Il Gazzettino, Napoli-Inter. Spalletti: “Se Sarri avesse continuato a lavorare in banca, ora sarebbe ministro dell’economia. Tant’è bravo ad allenare”. “Sono fortunato, al di là del calcio”. Gli show mediatici all’Inter sono inferiori

Borja Valero centrocampista dell’Inter (Claudio Villa Getty Images)

Occorre giusto il gioco, da Inter. Per ora i risultati sono perfetti, solo il Bologna ha fermato i nerazzurri, avvantaggiati dal fatto di non essere in Europa. Spalletti spera di imitare Conte, passato dal 7° posto della Juve di Delneri allo scudetto, complice proprio la mancanza dell’impegno supplettivo. In realtà siamo lontani, perchè la manovra raramente è convincente. Il 3-0 alla Fiorentina è troppo largo, l’1-3 dell’Olimpico con la Roma bugiardo, poteva essere un 3-2. Il 2-0 alla Spal esagerato, come in parte quello di Crotone. Al Dall’Ara la squadra di Spalletti meritava di perdere, con il Genoa ha faticato, al di là del gollettino, idem a Benevento. Il derby? Poteva finire pari. Lucio, come lo chiama Il Messaggero, è stato fin troppo bravo, nel senso che ha tratto il massimo dal momento, come un anno fa quando Pioli subentrò a De Boer. Come il girone d’andata di Mancini, due stagioni fa. Sarà complicato migliorare, convincere, evitare picchiate tipiche anche dell’èra Mazzarri.
Spalletti è la sintesi dei predecessori, pragmatico quanto Walter e Pioli, ma persino spettacolare come il primo Mancini. Stasera è quasi impossibile che vinca al San Paolo, firmerebbe per un pari abbondante, per dominare come gioco oppure sulle occasioni.
“Non ci tiriamo indietro – spiega il tecnico che portò l’Udinese in Champions -, perché ormai ci siamo dentro fino al collo e andremo a giocarcela ad armi pari”. L’allenatore più mediatico della serie A teatralizza ogni incontro stampa. “Sono uno che ha il vento a favore, figlio di Ilva e Carlo, so di essere fortunato e ho avuto più fortuna di quanto si sia visto”. Se Guidolin è il più scaramatico, neanche Spalletti scherza: “Abbiamo anche la tutela di monsignor Luigi Mistò che cura la cappella di Appiano Gentile, l’abbiamo tirato dentro e rispetto alle gufate è un difensore eccezionale”.
A Milano peraltro gigioneggia meno, rispetto all’anno e mezzo capitolino bis. “Loro sono lo spot del calcio, sono dove avevano programmato, non concedono nulla. Visto come allena, se Sarri avesse continuato a lavorare in banca, sarebbe diventato ministro dell’economia”.
Bella metafora, chissà se Spalletti come Allegri ha uno spin doctor, perchè è dialetticamente seducente. “Queste partite possono ubriacare, meglio tenere i piedi per terra: vorremmo piacere come il Napoli, per ora non riusciamo, eppure abbiamo dato tanti esami e se siamo qui non è per caso; abbiamo studiato molto”.
In campionato, l’Inter non espugna il San Paolo da vent’anni, persino più del tabù Juve che la Lazio ha abbattuto una settimana fa. A Napoli Spalletti vinse la scorsa stagione, evitando di farsi superare al secondo posto. “Saremo gli stessi di domenica sera”. Joao Mario è recuperato, parte comunque Borja Valero: “Ineccepibile nel derby, un muro”. Un collante di classe, con Nagatomo l’unico piccolo di una squadra gigantesca, peculiarità non da poco nel calcio fisico di oggi. “Napoli-Inter è bellezza contro pragmatismo, gli azzurri però sono anche concreti, noi attrezziamo: uno scalino in avanti o un balzo accorcerebbe le distanze e il merito sarebbe della squadre dietro le quinte”.
Vanni Zagnoli

Stadio San Paolo, ore 20,45.
Diretta Skysport1 e Mediaset Premium Calcio

Napoli (4-3-3): 25 Reina; 23 Hysaj, 33 Albiol, 26 Koulibaly, 31 Ghoulam; 5 Allan, 8 Jorginho, 17 Hamsik; 7 Callejon, 14 Mertens, 20 Zielinski. Allenatore: Sarri
Inter (4-2-3-1): 1 Handanovic; 33 D’Ambrosio, 37 Skriniar, 25 Miranda, 55 Nagatomo; 11 Vecino, 5 Gagliardini; 87 Candreva, 20 Borja Valero, 44 Perisic; 9 Icardi. Allenatore: Spalletti.
Arbitro: Banti di Livorno.

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