Il dramma dell’alzheimer, mamma Emilde ha preferito non andare alla messa in ricordo dei parenti a Viano: “Bisogna sentirsela”.

Vanni Zagnoli alla presentazione di un libro. Mamma era a casa, non avrebbe capito
Vanni Zagnoli alla presentazione di un libro. Mamma era a casa, non avrebbe capito

Mamma Emilde è in buone mani, non ho una foto scannerizzata, a computer. Dovrò prepararla, ne ho solo stampate e non qua.

Mamma ha 77 anni, all’improvviso si è ritrovata con problemi di memoria, sino a pochi mesi fa mi parlava dei soldi, dei vicini, di cose singolari.

“Risparmia, risparmia, non regalare nulla”.

Mamma Emilde ieri avrebbe dovuto andare, con la signora Antonella che l’assiste quotidianamente con affetto, alla messa dei suoi cari, a Viano, dov’è nata. Rondinara, o meglio ancora Faggiano. Faggiano, nomi d’altri tempi, località ridenti.

Mamma per anni ne faceva l’appuntamento chiave della sua vita, come la messa per mio padre Vasco, scomparso nel 2002. Mamma ha preferito non andare e pensare che Antonella voleva portarla dalla parrucchiera.

Mamma soffre, mamma è di esempio. Mamma non è sola, è in ottime mani. Mamma fatica a essere se stessa, però non sta male, è serena. Mamma non si preoccupa più dei soldi che non arrivano, degli affitti.

Mamma aveva paura di morire povera, è cresciuta con la guerra.

Mamma andava a messa, girava in bicicletta, andava a fare la spesa. Mamma a messa scherzava con i miei ex compagni di classe, faceva domande indiscrete ma insomma era divertente e si divertiva.

“Beh, cosa vuoi che pianga? Rido, no?”.

Ecco, mamma ha perso tanto. E’ serena grazie ai farmaci, non accusa più i vicini di chissà quali dispetti, i preti e tutto.

Mamma grazie alla televisione restava in contatto con il mondo, mamma negli ultimi due anni ha perso tanto.

Mesi fa mi raccontava che la musica di Canale Italia era così coinvolgente che i musicisti erano sul terrazzo di casa e non andavano via, quando lei andava a dormire.

Mamma adesso fatica a riconoscere le persone, al telefono. Sì, a me riconosce, con Silvia al telefono non si ricorda.

Mamma era già affetta da Alzheimer da anni, nella forma più leggera. Ci sono comportamenti che ricordano aneddotti sulla sorella maggiore Chiara, scomparsa tre anni fa.

Mamma si caratterizzava per l’allegrezza, passatemi il termine, penso all’imitatore di Ivano Fossati, ex Elio e le storie tese.

Mamma scherzava su tutto, reagiva con parolacce. Ha ragione Silvia: “E’ la sua cultura, il suo modo di esprimersi”.

Mamma, mamma.

Mamma, mamma.

Non ho mai avuto un buon rapporto, troppa durezza, troppa aridità. E non c’entra il portiere del Lanciano.

Preferisco i genitori di Silvia, di una compostezza incredibile.

Mamma Enza, di Silvia, è sempre allegra. Anni fa diceva: “Non creda, ma anch’io ho i miei pensieri”.

Mamma di Silvia ha telefonato come ogni anno a mia madre, per gli auguri. Sì, mamma Emilde ha capito che lei è la mamma di Silvia. Ma poi non ricorda chi sia Silvia.

C’è un refrain che sento da quando sono bambino. “Che brutto lavoro venire vecchi”.

Toccherà anche a noi, certo.

Per fortuna c’è Silvia. Silvia merita rispetto, Silvia è allegra. Ama il rosso, io il blu e il verde.

Silvia, grazie.

L’Alzheimer tocca grandi ex come Gigi Radice, anche mamma Emilde.

Mamma è in buone mani, con Antonella.

Grazie alle mie donne, senza di loro mamma non sarebbe a casa.

Mamma proprio fatica a capire. Mamma è a casa, la casa per cui tanto si era sacrificata. Mamma ha sempre rifiutato l’idea di curarsi, di prendere medicine, di abbandonare casa.

Mamma anni fa andava in vacanza, adesso non può più stare da sola.

Mamma aveva piacere che qualcuno l’andasse a trovare, ora è in imbarazzo.

Un anno e mezzo fa l’ho portata con me in città, una sera, un venerdì sera, al panificio Melli. Non aveva la dentiera ma non era il solo problema.

Mamma era a disagio in un luogo nuovo, neanche troppo affolato.

Mamma ora non cerca più compagnia, evasione. Mamma voleva che la portassi al cimitero, mamma andava al cimitero, ora mamma è lì, tranquilla, fa tenerezza.

Antonella si preoccupa troppo, per lei.

Mamma non è sola, merita rispetto.

Sono andato a prendere la posta, alle 5. Mamma si è svegliata, mi ha riconosciuto. Aveva la luce accesa, dorme con la luce accesa di fianco.

Quanto ha faticato, mamma, quanto ha risparmiato. E adesso? E adesso va a momenti. Ogni tanto si ricorda dei soldi, ogni tanto no.

I soldi. I soldi. Ecco, l’ossessione di mamma. Di tanti, me compreso.

Questione di dna, forse. Chissà, di cultura.

 

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