Alganews.it, sci: il ritiro di Massimiliano Blardone a 37 anni. L’intervista del 2011 a Libero: “Continuo almeno all’olimpiade del 2018”. Si è fermato con due anni d’anticipo…

Massimiliano Blardone
Massimiliano Blardone

(v.zagn.) Come Dada Merighetti, Massmiliano Blardone lascia lo sci, è stato fra i migliori specialisti del millennio, molto continuo. Qui si raccontava per Libero, dopo un podio eccellente, 5 anni fa.

A 32 anni, Massimiliano Blardone è il più forte sciatore italiano. A Crans Montana (Svizzera), ha conquistato il 7° successo in gigante: fanno 24 podi, 4 consecutivi, il primo fu nel 2004.
Max, la prima doppietta è arrivata alla 13^ coppa del mondo…
“Il segreto è nella costanza di allenamento, in ogni situazione: fisica, mentale e persino meteorologica. E’ la chiave della mia carriera sino a oggi, escluso lo scorso anno, in cui le condizioni non me lo permettevano”.
Cos’ha cambiato?
“I materiali, con i quali non mi esprimevo al meglio. E poi è mutata la situazione della squadra, non c’è più il precedente responsabile”.
Ovvero l’allenatore Matteo Guadagnini, adesso guida l’altoatesino Alexander Proche, mentre il francese Jacques Theolier è responsabile anche degli slalomisti.
“Occorre lavorare per gli atleti, non contro, come avveniva prima, così sono tornati i risultati”.
Sino a quando continuerà?
“Almeno al 2018”.
Addirittura…
“Mi piacerebbe arrivarci. Se tutto va come ora, perchè no?”.
Lo svizzero Didier Cuche lascia a 39 anni, sostiene proprio che uno sciatore raccoglie il meglio dopo i 30.
“Spero di arrivare a quell’età nelle sue condizioni”.
Ai primi di aprile intanto la compagna Simona la renderà padre. Come si chiamerà il primogenito?
“Non lo diciamo, è un nostro segreto”.
E’ finanziere, di Domodossola, non una terra di sciatori…
“C’è qualche ciclista, nella mia provincia, Verbano-Cusio-Ossola”.
Ha vinto in Alta Badia, è stato terzo ad Adelboden, secondo nella bufera di vento in Bulgaria, mentre domenica ha preceduto l’austriaco Marcel Hirscher.
“Gli auguro di vincere la coppa del mondo, se la merita, con questi grandi risultati”.
In gigante è primo con 545 punti, davanti all’americano Ligety (413), poi arriva Blardone con 358: il 10 marzo gareggerete a Kranjska-Gora (Slovenia), il 16 le finali a Schladming (Austria).
“Per aggiudicarmi la coppa di specialità dovrei vincere entrambe le ultime gare e loro non portarle a termine. E’ quasi impossibile”.
A inizio anno si era distorto la caviglia destra.
“Mi ero infortunato due giorni dopo Adelboden, per recuperare sono state necessarie tantissime terapie. Mi sono allenato poco, in questo mese e mezzo, è stata dura”.
Per l’Italia dello sci è una grande stagione?
“Discreta. Hanno vinto anche Cristian Deville (più due podi), e Daniela Merighetti (più un altro). Due medaglie anche per Gross e Brignone, una per Innerhofer e Razzoli. In fin dei conti siamo solo in 7, fra i primi 3”.
Tomba si aggiudicò 15 giganti, Thoeni 11, intanto lei ha raggiunto Piero Gros a 7.
“E spero di vincere ancora. Mi mancano medaglie olimpiche, mondiali e coppa di specialità”.
Qual è il bello dello sci?
“Quando tagli il traguardo e vinci. All’inizio era divertimento, adesso è un lavoro”.
Ha festeggiato anche con le compagne di squadra?
“C’è un buon rapporto con tutte, in particolare con chi ha condiviso varie stagioni. E’ in atto un cambio generazionale, sulle piste ci si vede poco, servirebbe tempo per conoscersi”.
Più vecchi di lei ci sono unicamente Alexander Ploner (classe ’78) e Davide Simoncelli (’79). E’ il gigante a invitare alla longevità?
“Sono annate buone, siamo atleti di vecchio stampo”.
Si saranno pentite le 170 aziende che l’anno scorso avevano rifiutato di sponsorizzarla…
“Ora sono oltre 200. La situazione del nostro governo è lì, da vedere. Tutti fanno i conti con gli euro, non sono caramelle e spendono ancora poco”.
Blardone quanto ha guadagnato?
“Poco, per quanto ho fatto”.
Con Denver Danilo Gallinari ha firmato un quadriennale da dieci milioni di dollari a stagione.
“Fa bene a sfruttare il suo momento, lo ammiro. E’ dovuto emigrare, per svolgere al meglio il suo lavoro. Mi fa sorridere chi pratica sport solo per passione, in tal caso significa che a livello familiare sta già bene”.

Vanni Zagnoli

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