Il Gazzettino, al via gli Europei di atletica. Tanti gli atleti del Nordest: Elena Vallortigara nell’alto, Laura Strati nel lungo, Matteo Galvan nei 400, Gloria Hooper nei 200

Elena Bellò (Colombo/Fidal.it)

Lunedì il via anche agli Europei di atletica leggera, con una bella truppa da Nordest. 

Nel salto in alto, Elena Vallortigara da Schio vale l’argento, con il balzo recente a 2,02: solo la russa Kuchina Lasitskene è fuori portata, anche per continuità. La 26enne vicentina è l’unica delle nostre regioni a valere davvero il podio, grazie all’allenatore senese Stefano Giardi: “La seguo da due anni – raccontava -, all’epoca saltava due volte 1,60 e doveva riposare una settimana, per il dolore. Per 4 mesi facemmo solo esercizi posturali, ripetuti tuttora, 3 volte la settimana, per mantenere stabile l’allineamento del bacino».

Elena sintetizza la rinascita, dall’operazione alla caviglia sinistra, di stacco, nel 2011, a 20 anni: «Sono maturata dentro, attraverso la sofferenza e la paura di non riuscire a superare i danni di quell’intervento, più emotivi che fisici. Ero sempre agitata, con la roba in macchina, le amiche mi chiamano ancora zingarella, sono la “gypsy queen” del gruppo».

La qualificazione sarà mercoledì, alle 18,25, la finale venerdì, dalle 19,30. In pedana andranno 7 fra le migliori 10 al mondo dell’anno, con l’argento olimpico Demireva e il trio ucraino molto competitivo. Difficile che Alessia Trost possa ripetere il bronzo mondiale indoor, poichè la pordenonese di 25 anni è lontana dai 2 metri indoor saltati nel ’93: vale un posto a ridosso del podio. Sarebbe un miracolo se arrivasse in finale Desirèe Rossit, l’udinese che due anni fa era 3. nel ranking mondiale, a 1,97.

Mercoledì sarà la mattina delle batterie anche degli 800, con Yusneysi Santiusti, nata a Cuba, da 11 anni italiana per matrimonio. Punta alla finale, mentre la vicentina Elena Bellò è già felice di debuttare in una grande manifestazione. 

Altre due beriche rincorrono la finale dei salti in estensione: nel lungo Laura Strati, di Cassola, era molto più brillante la scorsa stagione, sarà giovedì mattina in qualifica (sabato la finale); nel triplo, Ottavia Cestonaro ha raggiunto a fine giugno i 14,05, a 23 anni, mercoledì darà la caccia alla finale, in programma venerdì. 

C’è un vicentino anche sui 400, Matteo Galvan, in batteria martedì mattina e in semifinale l’indomani, nel pomeriggio. Operato al piede sinistro nel 2017, è risceso quest’anno sotto i 46”, insegue la finale. Anche nella 4×400.

Venerdì mattina, Gloria Hooper (nata a Villafranca di Verona, da famiglia ghanese) sarà sui 200 ma faticherà a rientrare fra le migliori 8. La finale non dovrebbe sfuggirle, con la staffetta veloce.

Come riserva, nella 4×400 ci sarà una novità, la 25enne Giancarla Dimich Trevisan, nata negli Usa da genitori veneti, Charles e Deborah. Del resto, fra i 91 convocati almeno un terzo è naturalizzato o italiano di seconda generazione.

Il ct Elio Locatelli, classe 1943, si affida a due campioni in carica: a Gianmarco Tamberi servirebbe un exploit, per raggiungere il podio, nel salto in alto, mentre a Libania Grenot sui 400 una medaglia non dovrebbe sfuggire e ha chances di podio anche nella staffetta multietnica. Antonella Palmisano può trasformare almeno in argento il bronzo mondiale di un anno fa, nella marcia. Nel triplo, Fabrizio Donato cerca magari un ultimo acuto, a 42 anni. Anzi, vorrebbe tenere botta sino a Tokyo 2020, addirittura. L’attesa è comunque per Filippo Tortu, sui 100 spera nell’oro, forte del primato italiano sui 9”99 e delle imperfette condizioni del francese Vicaut. Occhio ai britannici Hughes e Prescod (meno a Ujah) e al campione del mondo dei 200 Guliyev, mentre la Turchia schiera gli ex giamaicani Harney e Barnes. 

Vanni Zagnoli

Da “Il Gazzettino” 

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