Enordest.it. Francia-Argentina. Chi vince fa tris

(enordest.it)

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Vanni Zagnoli

Dunque ci siamo, alla finale, alle 16 di oggi, domenica 18, termina il mondiale, con Francia-Argentina. E’ una delle finali più attese, l’alternativa un mese fa poteva essere Brasile-Francia o Brasile-Spagna. O, soprattutto, Brasile-Germania, se i tedeschi non avessero fatto flop come nello scorso mondiale.

Oggi il pronostico è leggermente dalla parte francese, per la solidità difensiva, per l’imprendibilità di Mbappè e non solo, dipenderà anche dalle assenze, Rabiot era in formissima e ha dovuto saltare la semifinale con il Marocco.

Torniamo alle semifinali, entrambe si sono decise rapidamente, due errori difensivi della Croazia, che era stata quasi perfetta, nelle prime 5 gare, originano il 3-0 dell’Argentina, con la doppietta del 22enne Julian Alvarez, del Manchester City, talento che in prospettiva, come incidenza, vale Messi e Mbappè. Soprattutto, l’attaccante esterno procura il rigore che sblocca il match, realizzato dalla Pulce. Che lo chiuderà con uno slalom a destra.

E’ l’ultima occasione per Lionell Messi, al 5° mondiale, 8 anni fa raggiunse i supplementari in Germania-Argentina, stavolta non sarà più facile.

Francia-Marocco è andata secondo pronostico, in realtà con un errore difensivo in avvio dei magrebini e così Theo Hernandez segna, sfruttando l’assist non così volontario di Mbappè. I francesi manca il raddoppio con Giroud, il 36enne che resterà al Milan per un’altra stagione e che coglie anche un palo. Un legno anche per il Marocco, sul finire del primo tempo. Nella ripresa, la Francia controlla, il Marocco subisce il secondo in contropiede di Mbappè, chiuso da Kolo Muanì, gli arabi meriterebbero almeno un gol, hanno costruito anche più del solito, contro la nazionale più accreditata assieme al Brasile.

C’è una considerazione che facciamo sempre, in ogni grande manifestazione a eliminazione diretta, ma il discorso sarebbe valido anche per i gironi. Quali sono state le vere semifinali? Quali le gare più complicate?

La Francia, dunque, ha faticato forse più di tutte con la Danimarca, che aveva azzeccato la sua miglior partita, poi avrebbe chiuso quarta, resistendo in parità sino a 4’ dalla fine, come nessuno poi. Ovvero, la Tunisia addirittura ha battuto i campioni in carica, ma erano già certi del primo posto.

La vera semifinale per i transalpini è stato il 2-1 sull’Inghilterra, che meritava almeno i tempi supplementari.

Per l’Argentina, lo scoglio maggiore è stato l’inizio, la sconfitta con l’Arabia Saudita, l’obbligo di battere poi il Messico, mentre con la Polonia poteva bastare il pareggio, con il senno di poi. E poi, naturalmente, la rimonta dell’Olanda, da 2-0 a 2-2, nei quarti di finale, molto più sofferti, decisi ai rigori, rispetto al 3-0 alla Croazia. Peccato che la sfida vinta dal dischetto, per i sudamericani, sia finita con gli sberleffi ai Paesi Bassi, provocatori ma anche provocati.

L’Albiceleste, dunque, vanta un secondo posto nel 1930, finale persa contro l’Uruguay, la prima, poi gli ottavi. Ritornò nel 1958, ai camiponati del mondo, raggiunse i quarti nel ’66, i due titoli in tre edizioni, poi la finale persa a Italia ’90. Da lì, l’Argentina era la naturale favorita, almeno da finale, è solo alla seconda, per il resto ha collezionato eliminazioni al massimo ai quarti, nonostante rose di qualità notevole, forse inferiori solo al Brasile. In copa America, un po’ meglio, in questo millennio 4 argenti, un bronzo e l’ultimo titolo, sul Brasile.

La Francia arrivò terza nel 1958, quarta e poi terza con Platini, negli anni ’80, quando valeva tranquillamente il titolo ed era persino più spettacolare, nell’82, degli azzurri. In tutto non si è qualificata per quattro volte, le ultime negli anni ’90. Da allora ha vinto il titolo a Parigi, è arrivata in finale nel 2006, con l’Italia, dopo avere eliminato il Brasile, ai quarti otto anni fa e campione in Russia, con Mbappè che si già si rivelava. Insomma, due finali vinte su 3. Idem agli Europei, due titoli e la finale del 2016.

La gloria della Francia è degli ultimi 40 anni, quella dell’Argentina è partita appena prima, nel ’78, con il mondiale vinto in casa con contestazioni.

Dopo una grande manifestazione, come sempre cambiano tante panchine e altre salteranno nei prossimi mesi.

Louis Van Gaal era pronto a lasciare il posto da ct degli orange a Ronald Koeman, già prima, l’ex centrale difensivo inizierà a gennaio. Per Van Gaal 20 partite senza sconfitte ma nessuna finale, nel suo ritorno ai Paesi Bassi.

Il brasiliano Tite, dagli avi mantovani, era già stato incerto se restare per il secondo mondiale, è rimasto 6 anni, adesso fra i candidati alla seleçao ci sono anche Carlo Ancelotti e Mourinho, mentre Guardiola ha già rinunciato.

Il Belgio ha salutato Martinez, mai in finale nonostante un decennio di campioni, ha aperto le candidature.

La Spagna dice arrivederci a Luis Enrique, arriva Oscar de la Fuente, che avevamo conosciuto agli Europei under 21 vinti tre anni fa, a Udine. 

Tata Martino, argentino, esce dal Messico, il portoghese Bento dalla Corea del Sud. Otto Addo lascia il Ghana, uscito al primo turno, e torna in Germania, a fare il talent scout per il Borussia Dortmund.

Infine Fernando Santos, il brasiliano era al Portogallo, ha vinto l’Europeo del 2016, incredibile, e la Nations league del 2019. Adesso i lusitani cercano pure Mourinho.

Da “Enordest.it”

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