Il Gazzettino, amichevole Italia-Arabia. Balotelli n. 9, il 10 a Insigne, Bonucci capitano aspettando Chiellini

Daniele Baselli centrocampista del Torino (calcionews24.com)

L’Italia di Roberto Mancini sarà sarrista, ovvero pallino del gioco e possesso palla, pressing e attacchi con almeno 5 giocatori: il tridente più gli esterni, oppure un centrocampista. Da Coverciano, le indicazioni sono chiare, per un’Italia che giochi, alla Ventura, nel senso che l’ex ct per il primo anno era stato discreto e in carriera aveva sempre tentato di fare le partite. Mancini vuol sintetizzare il meglio di tutti, praticare un calcio vecchia maniera, come qualità, ma anche consistente, alla Conte. I 26 convocati abbassano a 24,8 l’età media e solo in 5 sono degli anni ’90: Criscito (classe ’86, risarcito per avere saltato il mondiale del 2014 per un’indagine sbagliata, sulle scommesse), Sirigu e Bonucci (’87), D’Ambrosio (’88) e Bonaventura (’89). Gli altri sono degli anni ’90, a partire da Mario Balotelli, definito da Baselli un «simpaticone. Porta allegria nello spogliatoio». Il baby della compagnia è ovviamente Gigio Donnarumma, ’99, contornato da 8 under 24.

Nell’amichevole di San Gallo, in Svizzera, Mancini vedrà se la nouvelle vague è davvero pronta, prepara Euro 2020 (con paritte anche in Italia) e con la necessità di riportare il movimento vicino a Spagna, Inghilterra e Germania. Con l’Olanda, gli azzurri sono gli unici grandi assenti della manifestazione, 60 anni dopo, lavorano per evitare rituali mancate qualificazioni, agli Europei, sino al ‘92. 

Mancini ha dato i numeri, il 9 va a Balotelli, titolare 4 anni dopo l’uscita al primo turno in Brasile, l’1 è per Sirigu, sempre riserva, e il 10 a Insigne. De Rossi sembrava il traghettatore ideale, nel 2020 però avrebbe 37 anni, probabilmente troppo per essere ancora nel gruppo, per questo il suo 16 va a Lorenzo Pellegrini. A 37 anni, Pirlo non venne ripescato da Conte, per lo scorso Europeo, ora il capitano è Bonucci, 78 presenze, come Scirea, aspettando Chiellini.

Mancini ha nei quarti di finale l’obiettivo minimo degli Europei e anche del mondiale 2022. Come solo Trapattoni e Prandelli, in questo millennio, vuole coprire l’intero quadriennio. Piaceva già per il dopo Conte, al pari di Spalletti. Che da tecnico dell’Inter auspica: «Da italiano spero che la nazionale torni protagonista. Roberto ha fatto esperienze importanti, dice tutto la sua voglia di ricoprire un incarico pur scomodo, in un momento così difficile. Balotelli? Bisogna provarci. E’ una scelta giusta, Mario ha grandi potenzialità: per essere campioni veri ne servono altre, ma lui, come la mia Inter, ha fatto passi in avanti».

Arriviamo alla star della serata, dunque, Mario. Palermitano di nascita, di genitori ghanesi, adottato da famiglia bresciana. Il pensiero va a Euro 12, agli abbracci alla mamma in tribuna, al papà, a quando era idolo. E’ stato il top della carriera, in azzurro è sempre stato più personaggio che efficace. Maturato lo è di sicuro, magari però ha perso il tremendismo. Mancini gli è affezionato, dall’Inter al Manchester City, Balo è meno social, è bipadre. «Come potenziale è fra i migliori 5 centravanti al mondo», declamava Prandelli, spiegando l’insistenza sul muscolare di colore. Capello è più scettico. Ventura e Lippi fecero a meno di lui, Mancini ha tanto voglia di farne il Vialli di Euro ’88 e Italia ’90. Balotelli potrebbe essere titolare persino a Euro 2024, in prospettiva deve guardarsi da Belotti e Immobile. La doppia B, là davanti, è quasi impossibile, Balo ha queste tre gare per reimporsi. 

Da “Il Gazzettino”

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