Occorre giusto il gioco, da Inter. Per ora i risultati sono perfetti, solo il Bologna ha fermato i nerazzurri, avvantaggiati dal fatto di non essere in Europa. Spalletti spera di imitare Conte, passato dal 7° posto della Juve di Delneri allo scudetto, complice proprio la mancanza dell’impegno supplettivo. In realtà siamo lontani, perchè la manovra raramente è convincente. Il 3-0 alla Fiorentina è troppo largo, l’1-3 dell’Olimpico con la Roma bugiardo, poteva essere un 3-2. Il 2-0 alla Spal esagerato, come in parte quello di Crotone. Al Dall’Ara la squadra di Spalletti meritava di perdere, con il Genoa ha faticato, al di là del gollettino, idem a Benevento. Il derby? Poteva finire pari. Lucio, come lo chiama Il Messaggero, è stato fin troppo bravo, nel senso che ha tratto il massimo dal momento, come un anno fa quando Pioli subentrò a De Boer. Come il girone d’andata di Mancini, due stagioni fa. Sarà complicato migliorare, convincere, evitare picchiate tipiche anche dell’èra Mazzarri.
Spalletti è la sintesi dei predecessori, pragmatico quanto Walter e Pioli, ma persino spettacolare come il primo Mancini. Stasera è quasi impossibile che vinca al San Paolo, firmerebbe per un pari abbondante, per dominare come gioco oppure sulle occasioni.
“Non ci tiriamo indietro – spiega il tecnico che portò l’Udinese in Champions -, perché ormai ci siamo dentro fino al collo e andremo a giocarcela ad armi pari”. L’allenatore più mediatico della serie A teatralizza ogni incontro stampa. “Sono uno che ha il vento a favore, figlio di Ilva e Carlo, so di essere fortunato e ho avuto più fortuna di quanto si sia visto”. Se Guidolin è il più scaramatico, neanche Spalletti scherza: “Abbiamo anche la tutela di monsignor Luigi Mistò che cura la cappella di Appiano Gentile, l’abbiamo tirato dentro e rispetto alle gufate è un difensore eccezionale”.
A Milano peraltro gigioneggia meno, rispetto all’anno e mezzo capitolino bis. “Loro sono lo spot del calcio, sono dove avevano programmato, non concedono nulla. Visto come allena, se Sarri avesse continuato a lavorare in banca, sarebbe diventato ministro dell’economia”.
Bella metafora, chissà se Spalletti come Allegri ha uno spin doctor, perchè è dialetticamente seducente. “Queste partite possono ubriacare, meglio tenere i piedi per terra: vorremmo piacere come il Napoli, per ora non riusciamo, eppure abbiamo dato tanti esami e se siamo qui non è per caso; abbiamo studiato molto”.
In campionato, l’Inter non espugna il San Paolo da vent’anni, persino più del tabù Juve che la Lazio ha abbattuto una settimana fa. A Napoli Spalletti vinse la scorsa stagione, evitando di farsi superare al secondo posto. “Saremo gli stessi di domenica sera”. Joao Mario è recuperato, parte comunque Borja Valero: “Ineccepibile nel derby, un muro”. Un collante di classe, con Nagatomo l’unico piccolo di una squadra gigantesca, peculiarità non da poco nel calcio fisico di oggi. “Napoli-Inter è bellezza contro pragmatismo, gli azzurri però sono anche concreti, noi attrezziamo: uno scalino in avanti o un balzo accorcerebbe le distanze e il merito sarebbe della squadre dietro le quinte”.
Vanni Zagnoli
Stadio San Paolo, ore 20,45.
Diretta Skysport1 e Mediaset Premium Calcio
Napoli (4-3-3): 25 Reina; 23 Hysaj, 33 Albiol, 26 Koulibaly, 31 Ghoulam; 5 Allan, 8 Jorginho, 17 Hamsik; 7 Callejon, 14 Mertens, 20 Zielinski. Allenatore: Sarri
Inter (4-2-3-1): 1 Handanovic; 33 D’Ambrosio, 37 Skriniar, 25 Miranda, 55 Nagatomo; 11 Vecino, 5 Gagliardini; 87 Candreva, 20 Borja Valero, 44 Perisic; 9 Icardi. Allenatore: Spalletti.
Arbitro: Banti di Livorno.