Ilmessaggero.it, Ilgazzettino.it. Marcell Jacobs toglie il record italiano dei 100 a Filippo Tortu: 9″95. E’ nella top 10 di sempre in Europa. “I modelli sono Carl Lewis e Bolt”

(ilmessaggero.it)

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di Vanni Zagnoli

Marcell Lamont Jacobs completa il sorpasso nei confronti di Filippo Tortu. Dopo il titolo europeo sui 60 indoor, 38 anni dopo Stefano Tilli, va a prendersi il record italiano dei 100 metri, in 9”95, a Savona, nelle batterie del memorial Ottalia, con +1.5 di vento a favore, una spinta decisiva per raggiungere il primato. Lo leva per centesimi proprio al milanese di origine sarda, che lo stabilì nel 2018, levandolo al mito Pietro Mennea, che non scese sotto i 10”01.

La pista ligure ha qualcosa di speciale, per la velocità e il record era quasi annunciato, Jacobs e Tortu sperano di essere insieme nella finale olimpica di Tokyo. La stagione è ancora giovane, comunque Jacobs è alla quinta prestazione dell’anno sulla distanza regina dell’atletica, fuori dagli Stati Uniti è il migliore. Meglio di lui quattro statunitensi, il 9”88 di Trayvon Bromell e il 9”91 di Fred Kerley e due 9”94, di Ronnie Baker e Jo’Vaughn Martin.

“Gli avversari mi migliorano”

“Dopo le indoor e la frazione corsa ai mondiali di staffette – spiega -, sapevo di essere in forma. Dovevo solo stare attento a non sbagliare in partenza, ma ci ho lavorato tanto. Ero un po’ teso ai blocchi, perché ero il primo ad avere grandi aspettative. Con lo stimolo di un avversario a fianco credo di potermi ripetere o migliorare ancora. Soprattutto nella prima parte di gara, se ho qualcuno accanto, riesco a incrementare la velocità”. 

E’ fra i migliori 10 di sempre, in Europa, si è migliorato di 8 centesimi, rispetto al personale del 2019, di 10”03. Con un lanciato magistrale e un finale in controllo. Ha rinunciato alla finale, vinta dal sorprendente sardo Lorenzo Patta in 10”13, per preservare energie per il Golden Gala Pietro Mennea del 10 giugno, a Firenze. 

Fra i primi a complimentarsi con Jacobs c’è Tortu, che aveva stabilito il primato a Madrid: “Complimenti a Marcell per l’importante risultato di oggi. Come abbiamo sempre detto, ci stimoliamo a vicenda, anche a distanza. Questo nuovo record mi stimolerà ancora di più. Bravo Marcell! Ci vediamo in pista”.

Italiano di adozione

Jacobs ha 26 anni, è nato a El Paso, in Texas e vive sul Garda, nel Bresciano. Ha già 3 figli, come il centrocampista Nicolò Barella dell’Inter, a 23. Esistono campioni che mettono su famiglia presto. Lui con Nicole Daza, ecuadoregna, che gli ha dato Anthony e Megan, il primo, Jeremy, arrivò che Marcell aveva appena 19 anni.

Ci raccontava la sua storia a Padova, agli ultimi campionati italiani, fra l’altro parla in maniera molto incisiva: “Ho preso qualche lezione per imparare a parlare nel modo giusto, in maniera concisa e precisa”.

Jacobs ormai ha lasciato il salto in lungo, eppure continua a essere seguito da Paolo Camossi, l’ex triplista goriziano. “Per vari problemi tecnici e fisici abbiamo dovuto intraprendere una strada diversa, in futuro non si può mai sapere ma in questo momento la concentrazione è solo sulla velocità. Già nel salto in lungo sembrava avessi tanto margine di miglioramento, più volte ero andato oltre gli 8 metri, compreso un 8,48 ventoso. Impiegai un annetto per specializzarmi nella velocità”.

Rispetto a Gianmarco Tamberi e ad Andrew Howe, Jacobs ha nulla del personaggio di spettacolo, è fin troppo serio. “Prima di diventare volti televisivi, occorre fare qualcosa di veramente importante, Andrew è un personaggio ma ha pure fatto tanto, nell’atletica. Magari quando riuscirò a raggiungere qualche obiettivo, mi rilasserò”.

Nel frattempo c’è riuscito, indubbiamente, con l’oro continentale sui 60 indoor e con questo primato. Ha quel secondo nome francese, Lamont. “Ci sono anche origini transalpine, nella mia famiglia. Da sei generazioni, peraltro, siamo americani. Sono nato in Texas ma i parenti abitano in Florida, fra Miami e Jackson, in Wyoming. Io sono con mamma, lei a Desenzano del Garda, io nei collegiali, a Roma”.

La speranza è di disputare altre due olimpiadi, oltre a Tokyo. “La velocità è più longeva, rispetto ad altre discipline dell’atletica, nel 2028 avrò quasi 34 anni, potrei reggere. Firmerei solo per una medaglia, non per la semplice finale”.

Tre sono i miti, per l’azzurro di punta dell’atletica. “Carl Lewis, che come me faceva lungo e velocità, io peraltro non faccio i 200, troppo lunghi da preparare. Ovviamente Usain Bolt. Fuori dall’atletica, Lewis Hamilton”.

Se Lewis a 20 anni era già al top, Jacobs ci arriva a quasi 27, li compirà a fine settembre. “Tortu? Siamo amici, in pista rivali. Entrambi tifiamo per la Juve”.

Da “Ilmessaggero.it”, “Ilgazzettino.it”

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