Liberoquotidiano.it. Mondiali di nuoto. Medaglie, anche sfiorate, emozioni, fuori programma e novità: il sincronetto-sirenetto Minisini, la Cagnotto “portabandierabile”.

Da Libero quotidiano, con un grazie a Lucia Esposito per la libertà di interpretazione concessa.

Rachele Bruni è arrivata quarta per due volte, al mondiale di Kazan
Rachele Bruni è arrivata quarta per due volte, al mondiale di Kazan

http://www.liberoquotidiano.it/news/rullo/11816554/Mondiali-di-Kazan–oro-Ruffini.html

Emoziona, la prima settimana dei campionati mondiali di sport acquatici. Arrivano medaglie in sequenza, storie, curiosità e anche un calcio al calcio. Nel senso che l’Italia per almeno 15 giorni potrebbe dimenticare la centralità del pallone, aspettando il campionato. Con i mondiali di atletica, in programma a fine mese, è più difficile, semplicemente perchè gli azzurri sono molto meno competitivi. In acqua, invece, inabissano i rivali.
LA DEDICA SUL PODIO. Simone Ruffini, pesarese, si aggiudica l’oro della 25 chilometri. I nostri sono fortissimi nel fondo, agli Europei sono dominanti, ai mondiali è più dura e arriva anche il bronzo di Furlan, pordenonese di stanza a Padova, già sul podio nel primo giorno di Kazan. Ruffini è marchigiano, di Tolentino, abita a Pesaro e alla fidanzata Aurora Ponselè chiede di sposarlo, in diretta tv. Dal podio, con un cartello scritto a biro. Lei è pure atleta, medagliata continentale, fanno una bella coppia dentro e fuori il pelo dell’acqua. Viene in mente quando Leonardo a Sky chiese alla giornalista Anna Billò di portarlo all’altare. Lei arrossì e si difese così: “Ne parliamo a casa”. Convolarono a giuste nozze, lo faranno anche i Ruffini.
Certo intriga la reazione emotiva di questo biondino dagli occhiali, che in gara aveva vomitato due volte, come una persona qualsiasi che somatizza tutto.
I QUARTI POSTI. Apriamo una parentesi, spezziamo volutamente il filo del discorso, per sottolinare i due quarti posti di Rachele Bruni sempre nel fondo. Martina Grimaldi non è in condizione, solo 15^, la fiorentina lambisce il bronzo nella 10 km e sulla 5 del team event, la staffetta del fondo. Chi arriva quarto, tantopiù due volte, va coccolato, ringraziato, non irriso come avviene spesso in Italia. Tantopiù in uno sport faticosissimo.
E POI C’E’ TANIA. Tania Cagnotto è la regina, fidanzata d’Italia come solo Federica Pellegrini. Ha un carattere migliore della veneziana, piace per quella sua erre moscia, per la sua gracilità che dal trampolini diventa grazia e concentrazione feroce.
La bolzanina fa doppietta, oro nella specialità non olimpica, bronzo stasera. A 30 anni, è tantissimo. Le carriere si sono allungate, in tutti gli sport, Cagnotto però resta un’eccezione e prepara con orgoglio la 5^ olimpiade, record per i tuffi. Fra un anno si sposa, in questo la compagna del sincro Francesca Dallapè è arrivata prima di due anni. Per Rio de Janeiro, auspichiamo il triplo podio per Tania. E adesso se la vede con la Pellegrini per l’investitura a portabandiera. Con tutto il rispetto, Clemente Russo non è su questi livelli di appeal e popolarità, la boxe non solo in Italia è in ribasso.
IL SIRENETTO E L’AMBIGUITA’ DEL NUOTO SINCRONIZZATO. Giorgio Minisini è la nota più innovativa di questi mondiali, dà un calcio ai luoghi comuni, ai sospetti e ai sorrisini. Perchè il nuoto sincronizzato onestamente parrebbe avere poco di virile. I maschi gareggiano, con le femmine, senza essere gay o simili. Il discorso è sempre molto delicato, una parola in più e rischiamo di essere etichettati come ambigui, nel nostro discorso.
Il 19enne romano, di Ladispoli, affronta l’argomento senza arrossire, in chat di facebook.
“Guarda – risponde -, non credo ci sia il bisogno di pensare a sport dal gesto effeminato, perché è ciò che io non voglio fare. Voglio essere uomo sia nei movimenti che nell’energia da trasmettere, in coppia con una donna estremamente femminile. Il sorriso serve solo a mascherare la fatica nei momenti critici: nessuna allusione, sarebbe bello poter fare una sincera faccia di fatica, come nella maggior parte degli sport, ma noi non possiamo. Dobbiamo morire e fare finta di nulla”.
Mamma Susanna De Angelis è stata la sua prima allenatrice e al tema è molto sensibile.
“Per voi – scrive sulla bacheca del figlio, commentando un articolo – un sincronetto è una novità assoluta ma per noi il sincro maschile è la vita quotidiana, dunque le “elucubrazioni mentali” (per non usare il termine romano molto più pesante e volgare) davvero non ci interessano. Il primogenito Marco prima e Giorgio poi sono stati sempre interessati a sviluppare l’aspetto maschile di questo sport. Hanno usato semplici costumi neri per anni e Giorgio ha accellato lo slip bianco solo per il ruolo di Romeo, nell’esercizio di combinato della società”.
L’argomentazione prosegue paziente.
“Anche in questo mondiale, nello staff federale tutto è stato studiato per sviluppare il lato maschile. Perché è ciò che manca e ciò che il pubblico vuole. Il lato pruriginoso della vita sessuale degli atleti sinceramente non dovrebbe neanche entrare nella discussione. Giorgio è etero e altri no? E allora? Cosa dovrebbe cambiare nel giudizio su un duo misto?”.
Viene naturale ripensare a chi ha fatto outing, confessando l’omosessualità in varie discipline. Magari qualcuno lo farà anche nel sincronizzato, non certamente Giorgio, fidanzatissimo con Eleonora, allenatrice giovanile.
“Che Greg Louganis sia gay – riflette la mamma del due volte bronzo -, cambia qualcosa nella meraviglia dei tuffi che faceva? Marco, il fratello di Gio, è un tombeur de femmes. Sempre stato, anche da ragazzino. Gio è fedele e ha occhi solo per Eleonora. Se avessero continuato entrambi, i giudici avrebbero valutato anche quello? Certo che no! Il sincro misto è il futuro. Non degli etero, non dei gay. Ma degli atleti! O davvero esiste ancora qualche imbecille che crede che lo sport praticato possa influenzare l’orientamento sessuale di un bambino o di una bambina”.
ADESSO ARRIVANO NUOTO E PALLANUOTO. Domani inizia il nuoto, mentre la pallanuoto è ancora agli ottavi di finale. L’Italia punta su Pellegrini e Gregorio Paltrinieri, nel “waterpolo” il setterosa convince più del settebello, battuto dalla Grecia e pure dagli Usa. C’è il Canada, poi arriverà la difficilissima Ungheria. Il podio al momento è lontano, ma non è detto.
Fra le corsie della piscina speriamo nel maggior numero possibile di finali, di fronte alle pochissime conquistate all’Olimpiade di Londra. Servono risultati, anche per confermare la poltrona del presidente federale Paolo Barelli, in carica dal ’99 e sopravvissuto alla battaglia anche legale con il presidente del Coni Malagò.
Vanni Zagnoli e Silvia Gilioli

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