Da Gazzetta di Parma. Vittoriano Guareschi, ex pilota di superbike e collaudatore in motogp: “Valentino Rossi sarebbe protagonista anche in Formula Uno. Non scende mai dal podio”.

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Vittoriano Guareschi ai tempi della Ducati, con Valentino Rossi

Grazie a Gabriele Balestrazzi, per avere avallato un’idea che a livello nazionale è difficilmente proponibile, dove collaboro io.

http://www.gazzettadiparma.it/news/24-ore-sport/283637/Valentino-visto-da-Guareschi.html

Di Vanni Zagnoli

Allora non è finito. Valentino Rossi sembrava un ex, a 36 anni è in testa alla classifica del mondiale. Valentino alla Ducati era penalizzato dalla moto, che adesso è molto competitiva, al di là del valore individuale di Dovizioso e Iannone.
Nella casa di Borgo Panigale, il suo team manager era il parmigiano Vittoriano Guareschi. Ora collaudatore di Valentino, in Yamaha, è Massimo Meregalli, brianzolo di Biassono.

Vittoriano, perchè ha lasciato?
“Avevo bisogno di più tempo per un discorso familiare – racconta il 44enne ex motociclista, abitante a Parma, vicino al campus -. Ho perso papà Claudio, a inizio 2013 e come famiglia abbiamo una concessionaria di moto, in città, e allora sono impegnato lì: con mio fratello Gianfranco, 40enne, abbiamo 4 dipendenti”.

E poi fa il marito e il padre…
“Laura, mia coetanea, lavora nel marketing della Daviness, è il marchio della Confort Zone: abbiamo due figli: Matilde, 5 anni, e Federico, di 12”.

Valentino è favorito per il titolo?
“Lo vedo in lotta con Jorge Lorenzo, non credo che altri possano inserirsi. Le Yamaha vanno molto bene, la Ducati non è a quel livello. Vale è davvero in forma, quest’anno non è praticamente mai sceso dal podio”.

In cosa è speciale?
“Raccoglie sempre il massimo da ogni weekend, anche quando il livello della competizione è altissimo. Al Mugello la moto non era a posto, non era in grado di combattere per la vittoria ma ha ottenuto il terzo posto. Era una chimera, dopo il warmup, il fine settimane era sfavorevole, neanche lui era in forma eppure questo lo differenzia da tutti gli altri”.

Lo sente ancora?
“L’ultima volta è stata la scorsa stagione, quest’anno non ancora”.

Diventerà altrettanto forte il fratello minore Luca Marini, figlio di Stefania Palma, la mamma di Valentino? “E’ penalizzato dall’altezza, in quanto è quasi uno e 85. E i piloti in genere sono bassi. Partecipa al campionato spagnolo di moto2, gestito dalla Dorna, la stessa organizzazione che cura il mondiale di moto2. Dovrebbe essere ancora in moto3, dunque è già un passo avanti”.

Perchè non ha mai tentato il passaggio in Ferrari?
“Fra noi non ne abbiamo mai parlato. La storia risale al 2007, aveva valutato e provato la Rossa, ma poi decise di restare in motogp, dov’era certamente protagonista”.

Nell’automobilismo secondo lei arriverebbe 18°? Cioè ultimo?
“Non penso proprio, certamente non è da coda del gruppo”.

Vittoriano, quale podio mondiale prevede, anche fra i costruttori?
“Lorenzo e Valentino Rossi, poi Dovizioso, Iannone o Marquez. Se lo spagnolo trova forma e concentrazione, sicuramente ha tutte le carte per restare sul podio finale. Adesso va forte anche la Ducati, sono molto competitivi. Il podio delle case di moto è più facile: Yamaha, Ducati e Honda”.

La Ducati arrivò sul tetto del mondo nel 2007, grazie soprattutto all’ingegnere Filippo Preziosi, tetraplegico. Aveva davvero progettato una moto inguidabile, nelle stagioni di Valentino a Borgo Panigale?
“Erano cambiate le gomme e il telaio, non era più all’altezza delle altre. Si trattava di un insieme di cause. Le corse vanno a periodi, pensate alla Ferrari e alla McLaren, sono cicli che toccano anche il mondo del racing. Chiaro che se la crisi avviene con Valentino si amplifica l’eco”.

Ora che peso hanno l’ingegner Gigi Dall’Igna e l’ad Claudio Domenicali?
“Per me è difficile giudicare. Sono uscito un anno e mezzo, appena dopo l’ad Gabriele Del Torchio, passato ad Alitalia, quindi non conosco le gerarchie in Ducati. All’epoca l’Audi era appena entrata, non so quanto sia coinvolta, immagino parecchio”.

Lei non ha nostalgia del circus?
“Relativamente. Guardo tutte le gare, sempre. Sono rimasto nel giro per 27 anni, da quando debuttai in gara a 16, ora mi godo una libertà diversa. Sono stato pilota: due volte vicecampione mondiale nel Supersport, per 4 stagioni in Yamaha superbike, con l’8° posto come migliore risultato, e i 9 anni da collaudatore in Ducati, più 4 da team manager. Avevo bisogno di rifiatare”.

Per quali campioni ha fatto il collaudatore? “Loris Capirossi, poi Casey Stoner quando vinse il mondiale. Anche per Gibernau, Carlos Checa, Nicky Hayden. Sino al 2010, quando iniziai a fare il team manager, dello stesso Valentino”.
Quando rientrerà, allora?
“Penso di restare fuori. Mai dire mai, ovvio. Diciamo che mi godo lo stare a casa, fin da ragazzino in pista. Ho fatto più volte il giro del mondo, direi una cinquantina, in tutto. Per una ventina d’anni sono stato più in hotel che nel letto di casa…”.

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