Il Messaggero. Il ciclone Parma influenza anche la Guardia di Finanza. Intanto il sindaco Pizzarotti lavora per la riapertura del Tardini: “Si gioca al 50% domenica. Dipende dall’assemblea di Lega di venerdì”.

Parma

Cadono le prime teste, per il crac del Parma, vengono rimossi i vertici provinciali della guardia di finanza: ufficialmente il colonnello Danilo Petrucelli e il vice Luca Albanese (che è pure capo della polizia tributaria) sono in ferie però non torneranno più al lavoro, risultano sotto inchiesta per omissione di atti d’ufficio. Avrebbero ritardato la partenza dell’inchiesta, del resto il comandante anche solo lo scorso mese negava che fosse stato aperto un fascicolo. Un’azione penale ha in mente anche il comune. “Nei confronti del Parma, per il comportamento dei dirigenti negli ultimi mesi”, spiega l’assessore al bilancio Ferretti. Dal 2011, la società non pagava l’affitto del Tardini, le imposte di pubblicità e neanche i pullman della Tep, la municipalizzata. “Ha un debito di un milione e 400mila euro”.

Fra i possibili acquirenti si sfila subito il romano Alessandro Nuccilli, ristrutturatore edile: “Troppe tensioni attorno al club”. Un gruppo americano, invece, incontrerà presto il sindaco Pizzarotti. “Puntiamo al fallimento pilotato – fa sapere l’emissario italiano -, pagheremmo comunque tutti gli stipendi, a calciatori e dipendenti”. Sempre il primo cittadino ha incontrato il capitano Lucarelli, il vice Gobbi, Cassani e il presidente dell’Aic Tommasi, per discutere del ritorno in campo con l’Atalanta. “Le possibilità che si giochi – spiega Pizzarotti- sono del 50%. Dipende molto dall’assemblea di Lega di venerdì”. Tommasi ha dubbi persino sui recuperi: “Non è così sicuro che vengano giocate le gare con Udinese e Genoa. Domenica i calciatori scendono in campo se hanno prospettive di finire la stagione, servono soldi per l’esercizio provvisorio e dunque andare oltre il 19 marzo”.

Pizzarotti lavora per riaprire lo stadio di Parma, poichè la squadra rifiuterebbe di giocare al Garilli di Piacenza. Intanto però è stato diffidato dal presidente Manenti tramite un messaggio sul sito della società: “Se qualcuno è seriamente interessato ad acquistare il Parma, può rivolgersi a me o ai professionisti che lavorano per me. Il sindaco non è il proprietario, nè ha mandato per trattare la cessione”. Ieri è rimasto a Collecchio per tre ore con il commercialista Galimberti, mentre la squadra si allenava, rifiutando l’invito di Lucarelli urlato dal campo: “Giampietro, esci”.

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