https://www.enordest.it/2022/11/13/la-juve-passa-la-mano-anche-nel-calcio-femminile/
https://www.derbyderbyderby.it/notizie-calcio/femminile-tifo-bianconero-ma-supercoppa-giallorossa/
Vanni Zagnoli
Forse è davvero cambiata la leadership del calcio femminile. La Roma vince ai rigori la supercoppa, per una volta forse era favorita sulla Juve, in campionato è davanti, a fatica si è aggiudicata il trofeo, sotto i nostri occhi.
La Juventus ha lasciato pochissimo, in 4 anni e mezzo, solari, resta un fenomeno unico, con 10 trofei: 5 scudetti, 2 coppa Italia e 3 supercoppa; ha lasciato solo una coppa Italia alla Fiorentina, in finale sul Brescia, e una alla Roma, sul Milan; poi una supercoppa, alla Fiorentina, e quella di sabato scorso, a Parma, alla Roma.
Difesa bianconera a 4, linea perfetta, la norvegese Haavi è comunque pericolosa sulla destra, con un cross e poi con lo scambio decisivo, su rimessa laterale serve Valentina Giacinti che gira a rete. Nella chiusura mancata si avverte l’assenza di Sara Gama, alle prese con un affaticamento muscolare, al centro giocano l’azzurra Salvai e Sembrant. La reazione è in un punizione da destra, la mancina Lisa Boattin calcia contro la traversa. Il gioco è spesso fermo, per scontri non leggeri, la squadra di Montemurro prende il comando delle operazioni dopo mezzora, manca sempre un pizzico di precisione. Nelle partenze, sembra un po’ la Juve di Allegri.
Anche fra le donne c’è l’invasione delle straniere, con 5 titolari a testa. L’incitamento allo stadio Tardini è come fosse per una partita di serie C maschile, via, con i tamburi e la prevelanza piemontese: “Oh, bianconere alè, bianconere alè”. Sono chiuse entrambe le curve, il colpo d’occhio nei distinti è buono, larghi vuoti invece nella tribuna.
Miglior calciatrice dell’ultima stagione, Lisa Boattin soffre, a sinistra, Serturini la punta, crossa per Giacinti, la conclusione è scolastica. La Roma controlla Caruso, abile nei movimenti fra le linee. All’intervallo sul cross di Beerensteyn, olandese di colore, Girelli perde il suo abituale tremendismo delle finali e calcia alto: aveva deciso la precedente supercoppa, a Frosinone, con il Milan, evitando i tempi supplementari.
La Juve meriterebbe pure il pari, per quanto ci prova, un sinistro di Beerensteyn è fuori, certo la Roma difende con intensità e concedendo il meno possibile. L’allenatore Alessandro Spugna fa pressare alto, gli accenni sono di 4-2-4, la tattica è come fosse al maschile, con relative perdite di tempo.
Al femminile non c’è il Var, l’arbitra Maria Marotta vede comunque bene una punizione dal limite per il tocco della giapponese Minami su Bonansea. Da quella sorta di angolo corto pareggia Lisa Boattin, direttamente su punizione, a sorprendere il portiere romeno Ceasar. Resta mezz’ora e c’è aria di supplementari. Anzi, la Juve continua a percuotere, da destra Girelli incrocia fuori. Arrivano due cambi juventini, uno fra le romaniste. Caruso segna ma in netto fuorigioco, la Roma replica con una traversa, altrettanto in posizione irregolare. Esce Bonansea, l’ala sinistra della Juve che aveva fatto entusiasmare l’Italia, ai mondiali, ora ha perso smalto. Non la pressione bianconera, con conclusioni di Cantore e Bonfantini, subentrate, controllate a fatica a Ceasar. Dalla sinistra, Boattin imposta, attacca, lascia sguarnita però la sua fascia, Glionna non ne approfitta, calciando alto. A 25 anni Boattin è comunque davvero trascinante. Ha 25 anni, è di Portogruaro, cresciuta nel Venezia, giocava già titolare in serie A a 14 anni, poi due stagioni a Pordenone, altrettante a Brescia, con scudetto, una a Verona e l’approdo alla Juve nel 2017, per animare questo ciclo straordinario.
Il forcing torinese vede due parate di Ceaser, la Juve è stata superiore.
Anche in avvio di supplementari, poi il match si riequilibra e anche Peuraud-Magnin è chiamata a un intervento difficile, su Glionna. Il finale è in parte giallorosso, con splendide inquadrature di La7, da un drone altissimo. Le ultime sostituzioni sono per i rigori, effettuate da John Montemurro, australiano di origine lucana, e da Spugna, il torinese che ha portato la Roma in Champions league e adesso al comando della serie A.
Dal dischetto il primo errore è di Glionna, altissimo, la rimette in sesto per la Roma Camelia Ceasar, parando su Cristiana Girelli, che poi piangerà. Nell’ultima serie, Haavi segna, mentre Cantore si fa ipnotizzare da Ceasar: vince la Roma 5-4, 1-1 i tempi regolarmentari e supplementari. A festeggiare c’è anche il pupazzo con la scritta Romolo.
Spugna ammette: “La Juve ha avuto qualche occasione in più e il predominio a inizio secondo tempo. Non domini e vinci certe gare, determinate dagli episodi. A mio avviso non era fallo il contatto che ha portato al gol della Juve, senza quella punizione magari la partita sarebbe finita prima. In realtà noi avremmo meritato la coppa Italia a Ferrara, a maggio”.
Con questa sconfitta, la Juve non è più regina incontrastata del nostro calcio. “Ci sono più squadre in lotta per lo scudetto, quest’anno si alza tanto il livello”.
Era il primo trofeo con il professionismo femminile, nel calcio, la Figc sta spingendo molto sulle donne, lo spettacolo è stato più che discreto.