Gazzettadiparma,it. Gabriele Balestrazzi racconta Scala. “Nevio, coltivatore di calcio a misura d’uomo”.

nevio scala
Nevio Scala

http://www.gazzettadiparma.it/news/parma-calcio/284178/Nevio–coltivatore-di-calcio-a.html

di Gabriele Balestrazzi, Gazzettadiparma.it

E’ bastata una foto.

E’ bastato il “Bentornato Nevio!” che ha campeggiato questa mattina nella nostra home page sulla foto del neo-presidente del Parma 1913 in via Repubblica per trasformare d’incanto l’umore degli sportivi di Parma. Nevio abita ancora qui: l’uomo di Wembley e di altre mille emozioni è tornato nella sua “casa” calcistica, ed è pronto a traghettare la società crociata nel suo tentativo di risalita dopo la brusca picchiata a firma Ghirardi-Leonardi.

La prima foto del Nevio Scala presidente arriva esattamente a 26 anni dal bianconero che vedete qui sopra, e nel quale Nevio (allora promessa della panchina in arrivo da Reggio Calabria) appare al fianco di un’altra persona tanto evocata e rimpianta in questi mesi travagliati: Ernesto Ceresini.

Il 2 luglio 1989, a Rovereto, Scala aveva firmato in una giornata di pioggia il contratto che avrebbe dovuto legarlo al Parma per due anni, nelle mani del direttore generale Pastorello. Un progetto biennale che nascondeva il sogno di Ceresini di regalare a Parma la serie A. Una parola che però non fu pronunciata, il 4 luglio nella prima conferenza stampa parmigiana: accanto a Ceresini, infatti, Scala si limitò ad una promessa che divenne anche il titolo della Gazzetta di quel giorno: “Farò tornare il pubblico allo stadio”.

Come poi sia andata, lo ricordiamo tutti benissimo. La serie A arrivò immediatamente, con l’unico rammarico di non averla vista negli occhi del presidentissimo Ceresini che più di tutti l’avrebbe meritata. E i due anni divennero sette, con una sequenza incredibile di emozioni e trionfi: dalla promozione immediata alla successiva qualificazione Uefa, dalla coppa Italia sulla Vecchia Signora Juventus alla indimenticabile notte di Wembley, al braccio di ferro da pari a pari con la Juventus 1995, sublimato da una strepitosa Coppa Uefa vinta a San Siro.

Se Sacchi è stato il profeta spiritato e rivoluzionario degli anni ’90, e Marcello Lippi ha plasmato proprio quella Juventus quasi inarrivabile (perse la Uefa col Parma ma vinse scudetti e Champions, prima di siglare il Mondiale azzurro del 2006), Nevio Scala è stato – in quegli stessi anni – un coltivatore di calcio non meno geniale. Il suo 5-3-2 è tuttora l’emblema di un football tanto ordinato e logico quanto capace di esaltare iniziativa e fantasia: uno schema buono per il rigore di Zoratto o Minotti come per l’eclettismo di Grun o Brolin come per le invenzioni di Osio (e più tardi di Zola) E perfino per recuperare quel Melli che sembrava eternamente acerbo o per scatenare l’istinto spettacolare e da capriole di Asprilla.

Ma ancor più del campo (dove quel Parma che aveva per terzino un attaccante come Di Chiara andrà davvero ricordato in tutte le storie del calcio italiano), a Nevio Scala e al suo Parma si lega un ricordo candido, come lo era la maglia e come – paradossalmente – si rivelò poi non essere il retroscena societario. Ma neppure nei giorni del crac vi sono mai state ombre sull’immagine che il Parma di Scala, di capitan Minotti e degli altri protagonisti ha saputo regalare a Parma e in giro per l’Europa.

Ecco perchè è bastata una foto, è bastato quel bellissimo slogan del “calcio biologico” per riportare entusiasmi da serie A anche in una avventura da serie D. Nevio abita ancora qui: e il miglior coltivatore di calcio che abbiamo mai visto, dividendosi ancora una volta con il tabacco della sua Padova, è pronto ad aiutare Parma in una semina magari meno prestigiosa, ma che può offrire al calcio malato di oggi un nuovo splendido raccolto. A km zero…

Bentornato, Nevio !

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