Stasera, alle ore 24.15 su Sky Sport 1 HD e Sky Calcio 1 HD, nuovo appuntamento con “I Signori del Calcio”.
Protagonista l’ex attaccante della Juventus David Trezeguet. Seguono alcuni passaggi dell’intervista esclusiva al francese.
Lippi e lo Scudetto del 5 maggio 2002
Marcello Lippi è stato l’allenatore più importante per me, per più di un motivo: primo, perché non lo conoscevo, e dopo che è arrivato ho subito visto l’entusiasmo nei suoi confronti da parte dei nostri tifosi e degli stessi compagni. Si parlava moltissimo di questo scambio, Christian Vieri alla Juventus e io all’Inter. Io sentivo la fiducia da parte del mister e volevo dimostrare a tutti che dopo la partenza di Inzaghi potevo dimostrare le mie qualità. Grazie alla fiducia che mi dava, il mister è riuscito a tirare fuori il meglio di me, sia perché abbiamo vinto il campionato, sia perché sono stato capocannoniere, e ho fatto i primi passi in questa Juventus che aveva come obiettivo quello di vincere sempre. Per me quello Scudetto è stato unico e straordinario anche perché lo abbiamo vinto all’ultima giornata, rimane un bellissimo ricordo per i nostri tifosi e l’inizio di un lavoro interessante. L’anno successivo infatti abbiamo vinto con un margine molto più ampio, perché la squadra aveva capito quello che voleva il mister.
La finale di Champions League persa contro il Milan nel 2003
L’unico trofeo che ho mancato con la Juventus è stata questa Champions, perché eravamo più forti del Milan, avevamo dimostrato in Italia di essere i più forti e c’era molta voglia di vincerla. Purtroppo è stata una partita non bella e abbiamo perso ai rigori. In quel momento, come sempre quando sei giovane, hai sempre il pensiero che prima o poi tornerai a giocarla, ma purtroppo non è stato il mio caso, perciò è il rimpianto più importante della mia carriera. Il tempo ha fatto sì che fossi in tribuna con la famiglia Agnelli durante l’ultimo Barcellona-Juventus, e ho sofferto non nella stessa maniera ma molto forte emotivamente, perché questa Champions fa fatica ad arrivare, però io sono molto fiducioso perché vedo una Juve che è tornata quella che tutti conoscevano, protagonista a livello nazionale ed internazionale, sono uno che pensa che il lavoro paga e per la maniera in cui sta lavorando questa società, sono convinto che questo traguardo arriverà.
L’anno di B e Marchisio
Marchisio è stato uno dei nostri primi acquisti della Juventus 2006 in serie B, un ragazzo che è arrivato con molta umiltà, voglia di ascoltare, allenarsi e conoscere l’ambiente professionistico. In più va aggiunto che lui è cresciuto nel settore giovanile, è nato a Torino, e tutto sommato oggi, quando vedo che lui è diventato uno dei nostri capitani alla Juventus, è un orgoglio molto forte, perché lo vedo molto sereno, legato alla società, ai suoi compagni e ai suoi tifosi, e questo penso che sia importante. Non ha mai perso di vista i valori importanti ed è da esempio per i più giovani. Penso che se lo sia guadagnato, tramite la sua famiglia e, a livello professionistico, con il tempo, perché ha avuto degli allenatori che glieli hanno fatti anche imparare e perché ha una personalità molto forte. Io sono molto contento che Claudio sia uno di quei giocatori che dimostrano che cos’è la Juventus.
Andrea Agnelli
Quando io l’ho conosciuto era un tifoso appassionato che accompagnava suo papà e sua mamma alle nostre partite ed iniziava a seguirci sempre di più, a venire agli allenamenti. E’ sempre stato un appassionato di Juve. Oggi è diventato un personaggio molto importante perché è il nostro Presidente. Per quello che riguarda il nostro rapporto, per me è stata molto importante la sua chiamata, il fatto che volesse farmi tornare in Juventus. Mi ha fatto un piacere enorme, perché non ha visto in me il solo lato sportivo, ma anche quello umano, e crede che io possa svolgere un lavoro interessante per la società e per me, perché quando hai il compito di riunire e far rivivere la storia della Juve, attraverso i giocatori juventini, per me è un lavoro importante. Mi ha dato piena fiducia, e io ho voglia di coinvolgere insieme a me i miei ex compagni e quelli che hanno scritto una storia importante per questa società, e sviluppare molti progetti. L’idea di Juventus, anche se ha conquistato molto a livello nazionale, è quella di svilupparsi a livello internazionale. E fare questo progetto per me è interessante perché va a coinvolgere anche gli ex giocatori.
I prossimi Europei in Francia
L’Uefa mi ha chiamato per essere uno degli ambasciatori che saranno presenti agli Europei in Francia 2016. Per me è un impegno molto importante, perché penso che sia il momento di dare un’immagine molto importante della Uefa e della Fifa, e il coinvolgimento degli ex giocatori io penso che sia una cosa molto importante per dare un’immagine delle due organizzazioni più legata al calcio e al lato sportivo.
Il “caso” Benzema
La Francia ha questo grosso problema sul “caso Benzema”, e io credo che si debba trovare presto una soluzione perché Benzema è un personaggio non soltanto importante per la Nazionale francese, parliamo di uno dei giocatori più importanti dell’Europeo. I motivi sono stati molto chiari: adesso la Federazione Francese dovrà decidere su questa eventualità. Io mi auguro che Benzema possa essere presente, perché farebbe bene sia alla nazionale francese che agli Europei. In più la Francia non può nascondere l’obiettivo di vincere questi Europei, perché ha qualità, gioca in casa, ha un allenatore vincente, e perché il pubblico francese dopo il Mondiale del 1998 e l’Europeo del 2000 si aspetta di vedere un cambiamento interessante. Tutte le amichevoli che la nazionale ha fatto fino adesso sono state molto interessanti, e va aggiunto che il pubblico è molto legato a questa squadra. Per questo l’obiettivo è molto chiaro e la Francia dovrà fare di tutto per vincere.
Pogba
Pogba è un grandissimo giocatore e anche un investimento molto importante perché è giovane. Magari ha avuto troppe responsabilità, ma se le è guadagnate dimostrando di essere un giocatore molto importante per la Juventus, per il calcio italiano e per la nazionale francese. Questo sarà il suo obbligo: quando sei un giocatore unico, devi prenderti queste responsabilità. La cosa più importante è che ho rivisto un Pogba molto più sereno, mister Allegri ha fatto un lavoro unico con lui: ha fiducia piena nei suoi confronti, parla molto con lui, lo fa crescere perché sa che è molto giovane ed ha un futuro molto importante davanti a sé, e lui si è messo a disposizione della squadra. E questa penso che sia la linea da seguire. Oggi la Juve ha questa possibilità di averlo, e mi auguro che rimanga a lungo, perché sa benissimo che è in un ambiente giusto per la sua crescita, ha tutta la fiducia e un futuro interessante, può fare la storia alla Juventus.
Conte
Verso Antonio ho una stima molto forte, prima di tutto ha rimesso ordine alla Juventus, che magari mancava in un certo periodo, e i risultati sono venuti fuori, ha vinto di continuo. Adesso ha questa possibilità con la Nazionale Italiana e continua sulla sua linea: molto lavoro, e cercare di trasmettere ai giocatori che cos’è la nazionale, così come ha fatto alla Juventus. Si vede già una nazionale magari non tecnicamente straordinaria, però con una qualità molto forte che è quella del carattere. Io vedo una nazionale che ha molta voglia, che lavora molto sul lato tattico e quando vedo Antonio, vedo questa grinta, la volontà di migliorare questo gruppo e lui questo lo ha come obiettivo principale. L’Italia è sempre stata una nazionale di cui si parla poco prima degli Europei, ma poi è una nazionale molto rispettata, perché ha quasi sempre fatto bene. Antonio sa benissimo che l’Italia non può permettersi di non essere protagonista e sta lavorando per quello. Ha bisogno di creare il suo gruppo di giocatori, si vedono i passi avanti, è una squadra molto più serena e molto più agguerrita, e dirà la sua durante gli Europei. L’Italia, anche se se ne parla poco, può andare lontano perché ha una base solida, ha un bel gruppo, molti di questi giocatori io li vedo alla Juventus e so che è un gruppo che vuole dimostrare di essere forte. Conte ha in mano un progetto interessante, e vuole lasciare il suo segno.
Zaza
Zaza è un giocatore molto interessante e mi ricorda i miei primi periodi, magari non come giocatore ma nel modo in cui viene utilizzato. E’ un giocatore che parla poco, che quando entra in campo dimostra di essere un giocatore importante, sa di avere davanti dei giocatori di livello alto, ma lui sta dimostrando non solo di essere da Juventus, tant’è che sta facendo gol, ogni volta che entra si mette in luce e questo lavoro paga. Lo ha capito lui, lo hanno capito i suoi compagni, ed ora per me è un’arma in più per la Juve e un giocatore molto importante per la Nazionale Italiana. Poi, come è giusto che sia, ha come obiettivo diventare titolare sia alla Juventus, sia in Nazionale, questo fa parte del voler crescere.