Rino Gattuso e Antonio Conte: due nati per combattere. Stesso ruolo e stessa grinta in due club diversi per i due ex centrocampisti del Sud. Il calabrese Gattuso da Corigliano (Cosenza) e il pugliese Conte da Lecce, due lottatori con un punto in comune: hanno vestito la maglia che gli stava più a cuore per 13 stagioni. “Ringhio” nel Milan dove ha indossato diverse volte la fascia di capitano e il salentino lo è diventando con il passare degli anni conquistandosi la fiducia dell’ambiente. Analogia anche dal punto di vista delle dimissioni. Gattuso negli scorsi giorni ha lasciato la panchina dell’Ofi Creta dopo essersi reso conto che non c’erano più le condizioni per andare avanti. Stipendi mai ricevuti, blocco parziale del mercato di gennaio, giocatori che gli battevano cassa e rischio di penalizzazione in classifica che lo hanno costretto a lasciare l’isola greca.
Anche Conte ha lasciato la Juventus. Che poi si parli di divorzio consensuale è un altro discorso. Acquisti richiesti mancati e calo di motivazioni che hanno costretto l’allenatore pugliese a lasciare la panchina bianconera. E’ stata l’occasione per diventare il commissario tecnico della Nazionale italiana da lì a qualche giorno. Il sogno che tutti gli allenatori del Paese vorrebbero realizzare. Conte ci è riuscito e con il suo entusiasmo ha contagiato i tifosi azzurri. A prescindere dal 3-5-2 che ha fatto le fortune dei tre scudetti juventini. Oltre ad essere il primo cittì del Meridione a guidare l’Italia.
Biagio Bianculli