Balotelli può anche andare, per fortuna c’è ancora Di Natale; Foscarini meritava la panchina del Milan più di Inzaghi e dell’Udinese più di Stramaccioni.

foscariniParte il campionato e c’è una certezza. Il calcio italiano perde colpi, da anni, sembra ritornato indietro a quando ero bambino, a livello di competitività in Europa, ovvero eliminazioni ai primi turni nelle coppe, sul finire degli anni ’70.

Per fortuna Balotelli è tornato in Inghilterra e ha dichiarato che tornare in Italia è stato un errore. Così ce ne siamo liberati per un po’. Uno che dice così difficilmente sarà riproponibile in serie A, per alcuni anni. Ne ha 24, ha davanti un decennio da potenziale primattore, ma altrove. Per una manciata di buone prestazioni, tante sono state deludenti.

Fossi in Conte, gli darei un bel segnale. Fuori per le prime convocazioni, tornerà quando lo meriterà anche come uomo.

Fra Lippi e Prandelli, tenevo Prandelli, lo ritengo non inferiore, in valore assoluto, ma ha puntato troppo su quell’egocentrico e poi mi fermo con le parole perchè non è carino.

Non amo gli show mediatici, neanche di Cassano, per esempio. Le sue conferenze stampa da 3 anni sono gag comiche, preferisco da sempre personaggi molto diversi.

Mi passate la provocazione? Preferisco la storia di Bertoneri. Mannò dai, non esageriamo, restiamo sull’attualità.

Purtroppo manca il mio personaggio in assoluto preferito, Francesco Guidolin. Mister Sottovalutazione, mister miracoli.

Per fortuna c’è ancora un idolo, da un decennio primattore del nostro calcio, Antonio Di Natale. Amo nomi e cognomi, dati e date, essere tassonomico e allora per me è Antonio, Totò lo lascio agli zuzzurelloni, a quelli che vogliono far ridere a tutti i costi, nei pezzi.

A Sky, ho reincontrato Mario Sconcerti. Ecco, ne sottoscrivo il commento su Balotelli. Lo stile, l’intelligenza, le provocazioni, la tattica e tecnica, il coraggio.

Non ricordo tante battute sue, nei pezzi “Non mi vengono”.

Ecco, amo il calcio di Antonio Di Natale più che di Balotelli. Amo le cassanate in campo, perchè ce ne sono state tante, in queste sue 16 stagioni da professionista, vado a memoria, non controllo, e molto meno quelle di fuori.

Il calcio di Antonio Di Natale è molto, è lo sport dei virtuosi sul campo. Fuori amo la sobrietà, l’introspezione.

Il calcio è più povero, senza Alessandro Nesta. Il calcio può prescindere da Balotelli. Il razzismo non c’entra. Il calcio non può prescindere dall’James Rodriguez del mondiale, da Mario sì. Mario non è un simbolo dei ragazzi di colore che ce l’hanno fatta, Mario è simbolo di se stesso, di chi è presuntuoso dentro e fuori.

Dipendesse da me, le aziende non dovrebbero sponsorizzare Mario, preferisco personaggi diversi a lui.

Poi sapete come la penso.

Claudio Foscarini avvia la 10^ stagione di fila, più due alla primavera, con il Cittadella. Se Seedorf ha allenato, benino, il Milan, se Inzaghi lo guido dopo appena un biennio con la primavera, lui meritava sicuramente di più quella chiamata.

Perlomeno, per esempio, meritava l’Udinese più di Stramaccioni. Niente contro Strama, Montella – bravissimo – o Inzaghi o Seedorf.

E’ che in Italia ci sono superprofessionisti molto sottovalutati e altri che hanno canali privilegiati.

Un allenatore andrebbe giudicato per i risultati, lo spettacolo, la crescita dei giocatori e il fairplay. Il nome per me non esiste. Per me, in potenza, Stramaccioni vale Lippi. Lippi, però, è partito dalla Carrarese, vado a memoria, mica dall’Inter.

Non amo il calcio degli amici, di chi si vende bene, degli yesmen. Nè, lo sapete, amo il giornalismo e in generale le professioni di piacioni, dei sorridenti, dei battutisti, degli sdrammatizzanti, degli allegri, dei finti simpatici. Preferisco gli anticipi, i depressi, i noiosi. Come me, proprio. Preferisco annoiare che far divertire.

In tanti, ormai, in Italia, fanno divertire, io preferisco annoiare.

Preferisco uno 0-0 e una partita brutta ma combattuta a un 6-0 dell’Inter sugli islandesi.

Foscarini, dicevo, ma tantissimi valgono altrettanto. Almanacco alla mano. Ventura, ecco. Ventura al Milan, altrochè Inzaghi. Poi Inzaghi diventerà bravissimo, ma intanto lavori dal 79 in provincia, come ha fatto anche Reja, prima di arrivare a una grande.

Sapete quanto Foscarini, Reja, Ventura ma persino Papadopulo ci sono in Italia? Papadopulo, sì. Andatevi a leggere i risutati, a vedere i filmati delle sue squadre, del Papa.

 

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