Avevo finito la mia lettera aperta al signor De Meis, amministratore del Cocoricò, in seguito dimessosi, con questa frase: “Il confine fra pr e pusher a volte è molto sottile, troppo sottile!”
Il Gip di Rimini Cantarini scrive oggi: “La proprietà -gestione del locale dovrebbe essere più stimolata ad adottare un regime di controlli/ sorveglianza maggiormente puntuale, affidabile e credibile, e non solo all’interno del locale ma pure nella selezione dei giovani cui vengono affidati compiti di pr: appare oltremodo evidente che se lo spaccio trova origine proprio in coloro che pubblicizzano il locale e procacciano clienti, offrendo biglietti/ invito scontati, vi è il rischio che la stessa discoteca diventi il ritrovo di giovani dediti all’uso della droga”.
Io avevo ipotizzato un sottile legame fra pr, pusher, spacciatori e procacciatori che, purtroppo, il gip nelle sue conclusioni ha rafforzato e di molto la mia ipotesi.
Mi sembra evidente che le minacce di De Meis di costituirsi parte civile contro lo spacciatore erano solamente una chiara strategia difensiva, demolita dalle indagine dei carabinieri.
Il ragazzo-spacciatore rimane indagato e con obbligo di dimora per spaccio di stupefacenti e morte come conseguenza di altro reato, ma la novità sta che non può uscire nelle ore notturne, per paura di reiterazione del reato: fosse stato recidivo, avrebbe portato alla custodia cautelare, perché le indagini hanno confermato che il pusher collaborava con un pr, questo si riconosciuto dal locale.
Risulta che tale circostanza è emersa anche da un indagine del 2014, nella quale risulta che i protagonisti della vicenda risultavano essere ragazzi che svolgevano funzioni di pr o che collaboravano con questi, come appunto nel caso dell’indagato.
L’eventualità di una sospensione temporale della licenza si fa per il Cocoricò sempre più concreta.
di Vanni Puzzolo
