Addio, Vittorio Raio, per anni amico mio in Emilia, al seguito del Napoli per il Mattino. Era direttore di Radio marte, grande tifoso del Napoli. 69 anni di grinta: “Quel giocatore è un quaquaraqua…”

http://www.toniiavarone.it/news/lutto-nel-giornalismo-napoletano-si-spento-vittorio-raio

(v.zagn.) Addio Vittorio, amico mio. Dal ’93, forse, ci vedevamo in Emilia Romagna e a Verona, con il Napoli. Tu, inviato per il Napoli, con Ciccio Marolda e poi Francesco De Luca, con Paolo Barbuto. Oggi sono Roberto Ventre e Pino Taormina.

Il Mattino, il Mattino di Napoli, un onore avere collaborato e tuttora inviare proposte.

Rajo, con quel cognome tranciante, da sarto, da juta. Rajo, sobrio, capelli bianchi, magrerrimo. Rajo, un grande. Rajo.

Chissà quando iniziò a seguire il Napoli chi c’era. Leo Pacileo. Ricordo la rubrica, Ditegli sempre di sì. Lo ricordo al Processo.

Il Mattino è il quotidiano del Sud, è stato Armando Borriello e Toni Iavarone, è stato, è principi del giornalismo, De Luca inviato alle olimpiadi. Antonio Sacco, il povero Salvo Sapio. In passato Michele, Mimmo De Simone, Tullio.

Mamma mia, caro Vittorio, quanto Mattino, nell a mia vita, a Reggio Emilia, a Modena, a Bolgona, a Cesena, a Piacenza, a Parma, a Verona. Quanto Gaetano Borrelli, amico mio, quanto Mimmo Carratelli. E Mimì Pessetti. “Portatemi Mimì”, cantava De Gregori.

Vittorio. Il Mattino. Grazie a tutti, davvero, Vittorio mio. Grazie del suo saluto della tua stima, della tua stentoreità. “Sono Vittorio Rajo”.

Da Toniivarone.it

Lutto nel giornalismo napoletano, si è spento Vittorio Raio

Si é spento, all’età di 69 anni, Vittorio Raio autorevole firma del giornalismo napoletano e nazionale. Nato il 31 luglio del 1947, ha arricchito la vita e la carriera dei suoi colleghi lavorando a lungo per i settimanali “Sport Sud” e “Lo sport del Mezzogiorni” e poi per la redazione cronaca e poi per quella sportiva de ‘Il Mattino’ , fino a dedicarsi ad altre attività editoriali, come quella di direttore di Radio Marte. Ha collaborato anche con il blog ‘toniiavarone.it‘. Gianluca Iavarone e lo staff di toniiavarone.it si stringe al dolore di tutta famiglia per la grave perdita.
I funerali si terranno a Napoli, giovedì alle 10,30 presso la chiesa dei Fiorentini in piazza degli Artisti

Di Vittorio ho tanti ricordi, uno mi accompagna da sempre. Era l’estate del 1987, il luogo Lodrone, ritiro del Napoli. Ero stato appena assunto da “Il Mattino” e facevo il mio primo lavoro da “inviatino” – ormai categoria sparita: un inviato non di mansione, tuttavia occasionale – , lo incontrai dinanzi all’albergo-bunker del Napoli. Mi porse la mano sulla spalla e mi disse: “Sei giovane (in realtà non tanto, io ne ho 62 di anni e lui ha deciso di lasciarci a 69 anni), sei ancora alle prime armi -mi disse -, devo avvertirti che questo è un mondo dove ci si muove con cautela, con passi felpati. Perché c’è sempre qualcuno che vuol tendere un agguato.” Mi colpì quel benvenuto così tranchant. Però mi prese e mi fece capire pure un po’ di cose. Prima perché veniva da un inviato vero, di nome e di fatto, era una delle firme di punta di Sport Sud, e poi perché, pensando e ripensando a quelle parole, ne tradussi il rigore e la meticolosità che Vittorio infilava, giorno dopo giorno, tra le pieghe del suo lavoro. Vittorio era così, pareva burbero, ma in realtà era severo prima con se stesso e poi con chi gli stava a cuore. Ne fui certo quando passò alla redazione sportiva de Il Mattino. Ha vissuto per il giornalismo e per il Napoli, che conosceva a menadito dal passato al futuro. Il Napoli e il giornalismo erano, insieme alla famiglia, le travi sulle quali ha poggiato la sua esistenza. Ha sempre avuto umiltà nella testimonianza, ha raccontato il Napoli nella sua storia (da Ferlaino a De Laurentiis), mentre essa si formava, mentre bolliva di successi e anche dolori. Sapeva essere semplice e chiaro, mai un arzigogolo, mai una concessione a certi innamoramenti letterali o a certo snobismo giornalistico. Gli interessava arrivare diritto alla notizia e raccontarla come tale, cruda, senza fronzoli. L’ho apprezzato per la sua emozione sempre viva e per l’amore che metteva nel suo lavoro. Ciao Vittorio, ora che il tempo non ti appartiene più, resterai ancor più eterno nei nostri ricordi. E so che lassù, il cielo sarà sempre azzurro per te, per quel colore che ti ha riempito il cuore di passione per il tuo, solo tuo, Napoli. 

A cura di Giangabriele Perre

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