Lo studio di Matteo Pia
Il Milan si è mosso parecchio nella sessione di mercato invernale. Dopo aver analizzato il possibile impatto di Alessio Cerci, di Mattia Destro e di Salvatore Bocchetti, è il momento di analizzare la situazione di Luca Antonelli. Un cavallo di ritorno per la fascia sinistra, un esterno difensivo duttile che ha sottoscritto un contratto con il club nel quale è cresciuto sino al 30 giugno 2018.
La prima parte dell’analisi riguarda l’evoluzione della carriera di Antonelli (dati dal 2009-10 al 2014-15). Per ciò che concerne la fase difensiva, abbiamo osservato le seguenti statistiche medie: tackle, palle intercettate, falli commessi, fuorigioco conquistati, disimpegni, dribbling subiti, tiri bloccati e cross bloccati. Il tutto suddiviso per i 90’ di gioco, in modo da rendere più omogeneo il campione. Notiamo come i dati di Antonelli si siano progressivamente ammorbiditi sul fronte prettamente difensivo, con una forte diminuzione dei tackle (dai 4,2 del 2012-13 è sceso a 2,2 nella stagione attuale), delle palle intercettate (da 3,7 nel 2011-12 a 2,5) e dei disimpegni (da 5,6 nel 2011-12 a 3,2). In calo più moderato anche i numeri relativi ai cross bloccati (dall’1,5 del 2010-11 agli 0,8 attuali) e ai tiri bloccati (da 0,6 del debutto agli 0,2 del 2014-15). Di positivo si può però notare la costanza nei fuorigioco conquistati e il crollo dei dribbling subiti (da 1,4 nel 2012-13 a 0,6 nella stagione attuale). Nel complesso, pare un’evoluzione parallela a quella tattica che ha visto Antonelli divenire sempre più un esterno puro da 3-5-2 o 3-4-3. Qualcosa di ben diverso dai debutti, nei quali si muoveva spesso da laterale mancino in una retroguardia a quattro.
L’evoluzione ha un corrispettivo offensivo che riguarda i seguenti dati medi: cross completati, dribbling effettuati, palle perse, key-passes, assist e tiri effettuati. Come prevedibile, alla diminuzione dei dati difensivi risponde un aumento di quelli nell’altra metà di campo. I cross hanno raggiunto l’apice in carriera (0,5) così come i key-passes (0,9) e le palle perse il minimo (1,1), mentre i tiri effettuati negli ultimi due anni sono stati ai massimi (0,8 e 0,7 rispettivamente). L’unico dato in flessione è quello dei dribbling (0,4 nel 2014-15 è il minimo). Viene da pensare che il Milan abbia acquistato un laterale di spinta, ma chissà quanto adatto alla difesa a quattro sempre adottata da Filippo Inzaghi.
La seconda parte dell’analisi riguarda il confronto tra Antonelli e i due terzini sinistri sinora impiegati (fatta eccezione per Salvatore Bocchetti): Pablo Armero e Mattia De Sciglio. Dal punto di vista difensivo, Antonelli è il migliore per palle intercettate, fuorigioco conquistati, disimpegni e cross bloccati. È secondo per tackle riusciti, dribbling subiti e tiri bloccati. Nel complesso, valori sorprendenti se si considera l’evoluzione nella carriera di Antonelli di cui abbiamo scritto nella prima parte.
La seconda parte dell’analisi riguarda il confronto tra Antonelli e i due terzini sinistri sinora impiegati (fatta eccezione per Salvatore Bocchetti): Pablo Armero e Mattia De Sciglio. Dal punto di vista difensivo, Antonelli è il migliore per palle intercettate, fuorigioco conquistati, disimpegni e cross bloccati. È secondo per tackle riusciti, dribbling subiti e tiri bloccati. Nel complesso, valori sorprendenti se si considera l’evoluzione nella carriera di Antonelli di cui abbiamo scritto nella prima parte.
Dunque? Una parziale discrepanza è creata dalla differenza di ruolo (come detto, al Genoa giocava da esterno in un 3-4-3 molto fluido) e dalle diverse tipologie di gioco delle due squadre. Ma viene da pensare che l’ambientamento del giocatore non sarà dei più semplici e che per imporsi in una difesa a quattro sarà necessario un assestamento non semplice per un giocatore che entra ormai nell’età della piena maturità.
