Il Giornale di Sicilia, motogp. Agostini: “Vale, imitami. Nel 1977 ne passai 34 e arrivai secondo, in Francia. Non voleva far cadere Marquez”.

Giacomo Agostini quando gareggiava
Giacomo Agostini quando gareggiava

Vanni Zagnoli

E’ il weekend chiave della motogp, si decide il mondiale e per le carte scegliamo il più grande campione nella storia del motociclismo, Giacomo Agostini. Il bresciano si è aggiudicato 15 titoli iridati: 8 nella 500 (dal 2002 è diventata appunto motogp) e 7 in classe 350, che dal 1982 non esiste più. Vinse 123 gare, fra il 1963 e il ’77, altre 39 volte salì sul podio, solo in 28 corse non terminò fra i migliori tre. Per contro, Valentino Rossi insegue il 10° mondiale: vinse il primo nella 125, il secondo in 250, gli altri 7 fra 500 e motogp, dunque se domenica arrivasse almeno secondo a Valencia raggiungerebbe il mitico Ago nei successi della categoria più importante. Nelle vittorie, Rossi è dietro, con 112, ma nei podi nettamente avanti (211).

Giacomo, per quanto avvenuto a Sepang, lei da che parte sta?

“Non mi devo schierare – risponde il più blasonato fra gli opinionisti di Sky, 73 anni -, perchè sono amico dei contendenti, pure di Jorge Lorenzo e Marc Marquez. Mi è anche difficile esprimermi. La diatriba è nata in quella conferenza stampa prima del motogp in Malesia: Valentino ha voluto farla e Marquez si è arrabbiato, io avrei rimandato a fine campionato, per non creare nervosismo. Erano tutti tesi, bastava aspettare due corse”.

Come giudica l’incidente fra Valentino e Marquez?

“Quando sei provocato, puoi anche perdere le staffe e compiere gesti che a mente lucida non faresti. Tutto nasce dall’esasperazione, compreso quell’appoggio con la testa di Marquez. E’ fuori di dubbio che la caduta non sia stata voluta. Valentino dice che lo voleva tenere largo e portare fuori traiettoria e questo hanno visto anche i commissari. Forse io stesso avrei fatto uguale, in quelle condizioni mentali. Poi se ne pagano le conseguenze”.

Ovvero la partenza dall’ultima posizione…

“Già. E’ in testa al mondiale di 7 punti, ma a Valencia inizierà dietro a tutti, dunque non è più favorito. Sono però convinto che possa ancora farcela”.

Serve il secondo posto, se Lorenzo vincesse, oppure il 3°, se lo spagnolo arrivasse secondo.

“O anche il sesto, se il rivale sarà terzo. Percentuali? Non possiamo continuare a indovinare. Il pronostico è aperto perchè la gara va corsa. Credo che in 2-3 giri, Valentino potrà superare 10 concorrenti, ne avrà però ancora davanti altrettanti”.

Ma il secondo posto è alla portata, partendo dal fondo?

“A me è capitato di compiere la stessa impresa, in Francia, al Paul Ricard, nel 1977, solo che all’epoca si gareggiava in 36, adesso sono molti di meno. Ne passai 34 e arrivai dietro solo al britannico Barry Sheene, poi vincitore di quel titolo nella 500 e scomparso nel 2003. Eravamo però a metà stagione e la mia Yamaha semplicemente non partiva”.

Oggi il team Movistar Yamaha osteggia Valentino?

“Non mette parola, a mio avviso. Ha due piloti che si contendono il titolo, non può favorirne uno. E io stesso non voglio giudicare la commissione, nè gli ufficiali di gara, per la sanzione nei confronti di Vale”.

Se non altro, l’attenzione sul motociclismo è altissima, nel mondo…

“Questo sì, è molto più elevata rispetto alla norma. Mi auguro che domenica vinca il migliore: grande amicizia non ci può essere, ma alla fine si stringano la mano e torni il rispetto”.

Valentino era già stato acerrimo avversario dialettico anche di Max Biaggi, dunque non può essere colpa solo di Marquez…

“Vale ha sempre fatto le sue gare, sorpassi al limite, anni fa si era toccato con lo spagnolo Gibernau. Per vincere, non puoi essere sempre pulito: è una torta che tutti vorrebbero”.

A Sky qual è il pensiero prevalente? Per esempio come si schiera Marco Lucchinelli, l’altro ex campione del mondo opinionista?

“E’ difficile prendere una posizione netta. A Vale sono scattati i nervi, ne facciamone un dramma, tantopiù che l’incidente non ha portato conseguenze. Non è una guerra, voltiamo pagina”.

Come si comporteranno i piloti per così dire neutrali? Ci sono spagnoli (Pedrosa, Espargaro), italiani (Iannone, Dovizioso) e persino britannici (Smith, Crutchlow).

“Ognuno farà la propria gara, sono leali, ambiscono tutti a un bel piazzamento finale, sono in bilico anche le posizioni ai piedi del podio finale. Lotti, rischi la vita e vuoi chiudere al meglio. Valentino non deve avere bisogno di aiuto, dipenderà molto da dove si troverà Lorenzo”.

Chi merita il titolo?

“Entrambi. Jorge è caduto varie volte, Valentino è sempre arrivato fra i tre migliori, a parte due volte. Nessuno si aspettava che a 36 anni si battesse per il titolo, non c’è supremazia evidente”.

E’ il mondiale più equilibrato della storia?

“Non è l’unico. Ci si ricorda sempre del presente, per i giovani sì, ma fra 30 anni sarà dimenticato, comunque è una bella battaglia. La Yamaha è superiore alla Honda solo come telaio, le moto si equivalgono abbastanza, quest’anno sono stati i piloti a fare la differenza, spesso sono in tanti sono compresi in 2 decimi, sul giro”.

Si è ben comportata anche la Ducati, 3^ nel mondiale costruttori, dietro anche alla Honda.

“Hanno fatto un grande lavoro, speriamo che durante l’inverno colmino l’ultimo gap. Il massimo sarebbe avere un italiano campione del mondo su moto italiana”.

Lei andrà in Spagna, nel weekend?

“No, resto in studio a Milano, fra Sky e Cielo. Mi spiace non sentire il profumo dei motori”.

vzagn

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