Ospitiamo un pezzo di Federico De Carolis, una firma storica del giornalismo sportivo, che dietro mia sollecitazione ha acconsentito alla stesura. Nel ringraziarlo, vi auguriamo buona lettura. (p.mart.)
Non veste più da Signora, non si comporta come tale, ha abiurato tutti i sani principi da Juventus. Non corre, non gioca un calcio champagne, non aggredisce l’avversario, non sa cosa significhi pressing. E’ la brutta copia della squadra di Conte e non è parente neppure alla lontana di quella di Lippi che vinceva Champions e scudetti. Forse per l’Europa sarà questione di mentalità italiana, forse pesa la mancanza di un top player, è certo che non arriverà lontano. A Torino, nel bene e nel male, difficilmente si riuscirà a battere Roberto e company tanto da lasciar gridare come all’andata “mamma li turchi”. Può darsi che a fine campionato torni a far sorridere i propri tifosi, mai dire mai nel calcio,per adesso li tiene in una valle di lacrime. E’ mai possibile che una squadra dal suo passato, anche quello recente, sia incapace di arrivare in porta con un’azione manovrata? Il suo nocchiero sta mostrando i propri limiti nelle scelte degli uomini e nel loro impiego. Solo Allegri non s’è accorto che Tevez non ce la fa e con lui lo stesso Lorente è sovrastato dagli avversari diretti e indiretti che hanno imparato a conoscerlo. All’insegna di a cà nissciuno ‘e fesso da Di Francesco a Gasperini hanno capito come bloccare l’ex bomber juventino. Insistere su questi uomini significa essere votati al personale e collettivo sacrificio. Sarebbe bastata una giornata di riposo per riavere l’argentino simile a quello che i suoi tifosi erano soliti ammirare e che non è stato contro il Genoa. E il gioco? Non riesco a ricordare i bianconeri che mandano palloni alti nell’area avversaria come usava ai vecchi tempi del catenaccio. Ogni tecnico ha le sue idee ma spesso e intelligentemente, cerca di adeguarle alle esigenze degli uomini che ha. Allegri è tornato a scacciare Pirlo e le verticalizzazioni che portano gol, non esistono più. Non utilizza mai , se non quando è con l’acqua alla gola, Giovinco che ha classe e inventiva da vendere e per inciso è in splendida forma. Va sullo scontato, forte di individualità un tempo prorompenti, adesso alle prese addirittura con problemi di identità. Se pensi di vincere perchè ti chiami Juve evidentemente hai sbagliato tutto e non c’è strada che possa riportare al successo, anzi c’è da cominciare a preoccuparsi.
E tuttavia, vediamo cosa succederà domani. Può darsi che alla Roma impegnata a Napoli i conti non tornino, ma se la Juve dovesse continuare con il trend attuale, allora bisognerà rivedere molte cose e rendersi conto che magari non si può vincere sempre, ma che le sconfitte non possono essere come quelle made in Genoa e senza interventi incisivi ci sarà solo un premio di consolazione. E arriveranno altre, dolorose sconfitte. Ne va di mezzo tutto quel sistema fatto di tenacia e di classe che hanno lasciato il posto quasi alla rassegnazione. Per venirne fuori non bastano più i proclami di Buffon ”vogliamo lo scudetto e arriveremo lontano in Champions” le parole, troppo spesso, quando si gioca così, possono diventare pietre e la Juventus non farà eccezione. E è da tener presente, quando si parla di Juve, quel che diceva l’Avvocato e che potrebbe ripetere John Elkan, cioè che il secondo è il primo degli ultimi.