Forza Reggiana, diario di un incontro. Con Romano Amadei

La versione integrale dell’articolo pubblicato su Forza Reggiana, grazie al direttore Primo Bertani

VANNIZAGNOLI.IT SHOW
Due domeniche fa, siamo stati a Sorbolo, per il derby Lentigione-Carpi. Accredito chiesto due ore prima, a Ettore Bergamaschi, comunicazione di Immergas, quasi direttore generale, che poi avrebbe festeggiato i 60 anni.
E’ l’azienda della famiglia Amadei e davanti al camp Nòv c’era proprio il patron. Stavamo parcheggiando la nostra redazione mobili, indossando il montone, preparando la borsa con due supporti per le riprese, due telefoni e due computer portatili, più qualche filo e presa.
Il Lentigione non gioca allo stadio Levantini – il sindaco mi aveva detto che giocava a Lentigione, forse lo otterrà per il futuro – in zona c’è un bel parco, scendo e vedo un signore con il cappellino. E’ proprio Romano, il patron della Reggiana.
Su vannizagnoli.it, testata, non blog, iscritta al roc (registro operatori della comunicazione, come solo le tv e pochissimi siti) trovate quasi 7 minuti di mia chiacchierata con egli.
Il giorno prima ero stato al Mapei, cioè al città del Tricolore, cioè al Giglio, come scrivono sul Carlino – decisione di Andrea Ligabue: “Perchè la gente lo chiama ancora così” – per l’1-1 allo scadere della Feralpi, Salò. Chiedo a Romano del caso di presunto razzismo: “Niente di che, mi pare. Non ho sentito nulla che mi preoccupi”.
E la Reggiana ha avuto ragione. Nessuna inchiesta della procura federale, nessun granata anche solo censurato, boh? Però Gazzetta dello sport, Corriere dello Sport, Corriere e Giornale di Brescia avevano strillato sul razzismo. Aveva ragione Marcello Tosi, di Sorbolo, il figlio di Doriano, ex ds, tuttora alla Reggiana, che mi aveva messo in guardia.
Amadei mi fa riassaporare sensazioni uniche, inizio a fare il giornalista nel ’90, al Carlino, con Ezio Fanticini e il neopensionato Daniele Barilli, allo sport. Avevo 19 anni e c’era la favola del Brescello. L’avrei raccontata, pochi anni più tardi, per la promozione storica in C2, e poi in C1 e poi la quasi B, per il Corriere della Sera e per Tuttosport (ma si inserì Giacomo Sironi, di Reggiolo), per Il Giornale e una volta La Stampa, assieme a mia moglie, Silvia Gilioli, che firmava Tuttosport, appunto. Per Il Giorno e per Avvenire. Per Gazzetta di Reggio nell’anno di Adriano Cadregari. Andai a un evento in Immergas, il film di Giorgio Galli, regista della Bassa e di Mediaset. Poi alla promozione in D con il Lentigione. Tutto firmato Romano Amadei.
Soprattutto, ero a Modena in C, talvolta, in B, idem, e in A, praticamente sempre, anche per radio 105 e radio Montecarlo, qualcosa feci anche per radio Bruno, sempre con Amadei e Tosi e Mauro Alberici e non ricordo se anche Gianni Bia. Il patron ascolta, ricordiamo insieme. “Carlo Ancelotti allenatore della Reggiana e testimonial Immergas”, straordinario. In serie A, ci fu il primo Modena-Milan dal 1964, fu a inizio millennio e l’unico articolo su Il Giornale, la domenica, fu di Vanni Zagnoli. Capo, Giorgio Gandola, dello sport. Oggi, firma de La Verità, di Panorama e di radio1.
E’ raro che da Migliolungo, fra Coviolo e Canalina, oppure da Pieve Modolena, dov’è cresciuta anche Silvia Gilioli, mia moglie, vada giù. Andai un anno e mezzo fa, d’estate, filmai la villetta di Amadei – l’indirizzo è sull’elenco del telefono -, quella dei Tosi – si affacciò dal balcone lady Doriano. “Vorrei andare a filmare la tomba di Elisa Frati, la moglie di Romano. Trovai il cimitero chiuso, posso?”. Il patron acconsente, si commuove. Mi ha spiegato il dg Vittorio Cattani quanto l’abbia segnato il lutto, datato fine aprile 2022.
A qualsiasi personaggio chiedo il top11 di ogni tempo, delle sue squadre, Romano è nel calcio forse da 40 anni, da Brescello. Certo metterebbe la Longobarda, ovvero il Modena passato dalla serie C alla salvezza in serie A. Il miglior ds che abbia avuto è sicuramente Doriano Tosi, perchè l’ha accompagnato per decenni, anche solo da amico, da consulente esterno. Amadei, quando il Brescello debuttò in serie C2, al calciomercato, era il ’94, Doriano per risparmiare rinunciò al box. “Costava 40 milioni di lire, all’epoca erano soldi”.
Il ragionier Amadei. Mi commuovo, quella domenica fredda come adesso che scrivo. Del ragionere ho chiesto a Nesta. “Si affaccia in spogliatoio e parla di altro”. Già, per allentare la tensione.
Amadei, il nonno ideale, lo zio. Un gentiluomo. Come persona mi ricorda Stirpe, fra quanti ebbe Alessandro Nesta, in carriera. “Ma il presidente del Frosinone è persino troppo vicino all’allenatore”.
Per il Lentigione, andai anche per Gazzetta di Parma, un decennio fa, pubblicai sul sito la mia videochiacchierata.
Amadei ha sempre pagato gli stipendi, è retrocesso in B con dignità, con il Modena, e in C, idem, con la Reggiana. Amadei, un piccolo gigante, in un mondo di. Dai, su, tanti li vorrei raccontare. Tanti li ho raccontati. Per Libero, un decennio fa, tutti i presidenti che si sono rovinati con il calcio.
Romano e Doriano, Mauro Alberici e Giovanni Bia. Ringrazio per le emozioni umane e professionali che mi hanno riservato.
Romano, 84 anni, ha un figlio, Alfredo. Ve lo racconterò la prossima volta.

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