedeschi.
La nazionale per la verità riprende la parità a 12, Lanza tuttavia sbaglia la ricezione su Grozer. Antonov va di mani-fuori, poi dentro. Giani arresta il gioco, sul sorpasso, chiedendo il challenge, il Var del volley, introdotto a inizio decennio, e si becca un cartellino giallo.
La Germania è più alta e fisica, a differenza del calcio è sempre stata dietro all’Italia, sottorete. Si resiste, via, fra il colore della mascotte e le sostenitrici in tribuna pitturate di azzurro. Le sbracciate sono controproducenti, Giani è contrariato.
Si sbuffa, seguendo la concentrazione di Blengini, sempre lucido. Torna Colaci dietro, l’alternanza è assoluta, fra parità e vantaggio azzurro. Il break chiave è di Piano, a muro, 19-21, confermato da Vettori in versione Zaytsev, con 5 attacchi azzeccati in sequenza. Lanza rischia ma dà 3 setpoint e, complice l’ingresso di Spirito, sigilla il 21-25, suggellato da due muri in più.
La Germania si squaglia, sul 6-10, rientra a due punti ma l’inerzia è nelle mani italiane, con la tesaurizzazione del mese di lavoro a Cavalese, rientra solo una volta a meno uno e viene ricacciata indietro da Pippo Lanza, vicecapitano, trascinatore.
La distribuzione di Giannelli resta perfetta, gli azzurri sono omogenei e pazienti. Lì sembra vinta in anticipo, invece c’è un lungo passaggio a vuoto, con anche il +4 tedesco. L’Italia rientra sul 15-17, il calo tuttavia è verticale, sintetizzata da un’azione non salvata da un tocco di piede.
Al tiebreak, 4-2 Germania, rintuzzato, ma poi tornano i due punti di margine e dal 9-7 l’Italia si arena completamente. Si affaccia Randazzo, rimpatriato da Berruto due anni fa, in World league, assieme a Zaytsev e Travica.
Si perde così, anche la storicità della serata, senza i tre cavalieri d’argento a Rio. L’unico certo di rientrare è Zaytsev, 30enne schiacciatore di Perugia, semifinalista di Champions e per il resto in stagione poco incidente.
L’Italia dovrebbe arrivare seconda nel girone (i cechi sono inferiori) e affrontare poi negli ottavi la 3^ del gruppo C, incertissimo, con il 3-1 della Turchia sull’Olanda e il 3-2 del Belgio sulla Francia, a Katovice. I vincitori di due World league e campioni in carica impattano peggio dell’Italia, poichè i fiamminghi sono inferiori ai tedeschi.
E’ la vittoria di Andrea Giani, già fatale nella semifinale di due anni fa, con la Slovenia. E’ specialista nel rianimare nazionali, magari farà grande anche Milano, di cui ha bisogno il volley italiano. Studiando le cifre, si perde perchè Grozer surclasse Vettori, alla distanza, e anche le seconde linee sono più efficaci.
Germania-Italia 3-2: 25-22, 21-25, 19-25, 25-19, 15-8.
Germania: Kampa, Gorzer 28, Kaliberda 17, Krick 12, Andrei 9, Fromm 9; Hirsch 1, Weber l, Zimmermann 1, Schott, Bohme, Karlitzek, Zenger l. All. Giani.
Italia: Giannelli 5, Vettori 18, Antonov 11, Lanza 17, Mazzone 8, Piano 7; Colaci e Balaso (l); Spirito, Buti, Botto, Ricci, Randazzo. Ne. Sabbi. All. Blengini.
Note: durata set 31’, 32’, 32’, 30’, 17’ (2 h e 22’). Muri: Germania 13 (Grozer 4), Italia 10 (3 Mazzone). Battute: sbagliate: Germania 23, Italia 19 (Vettori 5); ace: Germania 7 (Grozer 4), Italia 6 (Lanza 4).

 

 

 

 

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