Da Alganews.it, Simonetta Martellini. Diario di un’inviata. Dopo 23 anni, il premio alla carriera, ritirato a maggio, per le finali scudetto.

martellini

https://luciogiordano.wordpress.com/2015/05/19/diario-di-uninviata-dopo-23-anni-il-premio-alla-carriera/

(s.occhiuto) Simonetta Martellini è la figlia del celebre Nando, telecronista Rai del calcio che coniò il celebre Campioni del Mondo ripetuto tre volte dopo il fischio finale della  vittoriosa finale sulla Germania l’11 luglio 1982 allo Stadio “Santiago Bernabeu” di Madrid. Radiocronista della televisione di stato ha seguito oltre alle gesta del pallone, soprattutto la nazionale di volley maschile tra Olimpiadi, Mondiali, Europei e il campionato maschile di Serie A1.

(v.zagn.) Recuperiamo ora questa bella pagina dell’amica della Rai di Bologna, eccezionale appassionata di volley, premiata a metà maggio per la carriera, appunto, da neopensionata, alle finali, a Modena.

DI SIMONETTA MARTELLINI

Mi ero inviata da sola a gara 4 di finale scudetto, mercoledì scorso. Felice di rivedere tanti amici e di riscoprire un Palapanini ribollente come ai tempi delle glorie gialloblù. Primi tra gli amici, Chiara Mazzoni e Fabrizio Rossini della Lega pallavolo. Il mio prepensionamento non ci ha separato, siamo rimasti in contatto perché gli anni, i chilometri, le fatiche condivise dietro avvenimenti e palloni hanno creato tra noi un legame di affetto vero. Il mio posto in tribuna stampa era quindi accanto a loro. Da spettatrice rilassata, senza alcun pensiero di linea telefonica, cavi, microfoni, spazio per scrivere e spazio per muovermi.

E con un lusso in più: potermi allontanare durante i sei minuti di riscaldamento a rete immediatamente precedenti l’inizio della gara. Sei minuti pericolosissimi, per l’incolumità personale e delle apparecchiature. In campo infatti sono vivi numerosi palloni, impossibile tenerli d’occhio tutti mentre si è costretti a fare altre cose. Il colpo inaspettato è un rischio costante e da temere, vista la velocità a cui viaggiano le schiacciate. Me ne vado al bar, dunque, per uno spuntino. Fila alla cassa interminabile e mentre ne faccio un’altra al banco mi telefona Chiara: Dove sei? Corri in tribuna stampa! Ti cercano! No, non hai tempo di mangiare!

Mi faccio incartare la mia pizzetta e corro. Apparentemente nessuno ha bisogno di me. Luca Muzzioli di Volleyball.it, altro caro amico di una vita, mi fa strane domande, intavolando una conversazione che non sta né in cielo né in terra. E io ho una voglia di addentare la mia pizzetta! Che invece Fabrizio Rossini mi strappa improvvisamente dalle mani, intimandomi di ascoltare lo speaker Antoine.

Scopro così di essere al centro della scena, per la bellissima sorpresa di una inaspettata premiazione. Un pallone d’oro alla carriera da parte della Lega pallavolo. Sull’etichetta c’è scritto solo: “a Simonetta, grazie”, con la semplicità di chi ti vuole bene.

E intorno a me vedo solo sorrisi, di amici e conoscenti che hanno condiviso con me ventitré anni di passione. Riesco a malapena a ringraziare, la lacrimuccia spinge per comparire, e solo qualche ora più tardi avrò le idee chiare su cosa e come è accaduto, e su quanto grande sia stato l’omaggio.

In fondo, però, credo che tutti abbiano capito quanto, in quel momento, fossi… nel pallone.

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