Parma. Minotti candidato tra i 60 gol più belli nella storia delle coppe: “Una grandissima soddisfazione, tantopiù che non ero un attaccante”

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Lorenzo Minotti

http://www.gazzettadiparma.it/news/parma-serie-a/265485/Minotti-e-quel-gol-impossibile.html

di Vanni Zagnoli

Per festeggiare il 60° anniversario, la Uefa aveva selezionato 60 gol tra i più belli realizzati nelle coppe europee, fra essi verranno identificati i 10 migliori. Tra le candidate c’era anche la rete di capitan Lorenzo Minotti, nell’indimenticabile finale di coppa delle Coppe vinta nel ’93 a Londra: 3-1, con il 2-1 di Alessandro Melli e il tris di Stefano Cuoghi.

Minotti, la prima sensazione, per questa candidatura?

“Giocavo in difesa – racconta il centrale del Parma, dall’87 al ’96 -, ho segnato diverse reti però quello non era il mio compito principale. A Wembley poi il palcoscenico era speciale, fu la prima finale continentale nella storia crociata, dunque quel sinistro aveva i connotati della favola”.

Automaticamente, viene considerata la marcatura più bella nella storia continentale del Parma. E’ proprio così?

“Non le ricordo tutte, a maggior ragione è una bella soddisfazione”.

Abita sempre a Cesena?

“Sì, però ho ancora una casa a Parma, per la verità affittata. Ritorno spesso e di lì sento ancora molte persone, nel calcio e al di fuori: il salumiere Gianni, sempre presente come volontario, nella tribuna del Tardini, e il mio primo tifoso Luca, titolare di una polleria da asporto”.

Vent’anni fa, fu l’unico giocatore di movimento non impiegato al mondiale americano…

“Già, l’altro era Luca Bucci, ma il terzo portiere raramente entra. C’era il dispiacere di non essere subentrato, perchè avrei voluto essere partecipe appieno di quel secondo posto. Peraltro posso considerare quel campionato del mondo una delle esperienze più belle della carriera: nel calcio esistono i protagonisti, in particolare chi segna, ma è pure importante il gruppo, anche chi non gioca. E poi qualche settimana più tardi mi arrivò l’indimenticabile lettera di Arrigo Sacchi”.

Nella biografia “Gocce su Dino Baggio” si legge lo scritto recapitato dal ct dell’epoca all’ex centrocampista gialloblù. Ci rivela anche il suo?

“Preferisco tenerla per me. Nel Parma giocavo sempre, ero il giocatore forse a più elevato minutaggio, per cui predicare alcuni concetti appariva facile, vivendo anche il ruolo di capitano. In quelle 7 gare passai invece alla condizione opposta, ma altrettanto forte dal punto di vista motivazionale nei confronti dei compagni. Inoltre contendevo il posto a Gigi Apolloni, l’amico e il compagno di sempre, per cui al dispiacere personale della panchina faceva da contraltare la felicità per lui. Vivemmo momenti unici”.

Con la presidenza Igor Campedelli, era stato direttore tecnico del Cesena, anche in serie A. Ora cosa fa?

“Guardo il calcio di primo piano in tv, vado allo stadio a seguire la serie B e le partite del campionato primavera, a cercare talenti”.

Che opinione ha dei primi mesi di campionato del Parma?

“L’avevo seguito dal vivo alla prima giornata, allo stadio Manuzzi, era in difficoltà. Ci sono annate che nascono male per una serie di motivi.  Non è solo un problema di difesa. C’erano tante scorie negative per avere visto sfumare l’impresa dell’anno precedente per motivi slegati dal campo”.

Gli infortuni in serie pesano?

“Le operazioni a Paletta e Cassani, lo stop precauzionale per Biabiany hanno penalizzato il Parma in maniera notevole”.

 

 

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