Ilmessaggero.it, Ilgazzettino.it, Ilmattino.it, Leggo.it, Corriereadriatico.it, Quotidianodipuglia.it. Slovenia-Italia 2-3, anche gli azzurri del volley sono campioni d’Europa. Yuri Romanò sorprendente, dalla panchina, dal quarto set, ma anche Ricci, nel tiebreak. I meriti di Fefè De Giorgi

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Vanni Zagnoli

Neanche nelle migliori favole si poteva immaginare un volley così. Campione d’Europa con i maschi, 3-2 alla Slovenia, dopo il 3-1 delle donne alla Serbia. E’ incredibile perchè gli azzurri erano meno quotati, rischiavano di uscire ai quarti, come alle olimpiadi, con l’Argentina, e invece sono campioni. Sedici anni dopo Roma, anche allora al set di spareggio, ma da 0-2. Arriva un oro per l’Italia, gioisce anche Libenzio Conti, dirigente storico che ha vissuto tutta l’èra d’oro del nostro volley, dall’89 con Velasco in poi. Un terzo di secolo, sensazionale. 

Il protagonista inatteso è Yuri Romanò, monzese, entra nel quarto set per Pinali, da opposto, e rovescia l’inerzia del match. Nel tiebreak si ritrova Alessandro Michieletto, fondamentali anche la continuità di Lavia, l’ingresso di Ricci per Galassi, al centro, la resilienza di Anzani e di Balaso, che in ricezione è finito spesso in crisi. E poi, naturalmente, Simone Giannelli: “Sono orgoglioso di essere italiano”.

E’ ancora l’argento della Slovenia, nazione di due milioni di abitanti svettante in tanti sport. Basket, ciclismo, stasera nella pallavolo ha mancato il primo titolo internazionale. “Il nostro segreto – argomentava il capitano Tine Urnaut – è la pratica sportiva, di tantissimi, anche bambini, per le strade. L’importante è muoversi e così si creano i campioni”.

Secondi furono anche con Andrea Giani ct, nel 2015, e due anni fa, con successo della Serbia. L’Italia è andata oltre i limiti, si temeva non andasse oltre i quarti di finale, con mezza 6 giocatori cambiati sui 12 di Tokyo, si aggiudica invece il trofeo della Cev. Lo pregustava già il marchigiano Alberto Giuliani, che ha un figlio libero, di riserva, a Ravenna, molto più piccolo di lui. E’ festa soprattutto in Puglia, per Fefè De Giorgi, al punto più alto della carriera in panchina, dopo tre titoli mondiali da alzatore.

Inizialmente l’attacco azzurro fatica, la superiorità fisica slovena si fa sentire in battuta, mandando in crisi anche Fabio Balaso, il libero padovano, di Camposampiero.

Il primo set va male, 22-25, con problemi in ricezione, l’efficacia slovena al servizio e Urnaut scatenato. L’avvio di Alessandro Michieletto è complicato, meglio Pinali e Lavia, Ferdinando De Giorgi chiede pazienza, nel gioco, ma non è ascoltato. In 8 gare europee, gli azzurri non avevano mai perso il primo set.

Migliore l’avvio di secondo parziale, con vantaggio incipiente e parità a quota 8. Serve un timeout motivazionale, per De Giorgi, a cui fa da contraltare Giannelli: la tensione si avverte, la giovane Italia ha fatto la bocca al titolo, dopo il 3-1 alla Serbia, soffre gli attacchi di Urnaut, 7 squadre in Italia, e di Cebulj, 5 di serie A. Reggiamo al centro, con un attacco di Anzani e un muro di Galassi, con Lavia arriva lo scambio lungo del +3. Anche grazie alle difese del padovano Balaso, gli azzurri trovano la continuità offensiva degli 8 successi precedenti. 

A Katowice il pubblico è più sloveno, gioisce per il meno 1. Nei timeout Giuliani parla in italiano, anche con espressioni tipiche del nostro slang. Un muro di Michieletto dà il 19-16, Urnaut azzecca il contrattacco di un altro meno uno. Sulla battuta di Giannelli arriva il muro di Anzani ad allontanare i vantaggi. Kozamernik riporta sotto gli sloveni, Lavia e Michieletto restituiscono ossigeno. I muri di Lavia e Pinali (sono 5 in questo parziale) impattano con il 25-20. La ricezione azzurra è migliorata, in fondo anche le donne avevano vinto l’Europeo dopo avere perduto il primo set.

Giuliani si scatena su un punto lungo, sembra Giovanni Guidetti con la Turchia femminile, due errori di Urnaut portano tuttavia al vantaggio italiano. Pajenc al centro è tosto ma incappa nel primo errore. Giannelli insiste su Lavia, in serata. Il diagonale di Cebulj e un ace danno l’8-11. “Giochiamo noi le palle tattiche, per allungare le azioni”, chiede Fefè De Giorgi, che ama le palle sporche. Il servizio vincente di Giannelli riavvicina Azzurra, solo per un attimo, per il controbreak di Stern. Pinali perde efficacia, la trovano Pajenc e Stern, per l’11-16, con il centrale al servizio. Lì il terzo set è compromesso e con buona probabilità anche la finale. “Stiamo sulle azioni lunghe, con pazienza, non abbiate fretta di chiudere i punti”, domanda ancora il ct. Pinali viene da una stagione modesta, a Ravenna, azzecca un ace ma non arriva il contrattacco, nonostante la difesa di Piccinelli, entrato come libero per Balaso. Serve un errore di Cebulj per il -2, il controbreak è con il muro di Anzani su Pajenc e il 20 pari è con Giannelli, al servizio. L’opposto Stern gli risponde per le rime (con due aces, su Balaso), idem Pajenc su Anzani. E’ 20-25.

Nel quarto parziale entra Yuri Romanò per Pinali, a 24 anni debutterà in questa stagione in A1, con Milano, impatta bene, dal 2-6 si arriva presto alla parità. Uno scambio lungo è di Cebulj, mani e fuori, altro indicatore di un match a lungo dalla parte dei meno favoriti. L’Italia regge con la coppia di mancini, Romanò preciso e Michieletto. Manca il contrattacco punto di Lavia, per il sorpasso. E’ proprio lo schiacciatore calabrese a dare l’impulso per raggiungere il tiebreak, con tre servizi vincenti e una schiacciata. Dal +4 la Slovenia però si riprende, un muro subito da Galassi lascia il 21-20, entra al suo posto Ricci. Che mura. L’invasione serba fa il resto, assieme all’ace di Romanò e all’appoggio di Lavia: 25-20. Ricezione, attacco e muri vedono l’Italia superiore, nel 2-2.

Il tiebreak è sloveno, all’inizio, con l’opposto Stern in battuta e un salvataggio di testa. Anche Romanò è ispirato, va in battuta e chiude il 3 pari, fra diagonale e lungo linea, sorprendente. Risorge Michieletto, un muro e due attacchi. Si sentono i tifosi italiani, anche i polacchi tifano Italia, per le 4 eliminazioni di fila, agli Europei, subite dalla Slovenia. Arriva il break di Lavia, sul 9-7 c’è speranza di farcela davvero. Con l’ace di Michieletto, a 112 orari, su Urnaut, è la Slovenia a capire che neanche stavolta sarà oro. Ne arriva un altro, è il giusto tributo per questo 19enne formidabile, che può reggere per altre 3 olimpiadi. E’ conto alla rovescia verso l’oro: Lavia, l’errore di Pajenc, Ricci al centro, 14-9. Cebulj sbaglia, 15-11. 

Forse neanche 33 anni fa il 3-1 sulla Svezia, firmato Velasco, era così inatteso. E’ il 7° titolo europeo, più 4 argenti e 3 bronzi, più 6 podi olimpici, 4 ai mondiali, 15 alle World league, 5 in coppa del mondo e 4 in Grand Champions cup. Un palmares degno della scherma. Manca giusto l’oro olimpico, questo gruppo lo vale, in prospettiva Parigi 2024. Ha l’età media di 23 anni.

Il bronzo è della Polonia, 3-0 alla Serbia, campione uscente. Ma la festa è italiana, anche per l’argento di Giuliani, battuto a scacchi dall’amico Fefè.

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