Il Gazzettino, Zaytsev non convocato in nazionale perchè rifiuta le scarpe dell’Italia. Ha senso impuntarsi sullo sponsor? Le responsabilità della moglie, più che del procuratore. Il presidente Cattaneo non lo multa nè sospende

Ivan Zaytsev (volleyball.it)

Vanni Zagnoli
Mancano 5 settimane agli Europei di volley, in Polonia, c’è ancora tutto il tempo per far rientrare in nazionale Zaytsev, ma intanto gli è stata ritirata la convocazione per il collegiale di Cavalese. E sempre per la questione delle scarpe, perchè il bombardiere azzurro vuole assolutamente utilizzare le sue Adidas, anzichè le Mizuno dell’Italia. Una settimana fa sembrava tutto risolto, con l’intervento di Giovanni Malagò, anomalo ma indispensabile, ieri la situazione è riprecipitata.
“Speravo che le cose si fossero sistemate – spiega il presidente del Coni -, ci avevo messo la faccia. E’ una sconfitta, ma rispetto la decisione della Fipav”.
La lettera è stata consegnata allo zar nel ritiro in val di Fiemme, dallo staff azzurro e neanche dagli ex recenti ci arrivano commenti. Parla solo il presidente federale Bruno Cattaneo, 70 anni. “C’è tanta amarezza perché Ivan è un patrimonio della pallavolo italiana, però la linea della federazione può essere una sola. Abbiamo fatto tutto quello che potevamo, non prendiamoci in giro… Queste scarpe non le faccio io nel sottoscala, ma un’azienda mondiale: tutti usano le Mizuno, come mai agli altri vanno bene?”.
Insomma è una questione economica, Zaytsev ha il suo sponsor personale e non vuole rinunciarvi, per questo si è arrivati al braccio di ferro.
La querelle inizia due settimane fa, l’opposto-schiacciatore lamenta “una problematica fisica che gli impedisce di utilizzare le calzature dello sponsor federale”. La Mizuno propone tre modelli, neanche provati, perchè ritenuti da Zaytsev non idonei. Ne chiede altri due, da basket, fatti arrivare dal Giappone. Li prova sabato e domenica, non è era ancora convinto, uno gli dà problemi all’intersuola. Il fisioterapista inserisce un plantare, rifiutato anche questo. Allora la federazione gli concede di allenarsi con le sue Adidas, coprendo il logo, nell’attesa che la Mizuno confezioni il modello ad hoc. Lì Zaytsev ricorda il vincolo con il suo marchio. Per questo ha ragione Cattaneo, che pure lascia aperta la porta: “Restiamo disponibili a ricucire, Ivan è un grande giocatore ma in questa vicenda non è stato ben consigliato”. Dal procuratore Nino Di Giacomo e dalla moglie-manager Ashling Sirocchi, irlandese. “Certe cose non si fanno, nella vita bisogna essere leali”, accusa l’erede di Carlo Magri, al vertice della Fipav.
Il ct Blengini gli aveva concesso di saltare la World league per farlo riposare. Due anni fa, invece, Berruto lo escluse, assieme a Travica, Sabbi e Randazzo per l’uscita non autorizzata dal ritiro in Brasile. Con l’ex ct c’era ruggine da mesi, era stato fin troppo paziente. Come la federazione adesso. “E’ un peccato che non abbiano trovato l’accordo”, si limita a dire Samuele Papi, 27 stagioni da professionista, di cui 13 a Treviso.
I sostenitori sui social sono divisi: “Ai calciatori è tutto permesso, andrebbe fatto giocare anche scalzo”. L’Italia non vince una manifestazione da Euro 2005, a Roma. Senza lo zar faticherebbe anche solo per il podio, centrato nelle ultime 3 volte.

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