Addio Villiam, per me eri come un padre, il padre che avrei voluto. Vicino di casa da 23 anni, 5 anni fa l’addio alla moglie, Maria

Devo essere soft, dal momento che il figlio mi aveva chiesto di evitare, già di ricordare la madre, Maria, scomparsa 5 anni fa. Ieri pomeriggio sono stato alla camera ardente, lo avvicino e chiedo: “Inutile chiederti se posso farlo ricordare sui media, vero?”. Meglio di no.

Poi però ho visto un necrologio, su Gazzetta di Reggio, e allora ho fatto un secondo video. Il primo l’avevo fatto fuori dalla camera ardente.

E’ morto il mio vicino dei sogni, il vicino ideale, l’anima pulsante del condominio di Migliolungo. Chiedo scusa al figlio, alla nuora, alle nipote, adorate, ma è più forte di me.

Quante volte Villiam mi ha dato un passaggio ad andarmi a prendere la macchina, quante volte, in questi 23 anni. Per me era come un secondo padre, un vero padre, peccato che sentisse poco, che bisognasse ripetere. Villiam era il vicino dei sogni, sempre allegro. Quante volte mi diceva, 20 anni fa, o giù di lì: “Hai la rabbia?”. Mi vedeva sempre di corsa, uscire la mattina, magari sbattere la portiera, involontariamente, magari con la sua macchina.

Quante discussioni, in assemblea di condominio. Villiam aveva 84 anni, è andato in ospedale due settimane fa, alle 4 di notte. Naturalmente io ero sveglio, non l’ho visto, avrei voluto vederlo, per l’ultima volta. Ieri la salma era già coperta.

Villiam, Villiam, Villiam era una buona pasta d’uomo, un omein ed chicolata, avrebbero detto i miei. Villiam aveva grandi valori, sempre una buona parola, per tutti. Aveva lavorato alle Reggiane, andava in vacanza a Baselga di Pinè. Quindici anni fa, forse, siamo usciti con mia moglie e sua moglie, e lui a dirci di uscire con gente della nostra età. Non importa.

Villiam era, è un grande personaggio, uno dei personaggi che mi sarebbe piaciuto raccontare, non ha mai voluto. Forse non ho neanche una foto insieme a lui e neanche la cerco.

Villiam era il prototipo del reggiano d’altri tempi, generoso e di compagnia, sempre in ordine, amava andare dal barbiere. Villiam era sempre disponibile, escluso quando magari teneva le nipoti o era al bar, al circolo Foscato. Villiam era il classico reggiano di sinistra, non si offenderà, la pensiamo diversamente.

Quanti discussioni, in assemblea, sul digitale terrestre o altre spese, a me piace la tecnologia, da sempre, ai meno giovani di meno.

Avrei dovuto andare a salutarlo, passare più tempo con lui, il problema era l’udito, proprio, e anche la mia disperazione, che negli anni si è acuita. Villiam era, è il reggiano perfetto, fedele alla moglie Maria. “La me Mariòla”, diceva. Villiam era l’amico di tutti, in condominio.

Quante volte mi aveva sistemato la ruota della bicicletta o il campanello o qualsiasi cosa. Era il manutentore di tutto e di tutti. Andava in vacanza a Baselga di Pinè, Trento. E poi andava al bar, al Foscato, appunto. “Vado in ufficio”, diceva.

Per anni ebbe la sfilata di parenti e amici, tantopiù dopo che era rimasto vedovo.

Villiam mancherà a tutti quanti l’hanno conosciuto. Esattamente come Pugi, altro vicino che se n’è andato ancora prima.

Villiam era, è, resterà nel cuore di tutti noi. Prima di scrivere una mail, di lasciare un audiomessaggio fra i tanti, avrei dovuto chiedere a lui. Villiam era, è, anche lassù sarà un punto di riferimento per tanti.

Ha vissuto la vita che voleva, semplice e bella. Lo ricordiamo così, tutti. Mancherà a tanti.

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