https://www.enordest.it/2024/06/23/l-italia-si-gioca-tutto-domani/
Vanni Zagnoli
Onestamente, io non mi ero illuso. Certo, non immaginavo una partita così a senso unico, come soltanto Germania-Scozia, gara inaugurale. Lì però erano di fronte i padroni di casa, nazionale più continua d’Europa, nella storia delle grandi manifestazioni, e i britannici che mai hanno superato la prima fase, fra Europei e mondiali.
Spagna-Italia è stata 1-0, poteva essere 3-0, comodamente. Come nel settembre del 2017, quando iniziò la picchiata di Gian Piero Ventura, il ct che perse la qualificazione ai mondiali nelle fase a gironi a beneficio degli iberici e poi avrebbe perduto lo spareggio 1-0 in Svezia e fatto 0-0 a Milano, mancando la qualificazione al mondiale 2018.
Il bello del calcio è che il risultato spesso è bugiardo. Nella semifinale di 3 anni fa, Europei a Wembley, l’Italia battè gli spagnoli 5-3 ai rigori ma l’1-1 sul campo andava stretto a Luis Enrique. Roberto Mancini si era superato, per portare gli azzurri sul tetto d’Europa, ha fallito la qualificazione a Qatar 2022 – molto più difficile rispetto agli Europei – e si è dimesso per diventare ct dell’Arabia Saudita. Si sarà forse pentito, perchè quello non è grande calcio.
Grande calcio non è stato neanche quello di Luciano Spalletti, il miglior successore possibile.
L’Italia ha subìto tanto, soprattutto Nico Williams, Di Lorenzo a destra ha confermato la stagione negativa post scudetto a Napoli, contro un grande attaccante va in difficoltà, è più bravo a spingere e a 31 anni sembra avere già dato il meglio.
Sull’altro fronte, ha retto con maggiore dignità Dimarco, contro il 16enne Lamine Yamal, certo sono mancate le accelerazioni, la conclusioni del mancino dei sogni.
In una pressione del genere, che l’unico gol della serata sia arrivato su autorete non sposta le valutazioni, in un Europeo fra l’altro caratterizzato dagli autogol. Di Lorenzo si fa saltare nettamente da Nico, il cross radente è toccato da Donnarumma che finisce così per spiazzare Calafiori. Il difensore del Bologna è mancino, la palla gli rimbalza sulla coscia e in rete.
Avevo grande preoccupazione per la coppia di centrali, sono stati all’altezza, Bastoni ha sbagliato un paio di costruzioni dal basso però ha retto, complice la copertura di Jorginho, nel primo tempo.
Cristante si è fatto ammonire appena entrato, ha piazzato una bella accelerazione sulla destra ma è poco. Qualcosa sarebbe potuto cambiare se fosse arrivata al 27’ del secondo tempo la seconda ammonizione per il centrale Le Normand, magari l’Italia sarebbe riuscita a creare più di quell’unico traversone insidioso.
Difficile salvare qualcuno, il solito Barella, che ha retto nonostante un colpo, nel finale, poi i centrali, in parte Zaccagni da quando è entrato, Pellegrini incide poco.
Va beh, ovviamente, Donnarumma, impeccabile. Nelle grandi partite della nazionale si esalta, è mancato giusto nel gol subito due anni fa dalla Macedonia.
Luciano Spalletti aveva creato grandi aspettative attorno all’Italia, con lo scudetto dei record con il Napoli, almeno sino a due mesi dalla fine, ma aveva scricchiolato già in qualificazione, con il possibile rigore negato all’Ucraina, nella partita chiave, in campo neutro.
Lui che è così bravo, con le parole, quasi fosse il poeta Giovanni Boccaccio, nato pure a Certaldo, Firenze, fatica a trovare giustificazioni. “Eravamo sotto livello, in ritardo nella reattività, la Spagna aveva più gamba”.
Alcune sue frasi durante il match:
“Va pulita, ‘sta palla, sennò è difficile”, “Jorginho se la venga a far dare, sennò è inutile che giochi”.
“Andrea, gioca davanti”, riferito a Cambiaso, subentrato alla ripresa a Frattesi. Intendeva davanti a Di Lorenzo, a raddoppiare e anticipare Nico Williams.
“Se non gioca, aspettate”, riferito ai sincronismi da perfezionare.
La Spagna ha gioca meglio in questo 1-0 che nel 3-0 alla Croazia, a cui aveva concesso decisamente di più. Il ct De La Fuente non aveva rinunciato al tikitaka, il possesso palla era stato dei croati, con l’Italia l’ha ritrovato, per la nostra pochezza. E adesso può tornare favorita.
Dall’Europeo vinto nel 2012, sull’Italia, è uscita al primo turno ai mondiali, agli ottavi a Euro 16 e al mondiale del 18; ai rigori, in semifinale contro l’Italia allo scorso Europeo e ai mondiali, con il Marocco. Adesso è qualificata con il primato nel girone, come la Germania, peraltro non certa di essere prima.
Il nostro gruppo si decide lunedì, dalle 21. La Croazia deve vincere per passare e addirittura potrebbe non bastare se anche l’Albania dovesse battere la Spagna, ma ovviamente è alquanto improbabile.
Possibile è che i croati superino l’Italia, vengono dalla semifinale mondiale, dalla finale di Nations persa ai rigori con la Spagna, Luka Modric ha 39 anni, difficilmente reggerà sino al mondiale, Perisic piace sempre a Conte, per il Napoli ma ne ha 35. E’ il passo d’addio di alcuni. Non ha grandi centravanti, Budimir e Petkovic, Kramaric è più che un esterno, peraltro a segno nel 2-2 con l’Albania.
Gli azzurri hanno due risultati su 3, per passare, con il pareggio sarebbero secondi, persino una sconfitta minima potrebbe lasciare qualche speranza, nonostante la differenza reti diventerebbe negativa. Passano le migliori 4 fra le 6 terze.
Con il secondo posto, gli azzurri troverebbero la Svizzera, meno probabilmente la Scozia, ancor meno la Germania. Finissero terzi, affronterebbero la prima del gruppo E oppure F. Da secondi, ammesso di superare gli ottavi, finirebbero con buona probabilità contro l’Inghilterra, peraltro poco brillante nell’1-1 con la Danimarca.
Ritorniamo all’obiettivo di base, i quarti di finale. Con il primo posto, sarebbe stata meno improbabile la semifinale, ma anche così non è impossibile.
La prima stesura dell’articolo pubblicato su “Enordest.it”