Fiorillo para due rigori, Vicario uno. Sbaglia Iemmello, Pescara salvo, Perugia in C

(Roberto Settonce/Andrea Pomponi LaPresse)

di Vanni Zagnoli

E’ la sera della salvezza, del Pescara, della serie C del Perugia. Era risalito nel 2014, dopo essere finito anche in D, quando ancora c’era la C2, il presidente Santopadre voleva la serie A, era stato gratificato da 4 playoff, senza peraltro mai avvicinare la finale, torna in C. Respirano Massimo Sebastiani e l’Abruzzo, regione non ricca, ma zeppa di talenti, esulta di sicuro, davanti dalla tv, Francesco Di Fulvio, il miglior pallanotista al mondo, figlio di Franco, altro fan dello sport pescarese.

Finisce ai rigori, come il mondiale del 2006, allora Massimo Oddo si mise lo shampoo in testa e fece i 400 metri dello stadio, di corsa, allo stadio Renato Curi retrocede. 

Risolvono le due parate sui tiri dal dischetto di Vincenzo Fiorillo, vincitore della coppa Italia primavera nella Sampdoria, a inizio decennio, di fronte a Dazn è quasi in lacrime, per la tensione. E’ in comproprietà con la Juventus, toccò il punto più basso nel 2013, retrocedendo con il Livorno, nel 3-3 con la Reggina sbagliò tanto. E’ commovente ascoltarlo, nella dedica alla famiglia, nel pensiero ai tifosi. La salvezza è anche un po’ merito di Luciano Zauri e di Legrottaglie, altenante l’ex laziale, troppo spregiudicato l’ex azzurro, Sottil è uscito nelle gare chiave.

Al Curi c’è tensione, confusione, anche senza il pubblico, sarebbe stato esaurito, per questa sorta di derby dell’Italia centrale, fra piazze storiche. Quarant’anni fa il secondo posto in serie A, con Ilario Castagner. Si salva, invece, Sebastiani, per due volte in serie A, in questo millennio, con Zeman, grazie a Immobile e a Insigne, e poi proprio con Oddo, dopo una finale playoff persa a Bologna. 

Il successo dagli 11 metri gratifica Andrea Sottil, ex difensore anche in Europa, con l’Udinese, eccellente, da tecnico. Serie C per Massimo Oddo, in rottura prolungata, dopo la promozione proprio in Abruzzo: esonero in A, anche a Udine, a Crotone e quest’anno, per Cosmi, che non ha fatto meglio. E’ tornato, retrocede, era stato esonerato alla vigilia dei playout, Novellino e altri hanno rifiutato di guidare i biancorossi per appena due gare.

L’avvio è degli adriatici, segna Pucciarelli: Galano lavora palla a destra, pennella per Maniero, che non colpisce, la palla sfila sul secondo palo e l’attaccante infila al quarto d’ora. Il pari 3’ dopo, angolo da sinistra, stacca Kouan e inizia a caricare il pubblico, anche se non c’è. Stessa dinamica per il 2-1, con deviazione di Melchiorri.

Imperano la tattica e la determinazione, l’intensità e la fase difensiva, grandi palle gol non ce ne sono più, una per gli abruzzesi è in fuorigioco, allo scadere il colpo di testa di Sgarbi del Perugia è alto.

Si va ai rigori, come un anno fa Venezia-Salernitana, allora vinsero i campani con Leonardo Menichini e i lagunari vennero poi ripescati.

La successione, dal dischetto: Busellato (Pescara) e Mazzocco gol; Galano deviato, Buonaiuto respinto; Melegoni gol e Iemmello parato; Memushaj e Carraro gol; Masciangelo gol.

All’incrocio e spiazzando Vicario (da un anno e mezzo da serie A, da Venezia), Sottil sprinta per il campo, i grifoni restano attoniti, al centro. Torna il derby con la Ternana, ma in serie C, l’Umbria esce dalla A, le resta il volley di vertice. Il Pescara manca dalla C da un decennio, almeno galleggia in cadetteria, grazie al ds Giorgio Repetto, uomo forte della prima serie A, a metà anni ’70.

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