di Vanni Zagnoli
E’ la sera del Frosinone. Con un anno e tre volate di ritardo. Batte il Palermo, 2-0, e la Ciociaria esulta, è sempre più la terza forza del calcio laziale, raggiunge Roma e Lazio, solo l’Emilia ha più squadre in serie A, quattro.
Quel destro di Raffaele Maiello, casertano di Acerra, esterno sinistro, vale il sogno per il presidente Maurizio Stirpe, che ha l’abitudine di farsi il segno della croce prima e dopo le partite. Era a inizio ripresa, con l’inerzia nettamente dalla parte del Palermo. Il Frosinone aveva costruito non abbastanza per rovesciare il 2-1 di mercoledì, una palla gol bella con Ciano anticipato, qualcosa aveva concesso, serviva la prodezza individuale per rovesciare una serie che sembrava segnata dalla superiorità psicofisica del Palermo.
Stavolta il Frosinone non si è squagliato, ha tenuto a posto i nervi, non si è distratto.
Ma in fondo non è giusto così, nel senso che sulla promozione giallazzurra resta un’ombra, grande come un Var. Cioè l’arbitro La Penna fischia la punizione per lo sgambetto di Brighenti su Coronado, poi il rigore, poi qualcuno avvisa un collaboratore che non è penalty, finchè il replay postumo di Sky, 10’ dopo, mostra che era linea, dunque rigore. Andava trasformato, certo, ma con quello probabilmente il Palermo sarebbe salito, perchè con Stellone è maestro difensivo, al punto che avere concesso gol solo con prodezze estemporanee, fra andata e ritorno.
E’ stata, allora, comunque, la gran soirèe frusinate, con le energie moltiplicate da quel gol, con la squadra di Moreno Longo che sembrava da finale mondiale, tanto era vigorosa. E così Vigorito, fra i pali, non doveva compiere miracoli. Si è visto un Frosinone da serie A, già così, bravino anche in retroguardia. Sicuro, volitivo. Super.
Moreno Longo era un bel centrocampista del Modena, delle giovanili del Torino, aveva salvato la Pro Vercelli con un gran finale, è inesperto ma umile, un sagace.
Perde il Palermo, Maurizio Zamparini chissà quanti giri in taxi avrà fatto, a 77 anni, torna il timore del fallimento, almeno di un’inchiesta. La fisicità, la condizione rosanero erano superiori, avevano il vantaggio dell’assenza di Daniel Ciofani, il bomber e capitano giallazzurro. A Frosinone fa caldo, la notte è lunga, è la notte della seconda promozione. Le bandiere e tutto erano stati messi in cantina il 16 maggio, la sera del Floriano gol. A Parma è diventato un jingle, annacquato dalle indagini sui due sms, di Ceravolo e di Calaiò. E’ la notte di Maiello, 13 gol in serie B con il Frosinone. Frosinone che sino a metà dello scorso decennio mai era stato anche solo in B.
Il Palermo è groggy, solo un’uscita di Vigorito offre un brivido. Con 4 palloni in campo nel recupero per interrompere il ritmo, uno dalla panchina ciociara ne butta uno giusto per fare ostruzionismo. Antisportivo al massimo. Allo scadere il contropiede di Ciano sembra Missiroli per il Sassuolo di Eusebio Di Francesco, contro il Livorno. La partita non era finita, mancava qualche secondo.
Gnahorè e compagni restano in serie B. I 16mila dello Stirpe sono come in uno stadio inglese. Emozioni, suggestioni. Emozioni come a un mondiale. E in effetti il Palermo ha 7-8 nazionali. Tacitati da Soddimo, capopopolo dei gialli. Piangono tutti, per lo strazio della promozione persa tre volte in 13 mesi. Ma adesso l’epica è al Benito Stirpe, ale, ale, ale-ooh.
Da “Ilmessaggero.it, “Ilmattino.it”, “Leggo.it”