éNordEst. Maneskin e la generazione dei follower

https://www.enordest.it/2021/05/30/maneskin-e-la-generazione-dei-follower/

di Vanni Zagnoli

Giorno e notte, da anni assaporo il costume e la gente, ascolto i dialoghi veri, l’iperrealismo della società. E allora davvero ci rendiamo conto quanto ruoti attorno alla bellezza, al bel viso, al bel corpo, alla seduzione, agli atteggiamenti, al moineggiare, al dare buon umore, allo scherzare o al ridere in maniera sguaiata, quasi mai disinteressata. Ci accorgiamo di quanto conti il look, il colpire l’attenzione, il farsi ricordare. Stessa cosa per chiunque abbia una qualsiasi attività rivolta al pubblico. Già, il marketing. E i social networks. Quali sono gli ingredienti per avere successo? Un bel viso, l’abilità con la tastiera, la frase giusta su twitter, la foto osé ma non troppo su instaurami, il video azzeccato su youtube, il messaggio magari buonista su facebook, il ricordo giusto. In più molti salgono sul carro della sicurezza o della difesa delle donne, delle forze dell’ordine o della politica, insomma qualsiasi cosa pur di far parlare. E’ un tutt’uno, ormai, la nostra società, ammesso che tutt’uno si scriva così. La bellezza porta autostima, sempre e comunque. Tutto ti è concesso, fai il pieno di follower ovunque, hai centinaia di persone che fanno a gara per corteggiare, dal vivo e sui social, in privato e in pubblico, nei luoghi di cui sopra, sperando nel di cui sotto.

Maneskin e follower

E’ un fatto che, in tanti contesti, il tempo libero viene vissuto per monetizzare, in soldi o visibilità o riconoscimenti, e quindi i pranzi e le cene di lavoro sono l’occasione per fare strada.

L’arte di vendersi. Quando diciamo così vogliamo dire che si creano le condizioni per un ritorno d’immagine e di interesse. La fidelizzazione del cliente – l’account degli sponsor ma anche i clienti di un semplice barbiere -, il creare l’atmosfera giusta perchè le persone tornino o vengano solo da te, per i servizi che offri.

I follower

E questo fa sì che poi si ringrazi sui social, ci si adoperi per amici, colleghi, magari distruggendo con post anonimi le attività dei concorrenti dell’amico.

Bellezza e simpatia, energia e buon umore, dentro e fuori dal lavoro, ovunque. Qualunquemente, direbbe il comico Antonio Albanese. Chiunque è padrone della propria immagine e allora la concede a chi vuole, quando ha un ritorno certo.

La gente comune

Nel mondo sono moltiplicate figure di comunicatori non giornalisti ma di enorme successo, le e gli influencers, appunto. E sono contesissimi, non solo Chiara Ferragni, e si raccontano. E’ un mondo bellissimo, in un mondo comunque bellissimo, fatto di giovani accattivanti, che si riprendono a colazione, a provare vestiti e a pranzo, ovunque e qualunquemente, così da portare visibilità alle attività di vertice. Il lusso visibile a tutti.

Gli addetti ai lavori

Alla gente comune, a quelli che fanno informazione per mestiere, basta ribattere che non si può riprendere, chiedere, registrare. Che c’è la privacy. La privacy prima di tutto. I divieti scattano per molti ma non per tutti; è come la legge è uguale per tutti ma per qualcuno un po’ più uguale.

Parliamo dei Maneskin e dei follower

Volevamo, in realtà, raccontare del leader dei Maneskin, vincitore di Sanremo, piace ai giovani e anche alle giovani, ha raccontato di essere conteso da donne molto più grandi dei suoi 19 anni, è un classico, è la conferma di quel che sosteniamo, di quanto facciano la bellezza, il fascino, il savoir faire, l’essere conturbanti. Ha un milione di follower, neanche controlliamo il nome. Sarà personaggio fin quando vorrà, idolo di una generazione senza valori ma anche di valori, perchè ci sono giovani e giovani, superficiali e profondi, colti e leggeri, simpatici e arrabbiati. Nome danese, i Maneskin hanno vinto l’Eurofestival

Addio tradizione italiana

Eppure della grande tradizione della canzone italiana hanno pochino. Che differenza con gli unici altri vincitori, Gigliola Cinquetti e Toto Cotugno. Ovviamente, senza nostalgia.

Da “éNordEst.it”

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