Il libro di Miska Ruggeri, l’Apollonio visto da Il Tempo, l’«alter Christus»: filosofo socratico o ciarlatano?

Miska Ruggeri lavora alla redazione cultura di Libero, accanto a Francesco Specchia
Miska Ruggeri lavora alla redazione cultura di Libero, accanto a Francesco Specchia

http://www.iltempo.it/2.797/2014/04/26/apollonio-l-alter-christus-filosofo-socratico-o-ciarlatano-1.1243856

Una ben nota leggenda, accreditata da Eusebio di Cesarea, vuole che l’imperatore Costantino, alla vigilia della battaglia di Ponte Milvio contro Massenzio, nel 312 d.C. abbia visto campeggiare nel cielo la croce di Cristo, sovrastata dalla scritta «In hoc signo vinces» e che questa visione abba valso da insegna di vittoria e di conversione.

Meno noto è in questo caso la fonte, Flavio Vopisco, che, una cinquantina di anni prima, anche l’imperatore Aureliano, mentre si accingeva a distruggere la città di Tiana durante la campagna in Pannonia, ebbe una visione: gli apparve infatti l’«antico filosofo e davvero amico degli dei» Apollonio che lo esortava a non massacrare i suoi concittadini e a comportarsi con clemenza, se voleva vincere, serbare il comando e vivere.

Un «Alter Christus», il neopitagorico Apollonio di Tiana, col suo armamentario di maestro «segreto», tra magia, esoterismo e occultismo? Raccontando la storia e l’alterna ventura di questo taumatugo pagano, vissuto nel primo secolo dopo Cristo e morto presumibilmente sotto Nerva, Miska Ruggeri ci disegna un ritratto di grande suggestione, tra plurali sfaccettature e controversi giudizi in «Apollonio di Tiana. Il Gesù pagano» con la prefazione di Luciano Canfora (Mursia, pp. 215, euro 13).

Gli interrogativi sono tanti. Apollonio era un sapiente dal profilo, diciamo così socratico, vessillifero di libertà, tolleranza e dialogo, o un ciarlatano dalle indubbie capacità incantatrici? Vagheggiava il ritorno degli antichi dèi o era benevolmente propenso a un sincretismo religioso? Era uno stregone e la capacità di resuscitare i morti, che gli veniva attribuita, era frutto di commerci occulti con il demonio oppure era un asceta e ogni sua qualità procedeva da una vita pura e incontaminata, come sosteneva Filostrato che ne scrisse la biografia per esortazione di Giulia Domna (madre di Alessandro Severo)?

Prima ancora di registrare giudizi, pregiudizi e leggende (non manca il «mito», con tanto di ferventi sostenitori, dell’Apollonio extraterrestre), Ruggeri punta il suo sguardo sul «lato oscuro del mondo antico», non tutto luci e «logos» come si è a lungo creduto, ma anzi con ampi spazi dominati dalla magia e dall’irrazionale». Tratti, per tanti versi caratterizzanti, come ben dimostra l’autore illuminando misteri e dintorni, dalla Grecia di Omero all’età ellenistica. Davvero un variegato paesaggio ove c’è spazio per l’interpretazione dei sogni, la lettura degli astri, il furore profetico, i culti di ogni tipo, i criptici messaggi provenienti dall’aldilà, le incursioni demoniache, la forza divinatrice, i prodigi, gli amuleti, le trasmutazioni alchemiche ecc. E tutto questo in un crescendo di attese, per dir così, messianiche.

Insomma «nel mondo mediterraneo tutto è pronto per gli operatori di miracoli, l’avvento di Gesù Cristo, considerato un mago da alcuni maestri del Talmud e da parecchi romani, e di Simon Mago. Nonché di Apollonio di Tiana». E cioè di quell’«Alter Christus», maestro di conoscenza e mitezza, saggezza e pietà, di cui il biografo Filostrato illustra «miracoli, guarigioni, esorcismi, addirittura una resurrezione». Ma per Luciano, Apollonio era «un ciarlatano qualsiasi». I cristiani sono divisi: c’è chi lo considera un venerabile profeta, chi mette in guardia contro l’Anticristo, chi fa rilevare che l’esclusiva dei miracoli deve essere riservata solo a Gesù e ai santi cristiani.

Di secolo in secolo, i pareri restano contrastanti. Renan liquida Apollonio come un «miserabile impostore», Flaubert nelle «Tentazioni di Sant’Antonio» fa del Tianeo uno dei seduttori del pio eremita (gli offre la sua sapienza), il teosofo Eliphas Levi evoca lo spirito del Mago, Artaud dedica all’«Illuminato» il suo «Eliogabalo» ed Ezra Pound nell’ebbrezza visionaria dei «Cantos» dà ad Apollonio largo spazio tra i sapienti che ben ispirarono i sovrani sul cammino di giustizia e rettitudine. Ed è forse proprio sull’immagine del magnanimo- spirito libero e figura esemplare di un’epoca stretta tra angosce e speranze- che si può trovare l’accordo.

Mario Bernardi Guardi

Related Posts

Leave a reply