Livorno
La squadra cambia, eppure Conegliano continua a vincere, è il simbolo del nordest ricco e operoso. Novara nell’ultima stagione ha perso quota, al posto da sostituire Lavarini con il mito Lorenzo Bernardi, mentre a Scandicci manca sempre l’ultimo salto di qualità, ovvero l’approdo alla prima finale in Italia, nonostante l’ottimo lavoro di Barbolini.
Isabella Haak ha chiuso con 25 punti, come continuità di rendimento è persino superiore a Egonu. In banda Robinson e Plummer non sempre sono continue ma allora sono pronte Lanier e Alessia Gennari, ex azzurra. Il libero, si sa, è la garanzia, Moky de Gennaro. E’ ad alto livello in ricezione, in difesa e capace di alzare direttamente, in bagher. Il perno resta Joanna Wolosz, la miglior regista al mondo, regina della Marca.
Paola Egonu e Myriam Sylla sono al tappeto, frenate dai crampi. Egonu rientra ma sbaglia le palle chiave, com’è avvenuto tante volte in nazionale, e Sylla da inizio terza set resta in panchina. Conegliano è più forte delle grandi ex di Milano, resta regina tricolore. Da noi non perde un trofeo dalla coppa Italia del 2018-19, andata a Novara. E’ la 7. supercoppa, 6. di fila, con una superiorità psicologica su Monza che ancora cerca il primo trofeo nazionale.
Il Modigliani Forum è esaurito, con 7750 spettatori nella città del quasi scudetto del basket, nell’89. E’ la partita delle stelle, dopo il quarto posto agli Europei e la mancata qualificazione olimpica diretta dell’Italia. Da un anno Monza si chiama Milano eppure non vince. Egonu con la chioma biondo platino non mette a terra per tre volte in pallonetto, strana scelta, nel primo parziale. La potenza in banda di Haak e Robinson è degna del maschile, i punti più belli vengono accompagnati da fuochi d’artificio virtuali. Haak azzecca attacco e muro, Egonu sbaglia la schiacciata e Conegliano va a +1. Milano gioca per la pallavolista forse più nota al mondo, che si riscatta con una diagonale strettissima. E’ lei a dare il setpoint, annullato da Sarah Fahr. Che ha saltato l’intera estate azzurra e ha l’unico striscione dedicato, “orgoglio piombinate”: metterà 14 punti, tantissimi per una centrale. Il controsorpasso è su errore di Egonu, chiude Haak, 26-24.
“Il primo set vinto ci ha dato fiducia”, dirà Asia Wolosz, di nuovo mpv. Incidono le ricezioni imperfette di Sylla e gli errori chiave di Egonu.
Il secondo è di Milano, sul -4 entrano De Kruijf e Gennari, Conegliano non va oltre il 20-22 sull’errore di Egonu. Un duello sopra la rete premia Orro, l’1-1 è firmato dall’americana Rettke, 2,03, fra le più alte al mondo. Il terzo set è spesso decisivo, in sfide equilibrate, accade anche stavolta, con Haak svettante e Malual al posto di Egonu. Haak è naturalmente superiore a Malual manca la parità. Coach Gaspari rimette Egonu sul 20-17, Imoco resiste con il cambio palla, Santarelli è maestro dei finali equilibrati, è 25-23.
Il quarto inizia con il muro di Wolosz su Egonu, manifesto della superiorità delle pantere. Squarcini è puntuale in attacco (Lubian è infortunata), Egonu sbaglia e sul 14-12 lascia di nuovo a Malual. Si affaccia Khalia Lanier fra le rosa, Imoco è troppo esperta per farsi riprendere, Egonu sbaglia due palle e l’ace di Haak porta il 21° trofeo per l’Imoco. Esultano Maschio padre e figlio. L’azzurra Alessia Orro: “Il campo ha detto che siamo più lontane rispetto alla serie scudetto”.
In settimana si è spento Beppone Brusi, l’architetto della Teodora Ravenna degli 11 scudetti di fila, Conegliano sogna di eguagliarne la striscia, in questa stagione può salire a 6 di fila, 7 totali. “Se saltelli, vince Santarelli”, cantano sempre i “non plus ultras”. “Non è stata una pallavolo esemplare – dice il coach invincibile -, abbiamo alternato momenti up and down e anche le giocatrici. I due roster sono incredibili”. Insomma sarà ancora Conegliano e Milano chissà quante volte.
Vanni Zagnoli
Da “Sportsenators.it”