La candidatura di Vanni Zagnoli alla presidenza del Gergs. L’accredimento dei freelance. Lettera aperta a Ussi, Gergs, Ordine, Aser ed Fnsi. Il telefonino e il diritto di ripresa
Cari tutti.
E’ nota la mia passione per giornali e giornalisti, li racconti e li riprendo, quando mi è consentito.
Dal 2017, direi, sono ritornato in Ussi, 25 anni fa, forse, 20, non ricordo, mi levai perchè non ero d’accordo di passare obbligatoriamente dall’Aser, dall’assostampa.
Comunque, da allora ho contatti con il presidente in carica Paolo Reggianini, avrei voluto far parte della sua lista, è un no a priori.
All’epoca il candidato alternativo era Pierpaolo Cioni, più vicino a me culturalmente, egli abbandonò la sfida alla vigilia, rinunciò a candidarsi. Già all’epoca mi candidai, ma non ero ammissibile perchè da troppo poco tempo reiscritto. Dopo l’elezione, chiesi a Reggianini di essere coinvolto, la risposta fu: “Hai sbagliato cavallo”, più volte, scherzosa, ovviamente, ma vera.
Reggianini conosce le mie istanze, anche tanti colleghi.
Dunque, mi piacerebbe diventare consigliere del Gergs, è impossibile, la lista Reggianini è chiusa, al punto che egli neanche mi conferma la propria candidatura, come già nel 2017.
So di non avere chances, di non avere adepti, quella mattina neanche avrò il voto di mia moglie, se non per corrispondenza, perchè lei lavora. Se non per delega.
Ecco, datemi e le deleghe e le userò per autovotarmi, ovvero per autoincensarmi, per essere autoreferenziale.
Ovviamente, scherzo.
Vorrei che avessero più spazio i freelance, che il Gergs fosse più vicino a loro, non ai redattori.
Restano aperte molte vicende, che non riguardano solo me, ma professionisti come me che hanno difficoltà a farsi accreditare.
Gli episodi sono infiniti, le decisioni risentono spesso di criteri assurdi. gli amici, il modo di porsi, quel che uno cerca, ecc. I criteri dovrebbero essere le testate di pubblicazione, le testate con cui si hanno contatti, le testate di pubblicazione del passato. la tessera da professionista o da pubblicista, l’autorevolezza, ecc. Non “ha bisogno di lavorare, lo aiuto. si pone bene idem. mi chiede un favore, ecc”.
L’accredito dovrebbe essere ritirabile sino a 30’ dopo dalla partita, addirittura, perchè può capitare di essere impegnati su altri servizi – a casa, in altro impianto, in macchina per cercare concentrazione -, può capitare di essere interessati o costretti a seguire solo il dopopartita.
Il nome della testata. vannizagnoli.it è testata, non è un blog personale, esattamente come alfredopedulla.it (che però non è testata) o gianlucadimarzio.it e dallarivolley.com (non è detto che lo sia). Mia moglie è il direttore e cura ogni inserimento e poi abbiamo sostenitori, gratis, per i social.
Capitolo parcheggi, pessimo. Senza covid, al Mapei di Reggio, Reggiana e Sassuolo fanno parcheggiare i giornalisti lontano, apposta. A modena volley non c’è, a Carpi sono pochi posti.
Al basket, Reggio, parcheggiano dentro i parenti degli atleti, qualche procuratore, qualche personaggio e stop.
Una volta al basket, a Bologna, ho parcheggiato a 2 km!
Il punto è che chi è di corsa per servizio, non chi vuole vedere la partita gratis.
Le tribune stampa d’italia sono piene di gente che non vuole pagare o vuole godersi uno spettacolo, io lavoro su tutto e con tutti.
perchè raccontare come ho fatto con Bortolotti al mapei – ci vediamo raramente -, qualche minuto la sua carriera, è giornalismo.
La pallacanestro Reggiana non fa più conferenza stampa, da questa stagione, complice il covid.
Il dopopartita con il covid è riservato al media del club, a Reggio, e gli accrediti che passano sono pochissimi.
Volley, Modena, sino a pochi mesi anni il dopopartita era libero, sul campo, adesso pochi minuti con coach e 1-2 giocatori. e magari non si può andare oltre la partita.
spesso, in generale, ripeto, l’accreditamento non viene fatto per favorire chi lavora – non necessariamente sulla partita, ma in base, ripeto, ad amicizia, atteggiamento, piacere di esserci e di tutto.
e i termini perentori e la firma del direttore o della segreteria o del caposervizio, di tutto, pur di scremare e di fatto accogliere chi si vuole.
le tessere stampa si possono rilasciare a chiunque – in teoria non sarebbe così -, ma quando c’è la grande partita si può dire al piccolo sito di non professionista: “scusaci, ma non venire. oppure, stai in mezzo al pubblico, perchè stavolta vengono vari inviati nazionale”.
come raccontavo, mesi fa, sarebbe bello.
1) intitolare le sala stampa degli stadi e palazzetti e campi di allenamento ai giornalisti.
2) premiare il migliore in campo – o anche un premio al personaggio – a ogni partita in cui sia presente un iscritto o all’ordine o al gergs.
3) istituire premi stagionali o di anno solare con molte società sportive, grandi o piccole.
4) chiedere parcheggi.
5) intervenire per certi accrediti rifiutati, per andare almeno vicino alla tribuna stampa e avere accesso al pre e dopo partita.
6) libertà di movimento, di intervista, di andare oltre la partita – tutelando certo i diritti di immagine venduti -.
7) spiegare alle società sportive – spesso decide l’ad o il presidente – cos’è la libertà di stampa. che un presidente può inseguire fisicamente sky ma non può rifiutare interviste da piccole testate o da freelance. soprattutto quando si applica il turnover scientifico.
io, ad esempio, a reggio, mi dedico molto alla squadra ospite, una volta l’anno, al limite 3 se ci fossero playoff.
8) spiegare alle società sportive che le testate registrate in tribunale, i professionisti, non sono da confondere con i tifosi o con la webtv societaria. mi sento spesso rispondere: “non lo facciamo neanche per la nostra webtv o i nostri video”!.
grazie, auguri a tutti.
I colleghi che restano amici, le società sportive anche.
ah, ovviamente, molte testate non accreditano temendo cause, mentre decine di testate minime accreditano per far parlare di loro, per esserci, sempre.