Basket. Oggi Italia-Lituania, da La Gazzetta di Reggio il racconto dei baltici di Kaukenas: “Siamo spesso sul podio, come l’Uruguay nel calcio”.

kaukenas
Kaukenas contro Aradori (Reyer), ora suo compagno. A sinistra, Jeff Viaggiano.

Oggi per i quarti degli Europei di basket, l’Italia affronta la Lituania. Ripropongo l’intervista a Kaukenas uscita a inizio agosto su La Gazzetta di Reggio.

http://gazzettadireggio.gelocal.it/sport/2015/08/05/news/la-mia-voglia-di-vincere-non-muore-mai-1.11893263?ref=search

http://www.dailybasket.it/serie-a/gazzetta-di-reggio-kaukenas-ha-rinnovato-con-la-grissin-bon-reggio-e-la-lituania-la-famiglia-e-la-longevita/

REGGIO. Ci sarà un Kaukenas ter, alla Reggiana. Il lituano rientrerà per il raduno biancorosso di mercoledì 19 agosto, dunque a 38 anni non dice basta, d’altra parte viene da una buona stagione. Ha rinnovato il contratto, d’accordo con l’agente statunitense Kenny Grant, e ha la storia più affascinante fra i giocatori di Massimiliano Menetti.

Rimas Kaukenas la racconta volentieri ma sospirando, per la difficoltà nel trovare sempre le parole giuste, nell’affrontare a caldo temi che esulano completamente dal parquet.

Ora è in Svezia perchè scandinava è la moglie, ex giocatrice di Wnba, la versione femminile della Nba. Tanja Kostic era stella a Oregon State, vinse l’Eurolega nel 98 a Bourges (Francia) e poi tornò in America: giocò a Portland, Cleveland e a Salt Lake City, nello Utah.

Rimas, intanto ci presenta la sua famiglia?

“Ho tre figlie: la maggiore è Tia, poi Vanessa ed Emma. Al basket capita che si vestano di verdegiallo, come la mia Lituania”.

A Reggio come si gioca?

“Il tifo è caldo, i fans ci sostengono e noi prendiamo energia: in campo si trasforma in una difesa più aggressiva, in un recupero in più; questione di mentalità».

E com’è la città?

“Vivibilissima. L’ideale per far crescere le mie figlie abitare con la moglie. Qui siamo felici».

Come fa a resistere a questi livelli, alla sua età?

“E’ la voglia di vincere, difficile da spiegare. Forse l’abitudine, in fondo gioco da quando avevo 7 anni, dunque sono 31. E in Italia sono da un decennio, fra Cantù e Siena, in mezzo la parentesi con il Real Madrid”.

In Toscana vinse i 5 scudetti in sequenza, sembrava appagato e invece resta tiratissimo, sul piano fisico. Al punto che un anno fa Menetti sottolineava come in base ai test lei fosse il migliore…

“Dipende dai periodi, nei playoff ho avuto anch’io la febbre…”.

A Reggio il mito è Mike Mitchell, scomparso a 55 anni ma in campo sino a 41. C’è la possibilità che Kaukenas imiti la parabola cestistica dell’americano?

“Vediamo. Parliamo solo di questa stagione”.

Si aspettava un impatto così forte, sul basket italiano, del suo connazionale Darjus Lavrinovic, a 35 anni?

”E’ uno esperto, lavora tanto e gioca per la squadra. Sa muovere la palla, apre le situazioni, semplifica il gioco”.

In Lituania ha una fondazione con cui aiuta i bambini malati di cancro.

“Magari i bimbi là non hanno tanto da vivere (come aspettativa e pure come ricchezza, ndr), però hanno molti sogni. In patria noi cestisti siamo molto popolari e allora sfruttiamo la nostra immagine. Loro stessi ci vogliono vedere, parlano volentieri con noi. Proviamo a fare qualcosa, insomma”.

Lo fa anche perchè lei ha conosciuto la sofferenza, ai tempi della guerra nei paesi baltici?

“In parte. La Lituania cercò l’indipendenza dall’Urss, nel ’91, all’epoca venne creata la Csi, a livello sportivo. Il Paese in quel periodo era molto bloccato rispetto al mondo esterno, ma lo sport e in particolare la pallacanestro avevano contribuito all’unità della nazione. Ci spingeva ad avanzare, sul parquet, anche per spirito nazionalistico”.

Che ricordi ha, dell’infanzia?

“In inverno, dovevo camminare due ore in mezzo alla neve per andare ad allenarmi nel centro di Vilnius. Allora i militari russi avevano bloccato la capitale e non c’erano autobus, le scuole erano spesso chiuse: il basket era l’unico modo per sentirsi vivi”.

Nel 1992, a Barcellona, la Lituania disputò la prima Olimpiade come stato indipendente.

“Avevo 15 anni, la guardai in tv. Sopra tutti Sabonis, Marciulionis e Chomicius mostrarono al mondo che il basket era la nostra lingua, la nostra religione. Eravamo pochi, ma esistevamo e non avevamo bisogno di usare le armi. Quando ci penso, mi vengono ancora i brividi, a distanza di 23 anni”.

I gialloverdi si aggiudicarono il bronzo proprio contro l’Unified Team, quel che rimaneva dell’ex Unione Sovietica. Ora lei passa l’estate a Vilnius?

“In parte. Là ha sede anche la mia fondazione, Rimantas Kaukenas charity group. Siamo un gruppo di volontari, aiutiamo i bambini in situazioni critiche. L’ho fondato tre anni fa e aderiscono vari personaggi, a partire da Ilgauskas”.

Avete già contatti con altre nazioni?

“Ancora no, non siamo così grandi…”.

Molti lituani sono stati in Nba, perchè lei no?

“Ho avuto manifestazioni di interesse, mi volevano i Los Angeles Clippers per la Summer league. All’uscita dal college e poi dopo il primo anno di Siena”.

La Lituania non è così conosciuta, in Italia. Quali personalità vanta, a parte i cestisti?

“I più noti sono proprio i giocatori, il primo in Nba fu Marciulonis, poi arrivò il pivot Arvidas Sabonis, ai Portland Trailblazers”.

Il calcio da voi non è seguito?

“Molto meno. E come nazionale non è così competitivo. D’altra parte abbiamo appena 3 milioni e mezzo di abitanti, è già un miracolo essere sempre fra le migliori nazioni al mondo nel basket”.

Sembra l’Uruguay nel calcio, due mondiali e sempre protagonista anche in copa America.

“Esatto. C’è grande concentrazione di campioni in entrambe le nazioni, nei rispettivi sport”.

Disegni il suo quintetto verdegiallo, di ogni tempo.

“Jasikievicius playmaker, ex Indiana e Golden State e in Grecia, al Panathinaikos, poi Marciulionis, primattore sempre con i Warriors”.

Come ala piccola mettiamo Kaukenas?

“No, eviterei. Non sono fra i migliori 5 della storia. Piuttosto,

Rimas Kurtinaitis, mai in Nba. Idem Karnisovas, che impattò benissimo a Barcellona e in altri grandi club. Come centro, naturalmente Sabonis”.

 

Vanni Zagnoli

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