Il Messaggero, volley. La sfida infinita tra Serbia e Italia, anche stavolta gli azzurri non sono favoriti. Finirà come a Bari? I giovani cambiano faccia alla nazionale

(corriere.it)

Chapter number 4. Stasera c’è il quarto capitolo della sfida infinita tra Serbia e Italia. La nazionale di basket vince a Belgrado e si qualifica per l’olimpiade, negando la partecipazione ai serbi, argento mondiale 2014 e olimpico nel ’16. Le azzurre del volley perdono 3-0 il quarto a Tokyo, mancando per la sesta volta il podio olimpico. Si rifaranno al quarto tentativo, con Davide Mazzanti ct, nella finale europea di Belgrado, 0-3 a parziali bassi, stupefacente.
Ecco, stasera servirebbe un’Italia che sbalordisca, dalle 21, su Rai2 e Dazn. Si gioca a Katowice, in Polonia, la Serbia è favorita, campione in carica e decisamente più esperta, però ha mancato le ultime due qualificazioni olimpiche: a Bari nel 2019 buscò un 3-0 dagli azzurri, nella migliore espressione assoluta post argento di Rio. L’opposto Atanasijevic viene dalle due stagioni peggiori della carriera, fra problemi fisici e accantonamento, a Perugia. Dopo i playoff persi contro Civitanova se n’è andato in Polonia, durante la finale però era stato licenziato anche Heynen, l’allenatore che in Umbria ha vinto solo due supercoppe italiane: con la Polonia ha vinto bronzo e oro mondiale, dalle 17,30 parte favorito nell’altra semifinale, contro la Slovenia di Alberto Giuliani, ma a fine torneo lascerà comunque la nazionale biancorossa, uscita nei quarti a Tokyo al tiebreak con la Francia.
Otto dei 14 serbi hanno giocato o giocano in Italia, il martello più in forma è Kovacevic, mentre Podrascanin è in serie A dal 2007, è stato centrale, in tutti i sensi, a Civitanova e Perugia, da un anno è a Trento. Loro abbatterono i sogni iridati dell’Italia a Torino, 0-3 a parziali bassi, nel 2018, ma anche quelli continentali di Berruto, alla prima finale, nel 2011. 
L’Italvolley è più forte in regia, con Giannelli su Jovovic, il capitano è leader: “Siamo consapevoli dei nostri mezzi”.
Balaso vale i due liberi serbi, al centro, dunque a muro, e in banda l’Italia potrebbe reggere, un po’ dipenderà dall’opposto Giulio Pinali, l’attaccante meno continuo, assieme a Lavia, entrambi sono al match più importanti della carriera. “Il 3-0 alla Germania – spiega Pinali – evidenzia il nostro gioco e la sintonia, arriviamo alle finali con entusiasmo e coesione, per migliorarci, giocando senza pressioni. Ci metteranno in difficoltà con il servizio, dovremo tenere in ricezione e nei momenti complicati, cercando punti anche lì. Non mi aspettavo potessimo fare così bene”.
Merito anche di Fefè De Giorgi, ct ironico e semplice: “Rispetto a Blengini – dice – ho cambiato 6 giocatori e i metodi, ma non i principi. Ho una mia idea, di volley”. Che da tecnico l’ha portato a vincere 17 trofei, fra Cuneo, Civitanova e Zaksa, Polonia. L’ultimo dell’Italia maschile fu l’Europeo del 2005, a Roma, da allora una finale olimpica e due europee. C’è voglia di emulare le donne. O almeno del podio.
Vanni Zagnoli

Da “Il Messaggero”

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