Wainer Magnani lascia la Gazzetta di Reggio per la Reggiana. Complimenti a un grande povigliese, vicino alla pensione. Sarà un gioiello per la società granata, aveva inventato il calcio dilettanti

Wainer Magnani lavorerà per la Reggiana
Wainer Magnani lavorerà per la Reggiana. Qui è con l’ex ct Prandelli

Wainer Magnani lascia la Gazzetta di Reggio dopo un terzo di secolo di lavoro. Ero bambino quando iniziai a leggerlo, vecchia grafica, pagine molto ampie e w.m. spopolava.

Wainer è di Poviglio, classe 1957, non immaginavo andasse in pensione tanto presto. Certamente ha i numeri per farlo ma la passione è tale che pensavo prolungasse con il gruppo Finegil.

Wainer vive per la Reggiana, da professionista, è un professionista molto applicato, attento alla partita, capace da solo di riempire pagine con argomenti che fanno discutere.

Wainer ha inventato il calcio dilettantistico forse in Italia, cioè come evento, come spazi, come tutto. Forse iniziò seguendo la squadra del suo paese, in promozione, e vicina alla serie D, negli anni ’80. Di lì l’escalation in Gazzetta, anche con ruoli nel comitato di redazione.

La sua passione era tale che coordinava volentieri il lavoro sulla Reggiana anche quando era di riposo, scegliendo argomenti e uomini su cui puntare.

Avevamo avuto momenti di attrito. Fine anni ’90, Maurizio Neri passò dal Brescia alla Reggiana, sulla Gazzetta gli attribuì una frase di conferma, ma le rondinelle erano in silenzio stampa. Io ripresi il tutto per il Giornale di Brescia, citando la fonte, Wainer mi accusò di non essere corretto, di avere messo in difficoltà lui e Neri.

Un paio di anni fa l’attrito definitivo, da parte mia inspiegabile. Questo non lo racconto. Mi dispiaceva rinunciasse al mio contributo a priori, sulla Reggiana, in particolare.

Comunque, sono certo che Wainer oltre a collaborare per la Reggiana all’ufficio marketing, perlomeno per la Bassa Reggiana, continuerà a scrivere da qualche parte. Le offerte non gli mancheranno. Magari riprenderà con il Corriere dello Sport, dopo 18 anni.

Wainer è un grande professionista, eclettico, appassionato sempre e da sempre di sport reggiano e nazionale. Amico personale di Carlo Ancelotti, da quando il mister era tecnico della Reggiana, e poi di molti personaggi passati da Reggio. Calciatori, allenatori, era l’interlocutore, è l’interlocutore privilegiato di molti. E tale resterà, anche se sul fronte societario, ora.

Corona il suo sogno, lavorare per la Reggiana. A inizio millennio rinunciò a lavorare per il Modena del patron Amadei e del presidente Alberici, preferendo restare giornalista. Ora Wainer lascia il gruppo editoriale forse più forte d’Italia per un’avventura nuova. Granata addosso.

Lo pregusto già in tv, a discettare di Reggiana, con il solito fairplay. Se un pregio ha, Wainer, è di essere sempre molto sereno, di non arrabbiarsi mai, visivamente. Mantiene la calma, sempre, in ogni situazione. E per questo lo invidio.

Wainer è stato un social networker, negli ultimi mesi, scatenato nell’aggiornare il suo blog, sino a un mese fa, nel condividere i contenuti, nel notizie della Gazzetta. Una macchina, un vulcano. Come sempre e da sempre.

Elegantissimo, sempre e da sempre, con colori chiari, pastello, poi sciarpe. Uno stile da gentleman. In sala stampa leggendari i suoi confronti con i tecnici avversari più nervosi o certi duetti.

Wainer è stato la Reggiana, per la Gazzetta, la Reggiana per Reggio. La voce più attenta alle vicende societarie, a prescindere dalle correnti e dai presidenti.

Aveva un feeling speciale con Franco Varrella e con Alessandro Pane, con il ds Massimo Varini, ma poi con tanti. Con Monica Torreggiani, della quale ora diventa collega, in qualche modo.

Wainer ha un passo da mezzofondista, una macchina da guerra, che alterna pubbliche relazioni e scrittura, interviste e commenti, trascrizioni e titoli.

Wainer, dicevo, ha lavorato a lungo per il Corriere dello Sport, per Il Giorno di Milano, come corrispondente sulla Reggiana, Per il Corsport ha realizzato pezzi di prestigio, prima di lasciare a Stefania Rabotti.

Per anni è stato ospite a Telereggio, poi a Teletricolore, è sempre stato un professionista misurato, pacato, molto vicino alla dirigenza, sempre identificato facilmente dai giocatori. Un punto di riferimento assoluto, al seguito della Regia in giro per l’Italia.

Lui, da Poviglio, paese di confine con la provincia parmense.

A parte quei due momenti di attrito – il secondo da collaboratore della Gazzetta, per me -, c’è sempre stata stima, fra noi.

Nel ’91 mi invitò a far parte di un’avventura editoriale che lo coinvolgeva molto, il settimanale Reggio nel Pallone, edito da Andrea Vezzani, con Massimo Varini.

Wainer mi valorizzò molto e mi disse: “Vanni, ma tu vivi per lavorare o lavori per vivere?”. Adesso, vivo per lavorare.

In bocca al lupo a Magnani e alla compagna Sara Paoli, vista anche al basket. Magnani contribuirà ad alimentare la forza economica della Reggiana, con equilibrio e passione.

Un saluto da Coviolo.

 

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