Giornale di Sicilia. Emanuele Terranova è l’unico mazarese arrivato in serie A: “Io, il Sassuolo, il patron Squinzi, i due infortuni gravi, la famiglia a Mazara e mio fratello Nicola allenatore in paese”.

emanuele terranova
Emanuele Terranova

L’integralità dell’intervista pubblicata sabato su Il Giornale di Sicilia.

Vanni Zagnoli

Sassuolo (Modena)

C’è anche un siciliano nella squadra che per ultima ha perduto l’imbattibilità, in serie A. Il Sassuolo è rimasto senza sconfitte per 11 partite, complessivamente, è il record in 3 stagioni nella categoria di vertice, e tra i difensori centrali figura Emanuele Terranova, 28 anni. E’ il solo giocatore di Mazara, arrivato nel massimo campionato, un orgoglio per questo paese di 60mila abitanti prima rotta pescheraccia d’Italia. Migliora il traguardo di Giacomo Modica, ex regista anche della Lazio, che si fermò in B. Due domeniche fa ha giocato la prima partita di questo campionato (1-1 con il Chievo), era al rientro in gare ufficiali dopo l’infortunio del 1° febbraio, contro l’Inter. Come idoli ha l’ex rosanero Barzagli e Walter Samuel, l’argentino per 9 anni nerazzurro e dalla scorsa stagione al Basilea, in Svizzera.

Terranova, senza quei due incidenti gravi come sarebbe stata la sua carriera?

“Non so, magari sarei in una grande squadra – riflette il difensore ormai ex rigorista, assistito da Andrea D’Amico, fra i procuratori più in vista -. Però quel che è stato è stato, è tutto alle spalle e mi godo questo momento. Sono contento dell’esordio stagionale”.

Era stata la sua prima volta in coppia con Ariaudo, ex juventino che pure al debutto, dopo il rientro dal prestito al Genoa.

“In allenamento avevamo già provato, ci facciamo sempre trovare pronti”.

Il patron Giorgio Squinzi parla di scudetto, addirittura, anche in virtù di due torti arbitrali decisivi che sarebbero valsi il terzo posto.

“Non facciamo calcoli, restiamo concentrati e i risultati continueranno ad arrivare”.

Ma l’Europa league è alla portata?

“Pensiamo intanto alla salvezza, quel che verrà lo vedremo”.

Due domeniche fa la caduta a Empoli.

“E’ un’ottima squadra, sapevamo dei rischi, adesso ci ricarichiamo con la sosta”.

La Sicilia ha solo una mezza dozzina di giocatori, in serie A. Perchè siamo forse ai minimi storici?

“Io mi reputo fortunato. E ritengo che nella mia regione ci siano molti bravi calciatori, fin da quando ero io nelle giovanili. Il problema è che ci sono poche società organizzate, che investano sui settori giovanili. Spero che al più presto lo capiscano e si attrezzino, perchè è da piccoli che si inculca la giusta mentalità”.

Lei dove aveva iniziato a giocare?

“Nell’Aurora Mazara nel ‘98, poi il passaggio all’Atletico”.

Nel 2000 era di nuovo all’Aurora, poi tre stagioni al Mazara. Arrivo al Palermo dal Campobello, la squadra di un paese di 10mila abitanti.

“Era il 2005, avevo 18 anni e sfiorammo due scudetti primavera, persi in finale con Juve e Inter. Io passai al Vicenza, affacciandomi in serie B”.

Dove per il 3° campionato di fila c’è il Trapani.

“Da trapanese mi fa piacere che in B ci sia la squadra granata, a rappresentare la nostra regione, e che sia nelle zone alte”.

Ci sono affinità tra il Palermo, in serie B una sola volta negli ultimi 11 anni, e le ambizioni del Sassuolo?

“Ho vissuto poco la prima squadra rosanero, sono stato solo in Primavera, un parallelo diventa difficile. Una retrocessione può capitare, la squadra è stata brava a risalire subito e a consolidarsi nuovamente in A”.

Ora come inquadra la stagione del Palermo, fra alti e bassi?

“Da calciatore del Sassuolo guardo la mia squadra, anzitutto. E’ chiaro che mi dispiacerebbe se i rosanero non dovessero andare bene. Di ex compagni non è rimasto nessuno, sento ogni tanto il magazziniere”.

Ha ancora la famiglia, a Mazara?

“Sì, perciò ritorno spesso. Papà Paolo è scomparso un anno fa, mamma Lilla Verde ha 58 anni. E mia sorella Loredana, 39enne, ragioniera, mi ha regalato il nipotino Giuseppe, 11 anni”.

E suo fratello Nicola? A 40 anni allena il Mazara, in Eccellenza.

“Era stato sempre esterno sinistro dei gialloblù, a parte due stagioni proprio a Campobello, dalla scorsa stagione è in panchina: perse la finale playoff contro il Nardò, con due pareggi. Lo seguo da lontano, ma durante alcune soste e gli infortuni mi è capitato di scendere allo stadio Nino Vaccara. Ci sosteniamo reciprocamente. E poi vado a trovare sua figlia Maria, 10 anni”.

vzagn

Related Posts

Leave a reply