Il Giornale. Juve-Roma è la partita di Boniek: “Per fortuna non c’è un dominio totale, dopo il quadriennio juventino. Nessuno ha le 4 punte bianconere. Higuain è fra i tre più forti, con Lewandowski e Suarez”.

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Zibi Boniek

La versione integrale dell’intervista a Boniek, uscita oggi su Il Giornale. Con il grazie a Elia Pagnoni.

http://www.ilgiornale.it/news/sport/roma-stia-attenta-dybala-e-juve-pensi-lewandowski-1216079.html

Vanni Zagnoli

Platini lancia Boniek, Zibì vola, fallo. “Dentro l’area – fa segno -, rigore”. Sì, rigore. Bruxelles, maggio 1985, Michel dal dischetto, gol. Esultanza, sfrenata, la prima coppa dei Campioni della Juve, di Platini, Boniek e Pablito Rossi, con quel rigorino da prova televisiva, fuori di un bel metro, ma attorno c’erano i 39 morti, portati via. “Non sapevamo”, dicevano tutti.

Ma Zibì volava, non solo di notte. Baffi, fra il rosso e il biondo, battute in campo e fuori, alla Platini. Erano un fenomeno di costume, anche dialettico. Zbigniew è stato commentatore Rai, sempre polemico, più bravo davanti alla telecamera che in panchina. Oggi fa il presidente della federcalcio polacca, Juve-Roma resta la sua partita, però non vuol entrare nel merito. Perchè negli anni è diventato inviso alla società bianconera, con la stella negata allo Stadium. E’ diventato più simpatico ai tifosi giallorossi, nonostante quello scudetto perso alla penultima giornata, all’Olimpico con il Lecce.

Stavolta chi lo vince?

“Grazie al cielo, il campionato è diverso, non c’è più il dominio totale juventino dell’ultimo quadriennio ma un gruppo di vertice, con anche Napoli e Inter. Persino la Roma mantiene una speranza, tantopiù con l’arrivo di Spalletti. E questo è un bene per il calcio. Perchè se la seconda si stacca subito, si perde interesse”.

La Fiorentina non ha più chance?

“E’ in calo, come l’Inter. Io penso alla Juve, soprattutto. Se continua così, sono cavoli amari per tutti, non solo per le 10 vittorie di fila. Chi ha 4 attaccanti come i bianconeri? Mandzukic, Dybala, Alvaro Morata e Zaza. Con loro si vincono le partite”.

Soprattutto con Dybala, adesso.

“Già, la Roma faccia attenzione alle sue traiettorie. E alla potenza del croato Mandzukic”.

La Juve viene da una finale di coppa Campioni persa, a Berlino. A lei capitò nell’83, con l’Amburgo. E Atene fu il passo d’addio di Roberto Bettega.

“Poi abbinammo scudetto e coppa delle Coppe…”.

Ma il Bayern è battibile, fra un mese?

“E’ difficilissimo e lo conosco perchè seguo Lewandowski, il più grande giocatore polacco. La fase offensiva è super eppure i limiti in difesa sono grandissimi. La Juve,  invece, è forte dietro e pure in attacco, non solo in campionato. Globamente, i tedeschi restano un po’ avanti, anche come società, ma i bianconeri non sono assolutamente sfavoriti”.

E’ meno critico del passato, con la società che la portò a vincere tutto?

“Affatto. Ricordiamoci che Guardiola ha annunciato l’addio, gli restano 5 mesi, magari non funzionerà più così bene. Quando un tecnico lascia in anticipo, alcuni giocatori magari si disimpegnano, pensando già ad Ancelotti”.

Alla Roma hanno cambiato in corsa, come al Real Madrid, Zidane è un’incognita superiore a Spalletti.

“Io dico che passerà la Roma… (sorride). Per carità, è favorito il Real, fortissimo, offriva un bel calcio anche con Benitez, però in questa stagione alterna grandissime prove ad altre opache. Adesso l’altra mia ex squadra è in crisi profonda, il cambio era inevitabile, ma in questo mese Spalletti può assestare molto”.

Higuain viaggia sulle orme di Nordahl, con 20 gol in 20 partite. E’ da Pallone d’oro?

“No, ma è fra i primi 3 centravanti al mondo, assieme al mio connazionale Lewandowski e a Suarez, l’uruguagio del Barcellona, goleador al mondiale per club. E’ forte fisicamente, segna in qualsiasi modo, è il re del gol della serie A ma per essere candidabile dipende da come va il Napoli in Europa. E poi resisterà, in vetta?”.

Lewandowski era già la stella della Polonia, 4 anni fa, quando lei organizzò l’Europeo assieme all’Ucraina, ma entrambe uscirono al primo turno. A giugno che succede?

“Ecco, io penso al mio paese, anche quando sono a Roma. Spero che vada tutto bene, che raggiungiamo gli ottavi e passiamo il primo turno, a differenza di 4 anni fa, in casa. Abbiamo i nostri obiettivi. Le favorite sono Spagna e Germania, Francia e Belgio, mi allineo con il pensiero comune”.

E l’Italia?

“E’ sempre temibile, se comincia bene è dura da battere, vedi la finale conquistata da Prandelli. E Conte è bravissimo, vediamo se lo sarà anche nelle partite secche. Certamente vuole vincere. Sempre e comunque. Come quando lo allenavo nel Lecce: era il ’90-’91, debuttavo in panchina, prima che passasse alla Juve”.

Dove Platini aveva smesso presto, a 32 anni, come lei. Come la mettiamo, con gli 8 anni di squalifica?

“Sono follia, accuse immotivate. La sentenza è politica e spero che non ne segni la fine della carriera da dirigente. Ha denunciato quei soldi al fisco francese e spedito una fattura alla Fifa. Il tutto partì da un conto tracciabile. Di che parliamo?”.

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