Chievo, il vero miracolo italiano, alla 17^ presenza in A, in 18 anni. Solo l’Udinese vanta una striscia più lunga, fra le provinciali. Con il penultimo budget del campionato, davanti solo al Crotone. Poco di più spendono Udinese e Verona

Luca Campedelli in Paluani: la famiglia è proprietaria del Chievo da 28 stagioni (larena.it)

Pensato per Il Gazzettino

Con la retrocessione dell’Empoli, che ha mancato la 7^ salvezza in 20 anni di A, il Chievo è tornato il vero miracolo del calcio italiano. Rappresenta un quartiere di 8mila abitanti, al massimo un 15% della tifoseria di Verona, eppure è alla 17^ presenza, nel millennio. Retrocedette solo nell’anno del preliminare di Champions, perso, e risalì subito. E’ la regina di provincia, dietro solo all’Udinese, presente da 23 stagioni di fila, e davanti persino all’Atalanta, finita in B tre volte, in questo secolo. Per non parlare dell’Hellas, appena al 6° campionato in A dagli anni 2000.
I gialloblù del ds Giancarlo Romairone hanno la rosa più vecchia della A e la formazione base meno cambiata. Il 4-3-1-2 probabile per domani vede il solo Pucciarelli, ex Empoli, rispetto alla scorsa stagione. Manca l’infortunato Meggiorini, premiato per avere salvato una donna dalle violenze del marito, dal quale era fuggita in strada.
Il monte stipendi di 18 milioni netti è inferiore solo ai 12 spesi dal Crotone, per confermare quella tribolatissima salvezza. L’Udinese ne sborsa 21, il Verona 22. Il più pagato è Castro, 650mila euro, e solo i calabresi (con Budimir) sborsano meno per il giocatore più esoso. Domani è sempre una partita speciale per il presidente Luca Campedelli, tifoso dell’Inter. A Torino i clivensi hanno strappato 3 pareggi in 14 gare, al Bentegodi altrettanti e pure una vittoria. Maran si accontenta di essere il primo nella parte destra della classifica. “Ad Allegri invidio i trofei”.
Vanni Zagnoli

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