Gazzetta di Parma, volley. La semifinale degli Europei con i parmensi Vettori e Massari. E Giani ricorda gli 11 anni trascorsi a Parma: “Non ho rivincite da prendermi nei confronti del presidente Magri”.

Andrea Giani (secondo da destra in piedi) con la mitica squadra della Maxicono Parma
Andrea Giani (secondo da destra in piedi) con la mitica squadra della Maxicono Parma

Di Vanni Zagnoli

C’è tanta Parma, nella prima semifinale degli Europei di volley, nel pomeriggio a Sofia, con diretta su Rai2 dalle 16,45. L’opposto Luca Vettori entra raramente, considerata la forma di Ivan Zaytsev (nel quarto set con la Francia ha provato a cambiare l’inerzia del match, è stata l’unica partita persa dall’Italia), il salsese Jacopo Massari ancor meno e da un paio di partite indossa addirittura la maglia di libero: è una mossa del ct Blengini per arginare i momenti di difficoltà in difesa, impiegando come ricevitore il secondo libero, Rossini, in appoggio al titolare Colaci. Soprattutto, sulla panchina della Slovenia c’è Andrea Giani, 45 anni, napoletano che a Parma ha giocato dall’85 al ’96.

Giangio, ricorda quanto ha vinto?

“Tanto – racconta dalla Bulgaria, aspettando di vivisezionare una partita dell’Italia al videotape -, tutto all’insegna del tre: scudetti, coppe Italia, coppe delle coppe e Cev; due supercoppe europee e il mondiale per club. Nell’89-90 centrammo il famoso grande slam, con Gian Paolo Montali in panchina”.

Il suo ex compagno Marco Bracci rammenta il suo primo anno alla Maxicono: “Venne operato per la prima volta al ginocchio, si presentò in palestra con i punti e ci fece arrabbiare per un tuffo in difesa”.

“Già, avevo troppa voglia di ritornare a giocare…”.

Ha giocato 11 anni anche a Modena e in totale 17, con l’Italia. E’ primatista di presenze, con 474.

“E sino a un anno fa ero nello staff di Berruto, con la nazionale, da quando il ct venne incaricato”. Pagò assieme all’altro collaboratore, l’ex palleggiatore Andrea Brogioni, il 13° posto al mondiale di Polonia. Ora dimostra al parmigiano Carlo Magri che meritava di restare?

“Per me non c’è una rivincita nei confronti del presidente federale, sono situazioni che nel mondo reale accadono spesso. Capita, in un percorso professionale. Quel quadriennio mi ha portato solo esperienza. Mi è dispiaciuto quanto è successo dopo”.

Ovvero il 5° posto in World league, con le dimissioni indotte di Berruto. Ma già in Giappone l’Italia è rinata.

“Sono contento di vederla giocare bene, forte era già prima. E’ sempre protagonista”.

Adesso è la favorita per un oro che manca da un decennio?

“E’ forte, ma deve dimostrarlo sul campo. Già in coppa del mondo la qualità di gioco era elevata. Con la stessa Francia, nell’ultima gara del girone, sul 2-0 ha perso 2 set non benissimo però si è giocata la palla del 14 pari al tiebreak. Gli azzurri sanno stare sempre in partita, sulla carta hanno qualcosa più di noi”.

Che eravate addirittura al 39° posto del ranking mondiale…

“E’ stato un bel salto. Nell’altra semifinale ha più chance la Francia, sulla Bulgaria, perchè sa giocare molto bene a pallavolo”.

Rispetto al suo gruppo com’è cambiata l’Italia?

“Non ci sono più Birarelli, infortunato, Parodi e Kovar, Travica e Baranowicz, dunque 5 uomini su 14. Soprattutto c’è il ritorno a un’attenzione sul parquet che prima dell’argento in coppa del mondo era svanita. Chicco Blengini ha fatto un lavoro notevole, l’Italia adesso è di nuovo quadrata”.

Cos’ha portato il cubano Juantorena?

“Eleva la qualità di gioco. E’ fra gli schiacciatori più completi al mondo, con il polacco Kubiak, l’americano Taylor Sander e il francese Ngapeth”.

E il 19enne Giannelli?

“Fa cose incredibili, per come gestisce la squadra. Ha qualità tecniche e fisiche, dimostrate in uno dei tornei più difficili, la world cup. E migliorerà ancora perchè ha carattere e la testa per essere il palleggiatore migliore dei nostri tempi. Io avevo disputato l’olimpiade di Seul a 18 anni, lui sarà titolare a 20  ma è uno dei pochi così giovani, nel suo ruolo”.

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