Il Giornale. Niente B per il Parma: è ufficiale il fallimento. Si può ripartire solo dalla serie D, ci sarebbe anche l’ingegner Dallara

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Minotti e compagni festeggiano con la Coppa Uefa 1994-95: il Parma degli anni d’oro vince sulla Juve, rivale storica di quel periodo.

Da Il Giornale.

Vanni Zagnoli

Parma

Stavolta è finita davvero, il Parma può solo ripartire dalla serie D. Esiste una cordata locale, di cui fa parte anche l’ingegner Giampaolo Dallara, il costruttore di F1, e poi vari pretendenti da fuori, interessati a ripartire con un investimento sui 5 milioni per riportare i crociati in Lega Pro. Da un anno è stata cancellata la serie C2, dunque esiste una categoria nazionale in meno e fra due anni il Parma potrebbe già essere in B. La categoria in cui avrebbe voluto iscriversi la nuova società, se entrambe le cordate non si fossero ritirate in extremis e per i medesimi motivi. Il debito sportivo era stato quantificato in 22 milioni, la Lega però rivoleva i 5 anticipati per volontà del presidente federale Tavecchio per concludere la stagione; avrebbero fatto ricorso i calciatori esclusi dagli incentivi dall’esodo per non avere mai giocato nel Parma, pur essendo di sua proprietà; club grandi e piccoli non saldati (il Manchester City per Bojinov aspettava soldi da 3 anni) si sarebbero rivalsi sul Magico Parma o sul Nuovo Parma.

Erano le denominazioni scelte da Giuseppe Corrado (The Space cinema) e da Mike Piazza, mito del baseball e uno degli allenatori dell’Italia, contornato dal tecnico di Parma Gibo Gerali.

Ai 110 calciatori di proprietà del Parma andranno così briciole degli stipendi che aspettavano, i curatori fallimentari Anedda e Guiotto ora si dedicheranno alla quantificazione del debito non sportivo e accerteranno le responsabilità del dissesto e del mancato controllo, con i conseguenti risarcimenti. L’ex presidente Ghirardi è accusato di bancarotta fraudolenta (“Sono distrutto”, si limita a commentare), l’ex dg Leonardi di concorso in questo reato e ora collabora con il Latina, in B.

“Questo mi fa schifo – accusa l’ex capitano Lucarelli -, la federazione non deve permetterlo. Piazza e Corrado hanno provato a salvarci, ma in due mesi e mezzo non hanno potuto quantificare l’intero debito futuro. Questo fa capire l’entità dei danni provocati da quei due”. Appunto Leonardi e Ghirardi, che accusa l’albanese Taci di averlo truffato.

I calciatori se ne vanno a parametro zero, Josè Mauri è vicino alla Fiorentina, più che al Milan; Galloppa vorrebbe trasferirsi a Toronto, raggiugendo l’ex Giovinco, mentre il vicecapitano Gobbi ha già firmato per il Chievo. Il portiere Mirante ha mercato, mentre i tanti in comproprietà (come il francese Defrel, del Cesena) dovrebbero finire automaticamente alle società che detenevano l’altra metà del cartellino.

Il dg federale Michele Uva era stato a Parma per 5 anni, con lo stesso incarico. “Di più non potevamo fare. Per il passato non abbiamo responsabilità”. E Albertini, consulente dei curatori, è lapidario: “La gestione precedente è stata indecente, se ne pagano gli sprechi. Il debito sportivo era stato abbattuto, dagli 80 milioni di partenza, non è bastato”.

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