Su Libero di domenica, l’articolo di Gene Gnocchi, nato da una mia iniziativa

Molte volte ho pubblicato su varie testate interviste a personaggi sotto forma di articolo a firma loro, naturalmente con il loro benestare. In questo caso, Gene Gnocchi, dopo la chiacchierata con lui realizzata come freelance, e il successivo contatto con la redazione di Libero ha preferito scriverlo personalmente, reidearlo daccapo data la particolarità del taglio della testata e anche la sua meticolosità.

Mi resta il piacere di avere fatto da tramite tra uno dei personaggi più in vista della comicità italiana e la redazione del quotidiano genegnocchi

http://www.liberoquotidiano.it/news/11653363/Gene-Gnocchi–la-Boschi-e.html

Purtroppo stasera non vedrò la finale mondiale. Ho fatto il concorso per numero 20 posti da costituzionalista di Maria Elena Boschi e l’ho vinto. Quindi stasera con Maria Elena dovrò studiare tutte le modifiche all’Italicum e avere idee per bloccare gli emendamenti alla riforma del Titolo V della Costituzione. Ho chiesto alla Boschi se possiamo fare un break per la finale ma lei mi ha subito gelato: «Posso darti un quarto d’ora per vedere uno dei due supplementari, decidi tu quale. Ma non di più». «E se vanno ai rigori potrò vederli?», le ho chiesto». «Solo i primi due».

Inutile stare a discutere. Con questa carenza di lavoro meglio tenersi il posto da costituzionalista. Sono d’accordo anche quelli che lavorano con me a questa riforma: Balotelli, il mago Silvan, Ivan Scalfarotto, 4 giovani turchi di cui non ricordo il nome, Raoul Casadei e la Pina Picierno che però non ci sarà domani perche lei la domenica fa la cubista alla discoteca Tutti pazzi per Fonzie di Gabicce Monte.

L’alternativa sarebbe fuggire e andare a vedere la partita dal cardinal Bertone, nel suo attico, dove ha allestito un maxischermo al plasma 5×4 ma i duemila posti del suo tinello sono già esaurtiti, a meno che non mi travesta da omino dei pop corn, ma credo che ci abbia già pensato Massimo D’Alema. Ma tanto chissenefrega chi vincerà. Come nel 2006 l’indiscusso mattatore fu il popopo dei White Stripes, e nel 2010 il terribile suono delle vuvuzelas che uso ancora oggi quando mia suocera comincia una delle sue solite discussioni sulla fecondazione eterologa e sul ruolo di padre nella fecondazione in vitro (argomento sul quale rimando al saggio di Daniele Interrante Tutto è possibile, edizione Il Saggiatore, prefazione di Costantino Vitagliano), quest’anno ha vinto per distacco la bombola spray degli arbitri.

Anche io la porto nella tasca dietro dei pantaloni e mi è già servita in svariate occasioni: l’altro giorno per far tenere la fila alle poste alle vecchiette che volevano passarmi davanti, ieri come lacca per i capelli di Giovanni Allevi e prorio stamattina come spray da murales con il quale mi sono recato al cavalcavia dell’autostrada vicino Pontremoli e ho scritto sul muro «se la risposta alla crisi del centrodestra è Corrado Passera, allora Seppi può vincere Wimbledon».

Comunque se stasera si gioca, l’orario e il colore delle magliette di Germania e Argentina li deciderà Jenny ’a Carogna, non senza essersi prima consultato con il capo della polizia brasiliana Marek Hamsik.

di Gene Gnocchi

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